Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Però. Sono molti i però.
Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Però basta andare un pomeriggio qualsiasi in uno dei centri commerciali che nascono come cattedrali nelle lande più terrificanti delle nostre città per rendersi conto di come ogni signora, ragazza, adolescente o papà tenga in mano sacchetti della spesa, e non sto parlando di generi alimentari, ma di pruriginosi vestiti di tessuto sintetico griffati all’ultima moda, con prezzi all’ultima moda. Per ammazzare il tempo, tra un paio di pantaloni e un profumo con etichette di cui nemmeno si conosce il significato, al piano di sopra la multisala offre una vasta scelta di film commerciali, cui poter scegliere in modo spesso casuale.
Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Però le venti euro del venerdì e le altrettante del sabato sera per entrare in discoteca “non sono quelle che ti fanno diventare povero”. Nell’attesa, una bottiglia di champagne o l’ultimo dei cocktail imposti fa chic. E il barista sorride…
Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Però alle vacanze nei posti più esclusivi non è possibile rinunciare, e poco importa se questi posti facciano letteralmente pena, al ritorno la tintarella renderà giustizia e i racconti susciteranno invidia.
Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Però in Emilia-Romagna i fumatori sono più numerosi che altrove in Italia; un pacchetto di sigarette ogni giorno costituisce una discreta manifestazione di masochismo autotassante.
Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Però le colazioni si fanno sempre al bar, dove una tazza di tè di bassa qualità costa come venticinque filtri comprati al supermercato. E poi l’aperitivo… lo si sorseggia ai tavolini, guardando con disprezzo l’uomo o il ragazzo seduto su una panchina con una lattina in mano: eppure sta facendo la stessa cosa, semplicemente a costo ridotto.
Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Però si affollano palestre puzzolenti di sudore, quando per muoversi e stare in forma basterebbe un paio di scarpe da ginnastica e la voglia di guardare il cielo.
Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Però tutti usano la macchina… e i mezzi pubblici che ci stanno a fare?
Ci pagano troppo poco, anche questo è vero.
Poi ci sputano addosso idiozie cui crediamo.
Qui sta il punto: ci pagano troppo poco, ma veramente meritiamo di più? Dove andrebbero a finire, i soldi che ci darebbero in più?
Dopo impervie vie, nelle tasche di coloro che ci pagano, moltiplicati come funghi.
Questo è un mondo di padroni, banche e finanzieri, baby.
Se non sei d’accordo, proviamo a cambiarlo, ma senza lagne, senza vittimismo, senza prese in giro.
E soprattutto, senza invidie.
Cattivo gusto
Trovo di cattivo gusto l’articolo, una dissertazione che lascia poco e offende chi pur non concedendosi gli “svaghi” sopra elencati continua a non farcela. Il mercato sono soldi che circolano, entrano escono e ritornano, sì; ma se i soldi mancano, mancano per davvero e non per invidia o cultura consumistica! Dal mio punto di vista, Federico, questa volta potevi tenere ferma la tua (pur ottima) arte di scrivere.
(Agostino)
Ma è moderno così
Federico, mi sono proprio divertito a leggere il tuo intervento, è spiritoso ma centrato al massimo! E’ vero, gli stipendi sono rimasti quasi fermi rispetto all’aumento di quasi tutti i generi e cercare i motivi è abbastanza difficile; per ora non ci provo nemmeno. Sono aumentati molto i generi di prima necessità ed è la spesa di tutti i giorni che incide parecchio, oltre a quella della benzina e delle tariffe. E’ un classico ed è moderno passare la giornata nei centri commerciali ad acquistare ciò che non serve, rincorrere e cercare ciò che ci impone la pubblicità del consumismo che ci crea dei bisogni del tutto inutili. I centri commerciali non sono mai sotto casa, ma il fascino di passare la giornata in questo modo supera la considerazione di quanto ci costa la benzina; poi il parcheggio e chilometri a piedi anche con in mano borse e borsine in mezzo alla confusione e la gentilezza delle commesse che non è mai troppa. Ma è moderno così! Io stesso non ne sono immune, debbo ammettere che qualche volta ci vado, ma di solito mi viene il mal di testa e mi ritiro momentaneamente in un angolino ad osservare il flusso delle persone che si comportano esattamente come un formicaio. Ma è moderno così! Forse sarebbe più conveniente e salutare una passeggiata a piedi, curare l’orto o… le galline! Se posso fare un piccolo esempio concreto (contro me stesso): buttiamo via il nostro vecchio televisore che poteva funzionare ancora bene magari con una piccola riparazione (come si faceva una volta, ma ora non è più possibile) ed acquistiamo un moderno LCD con un eventuale finanziamento. Nessuno dice però che un costoso televisore LCD consuma circa il doppio di corrente rispetto ad un televisore normale, è molto più costoso come manutenzione in caso di guasti (fuori garanzia), se si collega ad un’antenna normale non si vede meglio (anzi), ma migliora un po’ soltanto con segnali digitali; le uniche cose positive sono l’immagine priva di sfarfallìo e le dimensioni contenute. Ma è moderno così!
(Elio Bellocchi)