Consiglio comunale, ieri l'altro, a Carpineti. I toni sono stati sempre misurati, nessuno ha mai alzato la voce. Ma alcuni dei documenti presentati dalla “Lista civica di Carpineti”, e in suo nome letti in aula dalla sua esponente Clementina Monti, celavano contenuti tutt’altro che zuccherosi. E la maggioranza, nel rispondere, non s’è tirata indietro.
Dunque, andando per ordine, prima di tutto il sindaco Nilde Montemerli ha informato i presenti che l’albergo delle Carpinete rimane sotto sequestro, e pertanto inagibile, mentre il canile, di cui s’è parlato parecchio sulle pagine di cronaca locale in questo periodo, è stato dissequestrato: “Una vicenda, quest’ultima, che è stata ridimensionata”, ha commentato. Ha quindi espresso soddisfazione per la manifestazione “Mongolfiere innamorate”, “di cui – ha riferito – hanno parlato molti giornali e riviste a diffusione nazionale”.
Tassa rifiuti
Se anche il recupero dell’evasione 2007 su questa tassa ha fruttato una somma di 32.000 €, per l’anno in corso il Consiglio ha deliberato un aumento del 5%. “A fronte di questo però – ha spiegato l’assessore Lorena Meglioli – ai cittadini verrà offerto in più il servizio del cosiddetto ‘Giro verde’, la raccolta dell’umido. Un ulteriore passo sulla via della differenziata, per la quale ci poniamo l’obiettivo di passare dal 32 al 40%”. Minoranza d’accordo.
La biblioteca “Don Francesco Milani”
E’ stato il primo degli argomenti che han fatto discutere il Consiglio. Clementina Monti ha letto un’interpellanza in cui chiedeva in sostanza che fine faceva “l’integrazione” della biblioteca comunale con la scuola, “che è l’ambiente da cui, nel 2002, è nata e poi è stata inaugurata, dopo tre anni di lavoro appassionato e del tutto gratuito (dal 1999, quando partì l’iter di predisposizione grazie ad un finanziamento di 106 milioni di lire concessi dall’allora ministro Berlinguer)”. “Si chiede agli assessori alla cultura e alla scuola quali riflessioni li hanno condotti alla scelta unilaterale di una gestione solo comunale della biblioteca e a non considerare come valore per la comunità lo slancio di chi vi ha lavorato volontariamente, anche se non ‘inquadrato’ in associazioni di volontariato o di partito politico”. Già qui la maggioranza, come s’è visto dopo, aveva storto il naso, non essendo molto gradita quest’ultima affermazione. La Monti ha sottolineato inoltre la delusione provata quel giorno, “20 settembre 2007, quando ad una delle docenti è stato detto, in biblioteca, che da quel giorno avrebbe potuto andarci come utente; al più avrebbe potuto dare una mano agli altri dipendenti – diventati, nel frattempo, tre – a mettere a posto i libri”.
La maggioranza, per voce dell’assessore alla cultura Massimo Zamboni, ha risposto che la biblioteca è ancora “integrata”, espressione quindi anche della scuola locale (questo, con soddisfazione della Monti). Ma ha detto anche: “Non capiamo il senso delle vostre parole. Alcuni passaggi del documento sono semplicemente offensivi". E inoltre, alludendo alla professione e al fatto che la stessa interpellante era una delle persone che hanno fatto volontariato (“cosa per cui vanno i più ampi ringraziamenti”), ha rilevato che “occorre separare meglio la funzione di consigliere comunale”. “Le origini della biblioteca comunque vanno cercate nel lavoro precedente delle amministrazioni Carri e Comi, i quali, pur in condizioni difficili (il dissesto di bilancio) hanno fatto quanto possibile per dotare il paese di questa struttura”.
La Monti ha richiesto la parola per dire che “dare pubblicità alla nostra interpellanza credo sia servito”. “Su quanto fatto da Carri: la biblioteca era stata inaugurata e subito chiusa; la vera inaugurazione c’è stata solo in seguito al lavoro compiuto dalla scuola”. “Sulla divisione dei ruoli: io non ho mai parlato del mio caso personale, perché il ‘divieto d’ingresso’ in biblioteca (del 20 settembre, ndr) era stato rivolto a tutti coloro che non fossero dipendenti comunali. Per questo ho pensato che si ritenesse a quel punto chiusa la parentesi ‘integrazione’”.
E’ quindi intervenuto il sindaco Montemerli: “Con Carri, veramente, qualche apertura, sia pure non continuativa, c’era stata, tramite borse-lavoro. La minoranza fa bene ad usare tutti i modi che ritiene più opportuni per dare voce alle proprie istanze, ma, per quanto mi compete, devo tutelare i dipendenti e coloro che collaborano con questo Comune in quel servizio”.
Infine Guido Tirelli, che, come dice, da consigliere di lungo corso, conferma gli sforzi fatti già in anni più lontani: “Carri e Comi erano coscienti e avevano a cuore il valore per la cittadinanza dell'impianto della biblioteca”.
Sull’assessore alla scuola
Finito con l’assessore alla cultura, si è passati a quello (esterno) alla scuola, Paolo Rossi. Anche per lui un’interpellanza, presentata sempre dalla Monti. Qui, in sostanza, si rilevava l’inopportunità – diciamo così – di alcune sue affermazioni rese in sede di una riunione di Consiglio scolastico nello scorso mese di gennaio. “Ha detto, rivolgendosi ad alcuni docenti, cose superficiali [del tipo: ‘A che servono i libri in una biblioteca?’]”. Aggiunge: “Se la scuola si è dotata di un laboratorio informatico non è certo stato grazie all’assessorato da lui diretto, ma all’istituto stesso”. Altre cose eventualmente pronunciate in quella sede qui non escono. L’assessore ha risposto con un messaggio, letto, quasi telegrafico: “L’interpellanza è eccessiva. Dico solo questo: a quella riunione io ho partecipato come genitore e non come amministratore”. Un po’ come dire: si ragiona del nulla. La Monti ha replicato: “Lo so, ma le parole di un genitore che comunque è anche assessore alla scuola hanno, credo, un peso diverso, maggiormente da ponderare. Ritengo il fatto grave; io ne sono rimasta molto offesa”.
Il sindaco ha a sua volte rimarcato che “l’interpellanza presentata è pesante. Anche qui devo dire che non si è tenuto abbastanza distinto il doppio ruolo insegnante-consigliere”.
Interviene Linda Olmi (minoranza): “Non crede, signor sindaco, che l’ente debba delle scuse (poi precisa meglio: 'spiegazioni', ndr) alla scuola?”. “No – è la risposta un po’ seccata del primo cittadino – perché ritengo che debba essere il cittadino Paolo Rossi, se lo vorrà, a incontrarsi e parlare coi docenti interessati per chiarire la questione”. E poi soggiunge: “Questa Amministrazione ha rapporti stretti e continuativi con la scuola; una scuola che viaggia peraltro ad alti livelli qualitativi. In incontri anche recenti nessun insegnante mi ha parlato di queste cose. Ma se qualcuno lo desidera noi siamo qui, disponibili ad ascoltare”.
Infine chiede la parola Luca Ibattici: “I rapporti con la minoranza sono sempre stati buoni, improntati alla massima correttezza: abbassiamo i toni, per favore”.
Piano strutturale comunale
Il capogruppo della “Lista civica”, Paolo Orsini, ha chiesto notizie in merito alla situazione del Psc. “Il nostro territorio è ricco di realtà naturali, culturali e produttive, e si rende indispensabile la tempestiva attuazione di questo strumento per consolidarne e svilupparne le potenzialità. E’ una priorità: a che punto siamo?”. Gli ha risposto il vicesindaco, Stefano Baldelli, rassicurandolo su una rapida conclusione dell’iter amministrativo: “Alcuni mesi”.
Psc: un’attesa vergognosa
Ormai sono più di due anni che il Comune di Carpineti deve approvare il Psc, senza riuscirci. Esso viene puntualmente rinviato. L’ennesima (ultima) scadenza garantita dal sindaco era dicembre (del 2007). Poi, di volta in volta, si dice che l’approvazione è imminente (da almeno un anno…), ma la Provincia continua a bocciarlo. Il risultato? A Carpineti, sul nuovo, è impossibile costruire, con grave danno a imprese, tecnici e privati. C’è qualcosa che non va… Redacon è la prima che mette in risalto questa incredibile ‘stortura’, a lei grazie.
(Commento firmato)