Riceviamo e pubblichiamo:
"Leggo stamane sulla stampa le per certi versi sorprendenti dichiarazioni di alcuni esponenti dell'area ambientalista (Pedrazzoli, Becchi, Borghi) in merito al "progetto" in via di ultimazione da parte del comune di Canossa relativo all'annoso, e complesso, problema dei mezzi off road. Credo, nel merito, di potere esprimere qualche modesta opinione con cognizione di causa in quanto da 35 anni la moto è il mio mezzo di locomozione preferito, da altrettanto tempo pratico la disciplina dell'enduro, di professione sono giornalista e lavoro per così dire nel settore dei motori e non da ultimo ho partecipato al tavolo con il comune matildico.
Tavolo da cui, con contributi peraltro ben più fattivi del mio, è scaturita questa, credo, interessantissima iniziativa.
Concordo totalmente con quanto espresso dall'assessore Virgili sia in merito alla sostanza del problema che alla poco costruttiva caratteristica di una critica espressa da costoro solo ora e soprattutto senza mai avere partecipato agli incontri preparatori. Evidentemente il morbo della demagogia è davvero duro da debellare... Ma tant'è.
Comprendo peraltro benissimo anche le ragioni che spingono varie amministrazioni a vietare i transiti. Gli esempi si sprecano: Casina, Castelnovo ne' Monti, Villa Minozzo, Collagna, Ramiseto, Quattro Castella, con quest'ultimo peraltro "scivolato" su di un'ordinanza annullata con un ricorso al TAR.
Così come, da fuoristradista praticante, sono sempre più indignato dal cattivo uso che sempre più utenti fanno dei mezzi off road. Non passa fine settimana che sono testimone di atti di maleducazione ed inciviltà nell'uso di moto o auto fuoristrada. Ma non tutti, per fortuna sono cosi.
La maggioranza è rappresentata da persone perbene, che chiedono solo di poter praticare lo sport preferito, regolato da norme e con il rispetto nei confronti degli altri. Questo è il pricipio fondante dell'iniziativa del comune di Canossa. E' una vita che percorro sentieri nei comuni di Casina, Canossa, Vetto, Castelnovo. Conosco ogni anfratto, ogni sentiero. Credo che con una buona dose di intelligenza, buon senso e soprattutto rispetto per gli altri, tutti i problermi si possano affrontare e superare.
Certo, con l'arroganza e la maleducazione purtroppo no. E l'esasperazione, in tanti casi giustificata, di abitanti e residenti, arrivano i divieti. Che, questo va detto chiaramente, sono pure esercitazioni teoriche in quanto il controllo delle zona percorse dai mezzi off road è, credetemi, praticamente impossibile data la vastita delle areee coinvolte, dell'assoluta difficoltà a volte di raggiungerle, dalla mancanza di personale preposto alla bisogna.
L'ordinanza di divieto è una sorta di lavaggio delle coscienze da parte delle amministrazioni che così posssono tacitare le proteste, cautelarsi da eventuali denuncie e annunciare la mano pesante, salvo poi non fare assolutamente nulla per le ragioni sopra esposte.
Ecco allora che l'iniziativa del comune di Canossa credo sia decisamente apprezzabile e rappresenti un concreto e fattivo contributo per regolamentare questo sport. Tanto da, e vorrei che questo fosse ben più di una speranza, rappresentare un progetto pilota per tutta la provincia".
(Paolo Comastri)
Premetto che sono un ciclista sia per strada che per boschi e tutte le domeniche incontro moto, ma di problemi non ne ho mai avuti. Anzi, con l’arrivo delle moto qualche sentiero abbandonato è rinato. Ma io vorrei far presente che sarebbe meglio occuparci della sporcizia nei boschi e per strada, che è veramente una cosa schifosa, e invece di vietare perchè non proporre alle moto e bici e chi li frequenta di tenerli in ordine e ripulirli – in poche parole gestirli anche segnalandoli e facendoli conoscere.
(Marco Ferrari)