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Abbiamo studiato il bosco, non dimenticheremo il rumore del torrente sotto il ghiaccio

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“Caro Succiso ti scrivo…”. Gli studenti liceali del capoluogo reggiano coinvolti dal progetto del Parco 'Neve Natura' scrivono una lettera a un interlocutore particolare. Il borgo di Succiso (Ramiseto) che li ha ospitati nei giorni scorsi.

"Succiso: in questo paese quasi dimenticato dalla città, dove la gente affronta quotidianamente la sfida con la montagna, andando incontro alla natura, alle tradizioni, a quell’insieme di emozioni e di idee che aprono la mente e il cuore. L’atmosfera tersa, i sentieri fra terra e cielo, i monti che con le loro cime bucano l’azzurro ricordano una natura quasi primordiale, che si mostra intatta, integra; è una natura con cui l’uomo ha imparato a convivere, che rispetta e che ama, perché vi è armonicamente fuso e integrato. È così straordinaria la mentalità di questo popolo che vive ogni giorno la sua montagna… Abbiamo imparato la solitudine delle donne dell’Appennino, impazienti di riveder l’amore, “odorose di ginepro”, con i loro stornelli e le loro canzoni…Abbiamo imparato l’eccezionale capacità dei contadini del passato, che ogni anno passano sette mesi lontano da casa, bramando di rivedere i loro monti, le loro “cime ineguali”… Abbiamo capito che i paese di montagna, quel piccolo gruppo di pecorelle aggrappate sulle falde dei monti, sia in realtà la sua gente, le sue tradizioni che continuano. La loro ospitalità, il calore di un popolo che contrasta con il freddo pungente di questa neve candida…Questo tipo di esperienza si è accompagnata anche a lezioni di ordine teorico: il bosco, la formazione del parco nazionale, la conoscenza del nostro Appennino e degli sport invernali e la ricerca del lupo, che dall’89 è finalmente tornato in queste terre. È l’anima della montagna che si presenta pura davanti a noi, è la sua vota che si paventa davanti ai nostri occhi con la semplicità delle sue impervie e delle sue cime aguzze. Difficile. Combattiva. Ma anche profondamente dolce nei suoi profumi di figlie cadute, nei suoi sapori, nei suoi colori, nel rumore di un torrente che scorre sotto il ghiaccio…e quello, una volta sentito, non si dimentica mai".

I ragazzi del Liceo Classico “Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia