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Il sindaco nega i documenti al consigliere: il caso politico di Canossa. Interviene il prefetto

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Il caso politico di Canossa: interviene Claudio Guidetti, presidente del Gruppo Consiliare Fi-Pdl.
"Quanto accaduto nel Comune di Canossa - sostiene il consigliere- , relativamente alla mancata consegna di documenti da parte dell'Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Enzo Musi al consigliere Antonio Veraldi, esplicita, ancora una volta, l'arroganza con cui alcuni sindaci di sinistra del nostro territorio amministrano il bene comune e l’assoluta assenza di rispetto per le Istituzioni che rappresentano".
Per quale motivo?
"Ostacolare l'operato di un consigliere comunale che nell’esercizio delle proprie funzioni legittimamente chiede copia degli atti, nega nei fatti rappresentatività effettiva ai cittadini di Canossa e mina alla base le fondamenta della nostra democrazia".
Il caso di Cannossa cosa riguarda?
"Un argomento rilevante quale la sicurezza degli stabili che ospitano ogni giorno bambini e ragazzi. Su questo l'Amministrazione comunale era tenuta ad un atteggiamento quanto mai sollecito, chiarificatore e maggiormente attento nell’interesse di tutta la comunità".
Cosa accadrà?
"Se erano naturali i dubbi sorti davanti ad un inspiegabile tergiversare di tecnici e sindaco, è naturale e doverosa la richiesta di intervento rivolta al prefetto di Reggio Emilia da parte del consigliere Antonio Veraldi, al quale va tutta la stima e solidarietà, nonché l’appoggio del partito ad ogni livello".
Questo accade solo a Canossa?
"No. Il numero sempre più crescente di segnalazioni che pervengono al mio ufficio da parte di diversi consiglieri comunali mi allarma e preoccupa. La mancata o parziale consegna di documenti o di risposte agli atti ispettivi dei consiglieri comunali e provinciali da parte delle locali maggioranze è un fatto estremamente grave e denota un malcostume istituzionale e politico al quale va posto rimedio. La legge in materia è estremamente chiara e precisa e sono certo che il sindaco di Canossa, da uomo politico navigato e di lungo corso saprà dare le necessarie giustificazioni e porvi rimedio senza alcun ulteriore ritardo o eccezioni di sorta".
Il prefetto cosa può fare in questi casi?
"Sono certo che il prefetto di Reggio Emilia, dott. Bruno Pezzuto, uomo giusto sempre molto attento ai diritti dei cittadini, con la sua autorevolezza riuscirà a far prevalere il buon senso presso l’Amministrazione locale di Canossa e richiamare in generale sindaci e presidente della Provincia ad una maggiore sensibilità ed attenzione a queste importanti problematiche necessarie al buon svolgimento democratico delle Istituzioni locali".
E a conclusione, l'appello ai consiglieri comunali di Fi in provincia.
"Invito tutti i consiglieri comunali di Forza Italia – P.d.L. eletti nei vari Comuni del nostro territorio - conclude Guidetti - a controllare e verificare con scrupolo che nessun amministratore locale si senta in diritto di non rendere conto del lavoro svolto in sede istituzionale.
In una realtà politica come la nostra, più unica che rara nello scenario europeo, nella quale una stessa formazione politica governa ovunque in modo ininterrotto da oltre 60 anni, in una democrazia di fatto anomala che segna per questo motivo forti incrostazioni di potere, la questione del rispetto democratico assume un valore di maggiore significato. Si tratta di buon senso e non di critiche strumentali ai nostri avversari politici ex comunisti e quindi è auspicabile un approccio oggettivo alla questione da parte di tutti gli attori in campo".

1 COMMENT

  1. Cosa c’entra il Prefetto ?
    Cosa c’entra il Prefetto ?
    In casi come questo, cioè quando un ente pubblico di fatto nega illegittimamente l’accesso agli atti, la legge 241/90 prevede il ricorso al Difensore Civico e/o al TAR.
    Di fronte alla eventuale, perdurante inadempienza del responsabile del procedimento è possibile nei suoi confronti sia l’azione civile (risarcimento del danno) che quella penale.
    Le possibilità di difesa poi sono addirittura rafforzate a vantaggio dei consiglieri comunali, come accade nella fattispecie, a norma dell’art. 43 del D. Lgs. 267/2000.
    L’impressione però è che tra i politici delle parti avverse sia operante il tacito accordo di evitare di “farsi troppo male”, lasciando comunque fuori l’opzione rappresentata dal ricorso alle vie legali.
    Allora non ci si stupisca più di tanto, se a fronte dell’imperante “buonismo”, si accresce progressivamente l’arroganza di amministratori e funzionari pubblici.
    L’invito è quello di applicare gli strumenti atti a garantire il puntuale rispetto della legge, pur senza alimentare un sommario e strumentale giustizialismo, al fine di convincere anche l’ultimo degli arroganti che esiste un ordinamento civile e che è pericoloso fare affidamento su di una facile impunità.

    (Enzo Vallisneri)