Da qualche giorno circola in rete un'immagine di feto di capriolo (che scegliamo di non pubblicare). "Gli effetti degli abbattimenti consentiti nel mese di febbraio nei confronti di femmine di capriolo in stato avenzato di gravidanza dovrebbero far riflette sui risultati dell'attuale gestione dei prelievi venatori di questi ungulati", scrive al proposito l'avvocato Rossella Ognibene, di Reggio Emilia. Ospitiamo di seguito un intervento di Stella Borghi, dell'associazione "Amici della terra".
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La legge regionale consente di effettuare abbattimenti di capi femmina di caprioli anche nel mese di febbraio. In tale mese però le femmine sono in stato di gravidanza molto avanzato (i cuccioli nascono a maggio giugno). E questi sono gli effetti: femmine abbattute con feti già praticamente formati (tutte le femmine di capriolo oggi sono in queste condizioni di gravidanza avanzata).
Si tratta di una dimostrazione di quanto siano deleteri gli effetti di abbattimenti consentiti in un periodo così delicato per la riproduzione degli animali selvatici.
Possibile che non si potesse scegliere da parte delle pubbliche autorità un periodo diverso? Nel quale le femmine non sono in stato di gravidanza così avanzata? Non sarebbe meglio che il legislatore e la provincia di Reggio Emilia ripensassero la scelta dei periodi, che nel mese di febbraio portano a questa conseguenza così grave?
Tanto più che la popolazione del capriolo in montagna è in forte diminuzione a causa di patologie che l’hanno fortemente debilitata. Sono rimasti inascoltati gli appelli della nostra associazione a sospendere il piano di prelievo e ad attuare invece un piano sanitario.
Rimarranno ora da ”contare” nei censimenti primaverili i pochi capi sopravvissuti.
(Stella Borghi, Amici della Terra Reggio Emilia)
Precisiamo
Comprendo lo “sfogo” e la richiesta dell’associazione Amici della terra, ma allo stato dei fatti, a mio avviso, lo spostare il periodo di abbattimento non cambierebbe la “densità” della popolazione futura, in quanto anche a ottobre/novembre/dicembre le femmine sono già gravide. A mio parere la battaglia andrebbe fatta per una gestione corretta della popolazione, a partire dai censimenti, che andrebbero fatti con giudizio e imparzialità. Molte volte, da cacciatore, avevo auspicato di affiancare degli ambientalisti a noi cacciatori nello svolgimento di questo importante compito, ma a parole si fa tutto, mentre i fatti sono altri. Prendendo spunto dall’articolo, mi va di ricordare che in tutti i modi avevo richiesto di effettuare censimenti prima dell’apertura della caccia, ma a nulla è valso; ci è stato sempre detto che di epidemia non c’era traccia, per poi scoprire all’assemblea dell’Atc, dalla viva voce del presidente, che di epidemia si trattava. Da qui la Sua richiesta di essere coscienziosi. La mia coscienza mi ha consigliato di non andare a caccia, anche se ho pagato un permesso per l’abbattimento di quattro caprioli la somma di € 550. IL permesso comprendeva 2 maschi,1 piccolo e 1 femmina. I 2 maschi sono stati abbattuti e consegnatui alla Provincia per le analisi (io personalmente ne ho consegnati 3). Ad oggi avrei 2 femmine e 2 piccoli (2 caprioli mi erano rimasti in assegnazione), i quali scorrazzano senza problemi nei campi. Scrivo questo per far capire che alle parole vanno associati i fatti.
Come sempre sono a disposizione.
(Roberto Malvolti, [email protected])