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Prc, Papa e Sapienza

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Il Consiglio comunale di Castelnovo ne' Monti in merito alla rinuncia di Papa Benedetto XVI alla visita e al discorso all'Università La Sapienza di Roma, in occasione della solenne inaugurazione dell'anno accademico, esprime la più ferma e convinta solidarietà ai docenti, sottoposti a un linciaggio morale, intellettuale e persino politico, senza precedenti.

I docenti della Sapienza, lungi dall'”impedire al Papa di parlare” hanno semplicemente contestato l'opportunità di fare inaugurare l'anno accademico – ossia il momento più solenne nella vita di un ateneo – da un capo religioso e nel contempo capo di stato straniero. Tanto più che trattasi di un Papa che ha espresso in reiterate occasioni l'idea che la ragione non possa che essere subordinata alla fede e che ha assunto gravi prese di posizione che, mentre smantellano la Chiesa del Concilio Vaticano II, costituiscono gravi ingerenze nella sfera delle istituzioni politiche nazionali.

In ogni caso, la protesta dei docenti non contro Benedetto XVI era diretta, ma innanzi tutto contro l'autorità accademica che ha commesso la leggerezza di invitare un'autorità religiosa a una cerimonia che deve essere rigorosamente laica; tanto più grave, il gesto del rettore della Sapienza, in quanto ormai l'Italia è un paese multietnico e multireligioso, e ciò nonostante un regime concordatario, obsoleto anche nelle sue revisioni, che continua a privare le scuole pubbliche non universitarie di una possibilità di un approccio comparatico al mondo delle religioni, assegnando invece la priorità esclusiva all'insegnamento della religione cattolica. E il Papa di Roma rappresenta soltanto una parte dell'opinione pubblica, anche di quella provvista di fede religiosa.

Si aggiunga altresì l'atteggiamento di vera e propria subalternità mostrata dalle autorità accademiche, di concerto con quelle ecclesiastiche e dal coro mediatico che ne ha accompagnato le scelte. Vi era la pretesa che a Ratzinger fosse riservata una zona franca, in cui le espressioni di dissenso dovessero essere impedite, quasi forme di delitto di lesa maestà.

Il Consiglio comunale di Castelnovo ne' Monti davanti alla campagna mediatica in atto, esprime la più vibrata protesta e la più ferma preoccupazione per le parole che abbiamo letto e ascoltato in questi giorni, in un penoso unanimismo di testate giornalistiche e di forze politiche.

Il Consiglio comunale è accanto ai docenti della Sapienza e di tutti gli studiosi che con rigore e passione lavorano nelle istituzioni universitarie italiane, nella lotta perché venga salvaguardata, in un paese che sembra voler pericolosamente regredire all'epoca del “Papa Re”, la libertà della ricerca scientifica, in ogni ambito, da ipoteche fideistiche e da nuovi e vecchi principi autoritativi.

(Luigi Bizzarri, Lorena Campi)

8 COMMENTS

  1. Un comunismo proprio illuminato
    Alla Sapienza di Roma si ha paura del pensiero del prof. Ratzinger e del messaggio del Pontefice. Questa preoccupazione scomoda anche gli amici rifondatori di Castelnovo. E’ preoccupante il temere il confronto con idee diverse dalle loro e il volere lanciare giudizi a priori. Forse a qualcuno piace l’idea di governare le menti, come ai vecchi tempi del comunismo. Quindi è preferibile evitare il rischio che le menti degli studenti possano essere corrotte dalle parole di Papa Benedetto? Giustamente è stato scritto: “Se questa è l’eredità di due secoli di Illuminismo c’è da ridere o da piangere, a seconda del valore che si attribuisce a quella filosofia. In ogni caso una bancarotta. In fondo, quei 67 professori della Sapienza sono la prova vivente del fallimento e dell’inconsistenza di un pensiero che non ha la forza e la tensione morale di misurarsi con il pensiero del Pontefice. Un pensiero in crisi o decadente, incapace di cogliere le tensioni, le aspirazioni, le utopie, le speranze del nostro tempo”. Come al tempo di Galilei.
    Ho come l’impressione che la vostra mozione sarà bocciata.

    (Commento firmato)

  2. A proposito di illuminati
    Oltre due secoli di illuminismo, pur tra periodi di vero e proprio sonno della ragione, consentono oggi a chi esprime un pensiero non conforme di non finire abbrustolito su di una catasta di fascine. Uno dei problemi assillanti di questo Papato, dopo l’epocale sconfitta del modello “socialismo reale” così come si è inverato nel corso del novecento, è oggi il pensiero scientifico, che si vorrebbe tout court subalterno alla fede. Posizione chiaramente antistorica, come ce ne sono tante sia nel vituperato mondo musulmano che nelle varie confessioni di matrice cristiana. Io credo (per quel che può interessare) nella forza del “dubbio”, che ci costringe ad abbandonare comode certezzze ed a misuraci giorno per giorno con tutte le miserie della condizione umana, confrontandoci senza pretese di superiorità con tutte le opinioni in campo. Questo è il senso del documento che abbiamo presentato. Chi professa l’assolutismo, chi pretende di avere risposte ad ogni problema, chi esprime giudizi inappellabili sui comportamenti etici e morali, non dei seguaci della propria religione ma di tutti, cercando di imporre regole di comportamento all’intera società; insomma, chi vuole mettere le braghe al mondo mal si adatta ad inaugurare, per il significato che ciò implicitamente assume, l’anno accademico di un’istituzione laica per eccellenza come un’università pubblica. Cavourianamente rilanciamo oggi il desueto motto “libera chiesa in libero stato”.

    (Luigi Bizzarri)

  3. …Eh no, caro amico
    Mi dispiace ma così non è. Non corrisponde al vero che il papato vorrebbe “il pensiero scientifico tout court subalterno alla fede”. Sarebbe stato opportuno che prima di scrivere questa fantasmagorica mozione, gli amici della Rifondazione comunista (ma ha senso parlare di comunismo nel Duemila?) avessero almeno letto il documento che il Papa ha trasmesso alla Sapienza, dopo la mancata visita.
    In nessun passaggio sta scritto che il “pensiero scientifico deve essere subalterno alla fede”. Questa è pura demagogia, se non falsità. Poi il Papa, al pari di qualunque altro uomo, crediamo sia libero di esprimersi in materia di morale e altro.

    (Commento firmato)


  4. Ha senso definirsi comunista nel duemila come lo ha definirsi cristiano nell’accezione piu genuina ed originale (c’è forse qualcosa di più classista del cammello, del ricco e della cruna dell’ago?).
    Tutte le due esperienze (quelle miseramente umane) hanno attraversato momenti di degenerazione assoluta, quando hanno cioè gestito il potere in prima persona con il dichiarato intento di essere portatrici del verbo assoluto (crociate, inquisizione e gulag sono faccie della stessa medaglia).
    Non per questo io credo sia giusto e saggio privarsi del sogno della realizzazione di una società, qui ed ora, più giusta e libera per accettare la presunta inevitabilità, come vorrebbero gli interessati cultori della teoria della fine delle ideologie, di un mondo dove il primato del denaro inteso come unico fine per il raggiungimento della felicità faccia strame di qualsivoglia idea di egualitarismo. Per quel che riguarda questo Papato, tutta la sua storia recente e meno recente, a parte un’iniziale adesione alle tesi del vaticano secondo, è fortemente permeata da concetti di superiorità verso il mondo scientifico, il mondo laico, le altre religioni ed il discorso alla Sapienza (diffuso dopo la rinuncia) non può certamente fare testo.

    (Luigi Bizzarri)

  5. Ne supra crepidam sutor
    Ovviamente, visti i destinatari del mio commento, necessita di essere tradotto: “Il calzolaio non giudichi al di là della
    scarpa”; ovvero e meglio, come viene tradotto da Plinio: ciabattino, fa il tuo mestiere.

    (Giovanni Cafarelli)

  6. Complimenti al Prc
    Esprimo il massimo apprezzamento e la massima gratitudine nei confronti del gruppo del Prc per aver presentato questa mozione. Credo sia fondamentale in questi tempi, in cui, come è giustamente scritto, è in atto un’imponente campagna mediatica agevolata (fatto ancor più preoccupante) dal penoso silenzio delle forze politiche, che ogni frammento della società, convinto della necessità di preservare l’inviolabile valore della laicità dello Stato, esprima la sua protesta. Non perchè si tema il confronto con le tesi di Ratzinger, che sono state anzi ampiamente affrontate (e razionalmente smentite) da scienziati ed intellettuali su riviste e pubblicazioni varie, ma perchè l’inaugurazione dell’anno accademico non è la sede per questo confronto, essendo che il concetto di laicità dello Stato prevede che la Chiesa stia al di fuori delle istituzioni. Trovo inoltre giusto e fondamentale per la sopravvivenza della Politica, nel senso più alto ed autentico del termine, quanto affermato da Luigi Bizzarri sul senso di definirsi comunisti oggi e sulla necessità di non privarsi del sogno della realizzazione di una società migliore. Grazie!

    (Francesca B.)

  7. …siamo realisti, compagni!
    Cara Francesca, caro Luigi,
    non stiamo parlando del tempo delle crociate. Ma del Novecento e degli anni attuali. Laddove il comunismo è stato applicato ne sono derivati regimi, oppressione, morti e povertà.
    Ci sarà pure qualcosa che tocca in questa fantastica ideologia?
    Non sarà un caso se non possiamo citare uno Stato uno dove il comunismo è stato applicato e la gente vive serena?
    La Cina, la vicina storia dell’Unione Sovietica, il regime castrista sono moniti all’errore dell’ideologia comunista. Senza per questo dire che il capitalismo sia la soluzione, tutt’altro.
    Compagni, sbagliare è umano. Perseverare…
    In merito alla Chiesa nelle istituzioni (in questo caso alla Sapienza), è del tutto opinabile che il Papa non possa intervenire all’inaugurazione dell’anno accademico (non ci sono leggi a riguardo, nè la Costituzione ci pare si esprima in tal senso). Non fosse, almeno, come capo di uno Stato sovrano che fondò proprio questa liberale e grande Università.

    (Commento firmato)

  8. Alcune precisazioni
    Per quanto riguarda il Comunismo, la risposta è già contenuta nel commento a cui mi riferivo, dove si parla di degenerazione del Comunismo, laddove suoi esponenti hanno gestito assolutisticamente il potere. Degenerazione, cioè alterazione,c he in quanto tale non permette di dedurre un’erroneità intrinseca all’idea. Il Comunismo non si esaurisce nelle esperienze di quei tre Paesi, che andrebbero peraltro spiegate in riferimento al contesto e alla loro storia. Del resto, in Italia, gli unici riflessi dell’esperienza comunista sono stati contributi fondamentali alla liberazione dal Fascismo, alla stesura dell’attuale Costituzione e alla conquista di importantissimi diritti.
    In riferimento al Papa, nessuno ha inteso il suo invito come una trasgressione della legge, ma come inopportuno, in quanto trasgressione di un principio, quello della laicità dello Stato, che non dovrebbe essere opinabile. La Sapienza è stata sì fondata da un papa, Bonifacio VIII, ma nel 1300. Essendo che stiamo parlando del Novecento, ci sono stati il Rinascimento, l’Illuminismo, la nascita degli Stati nazionali: la concezione dell’università è cambiata, progredita. Ed è laica.

    (Francesca B.)