L’altra sera, al foyer del teatro Bismantova, si è parlato del possibile futuro prossimo di Castelnovo ne’ Monti, perlomeno nella sua parte centrale (che comunque condizionerebbe tutto il resto del paese). Dei rinnovi di alcuni suoi scorci, di ripensamenti di funzioni ed ambiti, di
riposizionamento di servizi… la riqualificazione di piazzale Matteotti, il trasferimento della sede municipale a Palazzo Ducale ed altri servizi nell’area di Bagnolo, nuove funzioni da trasferire in centro storico… Una nota certamente positiva, che vogliamo mettere in risalto immediatamente, è stata la presenza sensibile di giovani. Non capita così di frequente e quindi la cosa merita di essere sottolineata.
Dopo l’introduzione del sindaco, Gian Luca Marconi, e le note di metodo di lavoro e le illustrazioni dell’incaricato dell’Irs (Istituto ricerche sociali, di Milano, che s’è occupato delle rilevazioni e delle interviste per conto del Comune), ha preso la parola il vicesindaco ed assessore competente Fabio Bezzi. Che ha sottolineato come si stia progettando per il medio periodo. Dunque: nuova e più ampia biblioteca più flessibile nell’area dell’ex consorzio? ex Iodi: che farne? trasferimento dell’Istituto Merulo in piazza Peretti, nell’edificio dell’ex pretura oggi destinato ad appartamenti per anziani? “Vogliamo un centro vivace, a partire dall’osservazione critica di come s’è venuto modificando il paese negli ultimi 2-3 decenni”. “Cosa ricollocare in centro storico? Noi pensiamo alle attività culturali (biblioteca, Merulo), che possono e devono fare attrazione e divenire anche occasioni di sviluppo economico. Ma siamo qui per confrontare le nostre proposte con voi”.
La carne al fuoco è tanta e quindi gran parte del tempo viene lasciata agli interventi dei cittadini. Parola al pubblico, quindi. Pietro Ferrari, primo ad intervenire: “E’ apprezzabile il fatto di voler progettare con un po’ di respiro, cercando di sapere bene cosa si vuole. Ma bisognerà capire bene nel concreto. Tenendo conto che i mutamenti di Castelnovo hanno riflessi sulla montagna tutta. Io vedrei bene la sede del Comune nell’ex consorzio e quella della Comunità montana al centro fiera". Rotatorie: "Credo, oltre quella che c’è (S. Pancrazio) e a quella che ci sarà tra breve (Albiaccio), starebbero bene costruite in tutti gli ingressi del paese. Non vedo bene l’eventuale trasferimento della scuola di musica nell’ex pretura in piazza Peretti e il conseguente trasloco degli anziani in un luogo disperso come via giù da via don Bosco… “.
Sergio Tamagnini ha sottolineato soprattutto un aspetto, per così dire, di metodo: “Va benissimo il confronto ma poi bisogna arrivare a delle decisioni. Il comune a Palazzo Ducale? Sarebbe sì una sede prestigiosa, ma nutro dubbi sui problemi di congestione che si potrebbero verificare. Ma neppure l’ipotesi dell’ex consorzio mi convince troppo… Ma più che tutto mi lascia perplesso l’idea delle attività culturali da trasferire in centro storico. Su quest’ultimo, credo vada prestata particolare attenzione all’aspetto economico”.
E’ stata poi la volta di Vittorio Ruffini, che avanza dubbi sull’utilità stessa del dibattito: “Siamo qui per contribuire davvero alle decisioni che ci riguardano oppure è già tutto stabilito dall’Amministrazione? Sull’ipotesi sede comunale a Bagnolo sono anch’io dell’idea che caricherebbe eccessivamente una zona che vede già altri importanti presidi pubblici, come ad esempio l’ospedale. Piazzale Matteotti: ne deve essere salvaguardata la sua fruizione in quanto tale”. Il sindaco interviene e si apre un piccolo battibecco.
Fausto Giovanelli: “Ricordo il viaggio che fece Prospero Fantuzzi nel 1830, nel quale descriveva questo paese brutto ma di grosso commercio… Non è che sia cambiata molto… Castelnovo secondo me non ha un centro storico vero e proprio, ma piuttosto un vecchio borgo. Non ha una storia importante di capoluogo, ma al tempo stesso secondo me è ‘capitale’ di tutto il territorio montano che lo circonda, nei riguardi del quale esercita senza dubbio un ruolo di direzione, che trovo anche via via in crescita. Castelnovo non ha tanto problemi di efficienza quanto di identità”. Secondo il presidente del nostro Parco nazionale il paesone montano ha due centri: il Castelnovo propriamente detto e Bagnolo. E sottolinea il bisogno di punti di riferimento in un panorama urbano che cambia. E aggiunge, in coda: “Vedo comunque che gli edifici più brutti li ha costruiti il pubblico… “.
Umberto Casoli: “In centro storico bisognerà metterci qualcosa che ‘costringa’ la gente ad andarci? Sento parlare di biblioteca, di scuola di musica… Provoco: portiamoci l’anagrafe. Sulla sede comunale a Palazzo Ducale dico che, sì, sarebbe bello, ma ritengo anch’io la vicinanza dell’ospedale ingombrante”.
Il sindaco interviene per ribadire che “la riflessione sulla dislocazione del nuovo Municipio a Palazzo Ducale è in corso. Noi l’abbiamo posta come ipotesi di partenza, ma aperta ai contributi”.
Laura Magnani: “Io propongo di portare in centro storico una bella sala mostre. Vi assicuro che l’idea funziona”. Si rivolge agli assessori perché ascoltino anche questa voce…
Pietro Barigazzi è intervenuto per auspicare l’allestimento di spazi per famiglie.
Francesca Correggi: “E la sede del centro giovani? Portarla in centro storico? Perché per ora non ho ancora capito bene cosa di quest’area si voglia fare… “.
Alberto Zanni articola il suo intervento spaziando dalla questione della limitazione del trasporto privato per limitare l’inquinamento alla nuova configurazione in ipotesi per piazzale Matteotti. “In realtà non vedo tutta questa progettualità nel lavoro dell’Irs. Propongo un concorso d’idee. Butto lì: mettiamo 15.000 euro per chi ci risolve il problema del centro storico (una specie di taglia..., ndr). Secondo me la parte antica viene poco frequentata per motivi intrinseci, perché evidentemente piace poco… Facciamo piuttosto in modo che si possa girare il paese il più possibile senza usare l’auto”.
Giandomenico Reverberi: “Non abbiamo monumenti che siano motivo di richiamo. Il centro sociale al centro fiera per me non va bene. I reperti di Campo Pianelli vanno riportati dove sono stati presi, qui da noi; e noi dovremmo attrezzare un museo”.
Infine Antonino Pirrello: “In centro, a mio parere, vanno incentivati esercizi caratteristici, di tipo artigianale. Dissento con chi afferma che il centro storico non funziona e non può funzionare. Lancio l’idea che il Comune assegni borse di studio per fare corsi seri per imparare mestieri compatibili perché poi nascano professionalità in grado di aprire e gestire botteghe tipiche… “.
In chiusura diversi cittadini (era presente anche il parroco, don Geli Margini) hanno chiesto di avere a disposizione la ricerca condotta da Irs ed i risultati dell’ultimo mini questionario sulla percezione del centro storico e la sua frequentazione: nei prossimi giorni tutto questo materiale sarà messo a disposizione sul sito internet del Comune (www.comune.castelnovo-nemonti.re.it) oppure inviato su richiesta attraverso una e-mail all’indirizzo [email protected].
Nuovamente la parola a Gabriele Rabaiotti, dell’Irs, già intervenuto all’inizio: “Importante è cominciare a far qualcosa, che però abbia chiare prospettive di lungo periodo. Credo sia necessario dare un peso alle singole cose, ai singoli interventi, per poi ordinarle secondo importanza e priorità. E’ vero, non c’è solo l’intervento del pubblico, ma senza questo che dà il via si va poco lontano… Castelnovo ne’ Monti è un paese con forti potenzialità di attrazione, occorre tenerne conto: non si può pensare di costringerlo entro i suoi confini amministrativi; ma tale potenziale o lo si esercita e governa come si deve oppure ci si rinchiude e si sta lì… Si può pensare di sfruttare taluni spazi con criteri in parte di stabilità ed in parte di maggiore funzionalità: oggi questo e domani, tenendo conto di variazioni intervenute, eventualmente altro”.
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Bene l’assemblea. Bene che si discuta pubblicamente, soprattutto di questioni che possono avere un notevole impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. Ora che si è svolto questo primo round c’è da augurarsi che l’Amministrazione pubblica, in possesso prima di dati (questionari vari distribuiti alla popolazione) e di considerazioni tecniche commissionate ad una ditta e poi dei pareri di chi ha voluto esserci al foyer del teatro, proponga un secondo incontro, quando possibile, in cui mettere sul piatto le proposte concrete frutto della sintesi del tutto. Cioè: qui vogliamo fare questo e là ci metteremo quell’altro. In modo che lungo il percorso decisionale si stringano man mano le opzioni e si giunga infine, in tempi ragionevoli, alla decisione e quindi all’azione. Proprio secondo quel Tamagnini-pensiero espresso opportunamente proprio in questa occasione.