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L’aggressione del Cattaneo vista con gli occhi degli stessi studenti

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"Violenza al Cattaneo". E' il titolo del pezzo che viene pubblicato su Howl, il giornale dell'Istituto superiore "Cattaneo-Dall'Aglio" di Castelnovo ne' Monti appena distribuito (n. 4, gennaio-febbraio 2008, p. 9).

Con estrema tempestività – una coincidenza – per un bimestrale (il fatto risale come si sa a pochi giorni fa), ne ha scritto un breve resoconto-commento Diletta Pignedoli, che frequenta la classe 5^ e che del periodico è referente di redazione.

Ve lo proponiamo, di seguito, nella sua interezza, parendoci di estremo interesse ascoltare, veder interpretato e “letto il fatto” attraverso occhi, mente e cuore degli stessi coetanei-amici-compagni del ragazzo coinvolto nel pestaggio.

* * *

Martedì 29 gennaio un ragazzo del nostro istituto è stato ricoverato in ospedale per aver subito, all'uscita da scuola, un pestaggio da parte di quattro ragazzi, più grandi di lui, sopra la ventina, non frequentanti la scuola. Il fatto è accaduto nei pressi della fermata delle corriere che affianca la palestra. Un luogo in cui erano presenti numerosi altri ragazzi, che sembra abbiano assistito alla scena senza intervenire. I colpevoli sono stati individuati dai carabinieri e condotti in caserma solo il giorno seguente, sotto gli occhi degli studenti, sempre in coincidenza dell'orario di uscita da scuola. Numerosissimi i commenti e le versioni dei fatti.

Abbiamo pensato di scrivere sulla vicenda non per semplice cronaca, ma innanzitutto perchè questo fatto ha coinvolto tutti noi, chi più e chi meno. Ci si chiede come sia possibile che un ragazzo subisca un gesto così cattivo e vigliacco. Un gesto tremendo, che provoca rabbia e sconcerto. Bisognerebbe riflettere e non lasciare che si dimentichi tutto nel menefreghismo. Non essere indifferenti o impotenti o impauriti come tutti quelli che hanno assistito senza intervenire.

Purtroppo il giorno successivo si è creato un clima di tensione molto acceso e, di nuovo, violento. Improperi e calunnie sono piovuti a scroscio contro albanesi e italiani meridionali, “classificazioni” in cui rientravano anche i colpevoli del misfatto. Adesivi e volantini firmati “Giovani Padani” sono fioccati da ogni dove, per ribadire il concetto della sovranità della “Padania”. Altro muro di incomprensione è stato creato dai ragazzi che hanno definito questi come razzisti, e, ancora una volta, come succede nel 99% dei casi, una brutta esperienza è servita solo ad aumentare il livello di violenza. Non ha insegnato niente.

2 COMMENTS

  1. Non è vero! Io ho imparato qualcosa
    Non ci credo che questa vicenda non abbia insegnato niente; io ho imparato, tra l’altro, che una giovane studentessa come Diletta può raccontare della vicenda in un modo che ritengo molto equilibrato, quasi asettico, anche se suoi coetanei dovessero dare una diversa lettura dei fatti. Mi piace quando si esprimono con stile così garbato anche coloro che avessero idee diverse dalle mie.
    Eppoi, cara Diletta, c’è un aforisma a me molto caro che recita: “OGNI GIORNO CIASCUNO DI NOI INSEGNA QUALCOSA AGLI ALTRI SENZA SAPERLO!”.
    Grazie, Diletta, per ciò che mi hai insegnato oggi.

    (Umberto Gianferrari, presidente Circolo della Libertà di Castelnovo ne’ Monti)

  2. Realismo, non razzismo
    Nonostante io sia appartenente al movimento giovani padani, espongo le mie idee principalmente come studente. Ritengo questa aggressione un orribile evento nonostante sia uno dei tanti che ogni giorno vengono rappresentati dai quotidiani e dai telegiornali. Penso che le persone dovrebbero iniziare ad aprire gli occhi e a riflettere, ciò che viene accusato come razzismo non è altro che semplice realismo.

    (Commento firmato)