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Crisi di giunta a Vetto / Ferrari: “I due tronconi di maggioranza si rimpallano le responsabilità, ma… “

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In questi giorni gli organi di informazione hanno riferito dell'uscita, dalla giunta municipale di Vetto, degli assessori Athos Nobili e Roberto Pagani, il primo anche vicesindaco, cui ha fatto seguito una replica piuttosto infuocata del sindaco e degli assessori rimasti in carica.

Sempre secondo le notizie di stampa, le dimissioni presentate dai due interessati hanno una duplice motivazione, posto che essi affermano di non condividere l’attuale gestione amministrativa e nel medesimo tempo lamentano l’attenzione prestata alla minoranza da parte del sindaco Sara Garofani (una attenzione che avrebbe portato un esponente della minoranza, Fabio Ruffini, ai vertici del Partito Democratico).

Entrambe le motivazioni addotte non appaiono convincenti, e la seconda ci lascia anzi parecchio stupefatti, visto come sono andate le cose, ma anche il sindaco Garofani dà risposte contraddittorie e sembra avere memoria corta, alla pari dei due “fuoriusciti”.

Se andiamo con ordine, i problemi all’interno della maggioranza sono cominciati poco dopo l’insediamento, a pochi mesi cioè dalle elezioni comunali del 2004, con la nascita del gruppo degli indipendenti (Athos Nobili, Roberto Pagani, Ernesto Beretti e Simone Merzi), un fatto che i giornali hanno tuttora ripreso e che è stato a sua volta il preludio di altre dissonanze tra le due componenti della maggioranza.

Noi abbiamo puntualmente stigmatizzato, dentro e fuori il Consiglio comunale, queste ricorrenti frizioni, ritenendole dannose alla vita amministrativa locale e dunque alla comunità vettese, ma la nostra controparte, sindaco compreso, le ha sistematicamente minimizzate, come se noi fossimo dei visionari.

I nostri concittadini ricordano bene che, agli inizi del 2006, il Consiglio comunale già convocato per il 9 gennaio, allo scopo di discutere il bilancio di previsione, venne rinviato a data da destinarsi causa le tensioni sorte nella maggioranza, e di fronte alle nostre proteste il sindaco Garofani parlò poi di "ritrovato accordo" e di "impegno comune" da parte dei componenti della maggioranza, che a suo dire avevano dato “prova di responsabilità e serietà amministrativa”. Aggiungeva pure che la “giunta ha tutte le qualità e i requisiti per far fronte ai problemi e alle esigenze del nostro territorio… ”, e nel frattempo rafforzava le deleghe agli assessori Nobili e Pagani.

Ben altri sono i toni usati oggi dal sindaco, che parla di contrapposizioni iniziate fin da subito, e fa dunque una netta retromarcia, smentendo le proprie dichiarazioni di allora, e viene dunque a darci ragione.

Una ragione a dire il vero molto tardiva, ma del resto ci siamo abituati a veder sistematicamente respinte dalla maggioranza le nostre proposte, che sono state innumerevoli, e questo dato sconfessa in modo inconfutabile la tesi dei due assessori “dissidenti”, laddove sostengono che il sindaco ci ha dato apertura e credito; una tesi che rispediamo dunque al mittente. Non a caso un nostro comunicato del luglio 2006 portava questo titolo: "E’ mai possibile che la minoranza di Vetto abbia sempre torto???".

Secondo noi il sindaco Garofani ha oggettivamente sbagliato a non tener mai conto delle nostre proposte, perché noi abbiamo costantemente svolto un’opposizione chiara e determinata, ma nel contempo leale e frontale, nonché propositiva, avendo sempre a cuore le sorti del nostro paese.

Ma la Garofani ha anche la non piccola responsabilità di aver sottovalutato, e anzi negato, le spaccature della maggioranza. Ha per di più premiato come sappiamo gli assessori “dissidenti”, sacrificando alla politica le questioni amministrative, e ha così aperto la porta a un lungo logoramento (che può avere conseguenze imprevedibili per la comunità vettese) e oggi servono a poco le inversioni di marcia e le sue pepate reazioni.

Ma sconcertano parimenti i due assessori “dissenzienti” quando sostengono di non condividere l’attuale gestione amministrativa, dopo che in tutti questi anni non hanno mai preso le distanze dalle scelte programmatiche del sindaco, e hanno sempre approvato i bilanci annuali, sia come preventivo che come consuntivo, e mai il loro gruppo di Indipendenti ha portato in Consiglio tematiche e proposte da discutere in forma collegiale.

Ha dunque l’aria di essere parecchio strumentale questa loro presa di distanza, che arriva nell’ultimo anno di mandato, dopo che per un quadriennio hanno condiviso la politica amministrativa della maggioranza, e ha tutto il sapore di un pretesto il fatto che abbiano attribuito alla candidatura di Fabio Ruffini, verso la segreteria comunale del Partito Democratico, la rottura che si è consumata nelle loro file.

Anche per noi il nuovo ruolo assunto da Fabio Ruffini non è un aspetto ininfluente, ma abbiamo motivo di pensare che risolveremo questa nuova situazione in tempi e modi diversi da quelli fin qui seguiti dai due tronconi della maggioranza.

Quando poi Athos Nobili si esprime a favore della diga di Vetto dimentica che non si ricordano sue iniziative in tal senso durante i quattordici anni in cui qui è stato sindaco, e questa sua singolare “amnesia” non può passare inosservata.

Ma l’argomento “diga” fa “sbandare” anche l’attuale sindaco e i restanti membri di giunta quando nel loro comunicato affermano che “non ritengono utile per il paese di Vetto aprire un dibattito su di un’opera che non si farà mai”. Dichiarazioni che li fanno apparire come depositari di verità assolute, e inoppugnabili, mentre pensavamo che la cultura del “pensiero unico”, tanto cara ai regimi autoritari di un passato più o meno lontano, fosse ormai tramontata.

Noi ovviamente non sappiamo cosa ci riserverà la crisi che si è aperta nel nostro governo municipale, e solo il tempo potrà farci comprendere meglio le cause che l’hanno generata, ma anche noi vogliamo azzardare un'ipotetica spiegazione, andando per immagini.

Poiché, per opinione ormai prevalente, l’attuale centro-sinistra non sta dando una lusinghiera prova di sé, a vari livelli, e siccome le comunità montane sembrano incamminate verso una riduzione degli assessori, può esservi chi decide di abbandonare la nave su cui è da tempo comodamente insediato, e che oggi sta però navigando con maggiori difficoltà, per vedere se può intanto trovare una sistemazione più sicura, e scongiurare così l’eventualità di un naufragio.

Fuor di metafora e per concludere, in politica, similmente ad altri campi della vita, tutti i ripensamenti sono legittimi, ma correttezza vorrebbe che non li si addebitasse ad altri.

(Giovanni Ferrari, capogruppo della minoranza consiliare di Vetto)