Home Editoriale Vetto, una crisi (im)prevedibile? Le singolari dimissioni di Nobili coinvolgono il Pd

Vetto, una crisi (im)prevedibile? Le singolari dimissioni di Nobili coinvolgono il Pd

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Quanto ha influito la nascita del Pd nella caduta del governo Prodi? Domanda ricorrente tra le diverse ipotesi dell’agenda politica nazionale. Ma tanto può essere accaduto anche a Vetto? La nascita del Pd può avere contribuito alle dimissioni di Athos Nobili da vicesindaco e all’apertura di una crisi interna alla maggioranza del Comune? E’ singolare leggere quanto scrive nel comunicato, trasmesso ai media, l’ex vicesindaco. Si rivolge al sindaco, Sara Garofani, e lancia l’accusa di “mancanza di democrazia nei confronti di chi aveva un pensiero autonomo. Democrazia che, invece, c’è stata nei riguardi della minoranza”. “L’attenzione prestata dalla Garofani alla minoranza ha comportato l’adesione ai vertici comunali del Partito democratico di un suo esponente, Fabio Ruffini”. “Questo consigliere comunale – prosegue la nota di Nobili - eletto nelle file del centrodestra il 13 giugno 2004 è, infatti, come è stato riportato da Redacon, il candidato unico alla carica di segretario comunale del Pd di Vetto e, pertanto, diventerà tale nelle prossime ore”.

Come Redacon, lusingati per la citazione, per dovere di cronaca dobbiamo registrare qualche precisazione: “Fabio Ruffini – ci spiega la minoranza vettese da noi interpellata - è stato eletto in una lista civica (attualmente all’opposizione) e, in quanto tale, non di centrodestra, come appunto dimostra il suo inserimento nelle file del Pd”. Su Redacon, inoltre, abbiamo ospitato a più riprese le lamentele del gruppo di minoranza per la limitata considerazione del sindaco nei loro riguardi.
Ma, soprattutto, che c’azzecca la questione Ruffini, segretario del Pd, con le dimissioni di Athos Nobili?
Forse l’amministratore/giornalista si era dimenticato di essere alleato, da circa un decennio, con un esponente (Sara Garofani) prima diessino e da subito membro del neonato Pd? Forse il fautore del comitato pro-diga si è dimenticato di essere stato il primo ex-dc ad avere portato la sinistra ad amministrare il comune di Vetto, grazie a un clamoroso accordo con l’ex partito comunista all’inizio degli anni Novanta?

Davvero singolari le tappe degli ultimi due anni che hanno portato a questa crisi a Vetto.
In sede di composizione delle liste, alle ultime elezioni, Athos Nobili provò, senza riuscirvi, a compilare una lista autonoma. Venute a meno le condizioni, in extremis, si ri-alleò con Sara Garofani (per i due mandati precedenti sua vicesindaco), scoprendo solo dopo che… la sedia di “numero due” gli andava stretta.
“Ci creano qualche problema questi ex sindaci nelle nuove giunte di maggioranza”, si lamentarono ai piani alti della Provincia.
Da qui, a pochi mesi dalla vittoria, la fondazione di un gruppo di maggioranza indipendente, assieme al consigliere e assessore Roberto Pagani.
Poi la richiesta – accolta – di un posto in Comunità Montana, in veste di assessore alla scuola; un assessorato cui sarebbe interessante chiedere conto dell’attività svolta.
Poi, la rivendicazione – concessa – per l’assegnazione di altre deleghe in Comune: crisi scampata. “Non ho più nulla da dargli”, sbottò la Garofani.
Poi l’accusa a mezzo stampa di ‘comunista’ sempre alla Garofani, suo sindaco…
E, infine, le dimissioni.

Ora non è chiaro se il ‘recesso’ da questi incarichi amministrativi farà venire meno anche l’appoggio alla maggioranza, fino ad ora quasi mai mancato.

“La minoranza ha mantenuto sempre un atteggiamento attivo e critico nei confronti della maggioranza per il bene di Vetto – dichiara a Redacon Gianni Ferrari, capogruppo di minoranza -. Mentre il gruppo indipendente di Athos Nobili, seppure di maggioranza, non ha mai messo in evidenza disponibilità di collaborazione per attivarsi per il bene del nostro paese. Anzi, abbiamo sempre visto nel gruppo degli indipendenti di Athos Nobili solo ostruzionismo”.

Lei crede che si dimetterà anche da consigliere? “Restiamo in attesa dello sviluppo degli eventi”, glissa Ferrari. E in Comunità Montana – dove mezzo consiglio è nel Pd – cosa accadrà? (La risposta a quest'ultima domanda - giunta in questo stesso pomeriggio - si può leggere qui).