Sembrava un’isola felice. O, per i non fumatori, un paradiso ritrovato. Il divieto di fumare nei locali pubblici chiusi – entrato in vigore dal 10 gennaio 2005 ai sensi della Legge 3/2003 – aveva radicalmente trasformato i bar, discoteche, pizzerie, ristoranti, pub… anche del nostro Appennino.
Di più: recarsi in Alto Adige – ove vige una legislazione autonoma - e… vedere fumare in un bar pareva un bel salto all’indietro, ai tempi in cui ‘il fumatore’ poteva altamente infischiarsene dei rischi del fumo passivo.
Dopo l’entrata in vigore del divieto, agli esercenti che, comunque, volevano garantire la possibilità di fumare ai loro clienti non restava che allestire una sala appositamente attrezzata. Per quanto si è visto molti è risultato più semplice installare ‘funghi’ riscaldati all’esterno del locale sotto i quali piazzare i fumatori incalliti.
Eppure, da qualche tempo pare che qualcosa sia cambiato. In diversi in diversi locali dell’Appennino e negli orari più insoliti può capitare di vedere fumare, all’interno beneinteso.
La prima volta che abbiamo constatato questo fenomeno ci siamo detti ‘sarà un’eccezione’. La seconda volta ci siamo incuriositi e raccolto un sospetto. La terza abbiamo una prova, anche perché parliamo di esercizi in comuni differenti in Appennino. E, in diversi casi, di pubblici uffici.
“Il fenomeno che rilevate – rivela a Redacon un avventore di un locale ‘incriminato’ – è vero. Le cause? Beh, indubbiamente la complicità del titolare del locale, che spesso fuma, quando - lui primo - dovrebbe presiedere al divieto. Poi, gli altri avventori che, quasi mai, si permettono di opporsi alla volontà del titolare. E, infine, le multe di cui si parla, mai applicate. In fondo, che male c’è nell’accendersi una sigaretta?”
Già, quali erano, anzi quali sono, le sanzioni previste dal Ministero della Salute?
I gestori, ricordiamo, non sono tenuti soltanto alla materiale apposizione del cartello di divieto di fumo ma anche ad attuare interventi attivi di dissuasione nei confronti dei trasgressori. La sanzione per i titolari dei locali pubblici può arrivare alla sospensione, da parte del questore, per un periodo da tre giorni a tre mesi, o alla revoca della licenza di esercizio del locale. In particolare, i gestori dovranno richiamare formalmente i trasgressori all'osservanza del divieto di fumare; e segnalare, in caso di inottemperanza al richiamo, il comportamento del o dei trasgressori, ai pubblici ufficiali e agenti ai quali competono la contestazione della violazione del divieto e la conseguente redazione del verbale di contravvenzione. Per chi fuma in locali ove vige il divieto sono previste sanzioni amministrative comprese tra i 27,50 e i 275 euro, che possono essere raddoppiate qualora la violazione sia commessa in presenza di una donna in evidente stato di gravidanza o in presenza di lattanti o bambini fino a dodici anni.
Alla polizia locale (polizia municipale, carabinieri…), il compito di applicare le sanzioni. Sono mai state applicate?
“In questi anni – spiegano al comando della polizia municipale di Castelnovo che, assieme ai Carabinieri sono chiamati al vigilare sul rispetto della norma – non abbiamo mai rilevato violazioni in tal senso, né ricevuto segnalazioni in merito. Prendiamo atto della vostra”.
La municipale pensa solo a fare saltare patenti…
…questa segnalazione di Redacon credo che sia la prova maggiore di quanto la polizia municipale di Castelnovo ne’ Monti continui a fare multe e verbali solo ed esclusivamente per arricchire le proprie tasche e di come non pensi, invece, alla salute pubblica ed in generale alla tutela di terzi. Sarebbe bene aprire un dibattito su ciò che dovrebbe fare o meno la polizia municipale: in fin dei conti (come diveva anche il buon Beppe Grillo) sono comunque nostri dipendenti… Rifletteteci.
(m.f.)
—–
@CRingraziamo il lettore per il contributo. La notizia inserita, per altro, non vuole aprire un dibattito sulla polizia municipale di Castelnovo Monti – l’ultimo report di attività presentato dimostra una pluralità di funzioni e azioni, ndr – ma semplicemente un malcostume che si sta diffondendo sempre più. Le prime responsabilità, come si rileva nell’articolo, sono di chi non fa rispettare la legge nel proprio locale. Per dovere di cronaca, infine, ricordiamo che l’infrazione al divieto di fumo deve essere rilevata da polizia locale, non solo quindi la polizia municipale. Ma… è deludente dovere pensare che per l’applicazione di una norma di buon senso debba intervenire la polizia.
(red)#C
Le leggi ci sono, ma…
Ennesima conferma del fatto che in Italia non si necessita di nuove leggi ogni giorno, ma di usare e fare rispettare quelle esistenti: farle rispettare non deve essere un arbitrio.
(Commento firmato)