Home Cronaca “Siamo solidali col papa”. Ma c’è l’attacco del Prc

“Siamo solidali col papa”. Ma c’è l’attacco del Prc

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Il baisano vicesindaco Alberto Ovi è presidente Gruppo consiliare Pd. Nonostante i distinguo di alcuni ononorevoli del suo partito, esprime la propria solidarietà - quindi a nome del Pd reggiano - a Papa Benedetto.

"Esprimiamo netta condanna per le manifestazioni di intolleranza che hanno indotto Papa Benedetto XVI a rinunciare alla partecipazione all’apertura dell’anno accademico dell'Università La Sapienza di Roma - attacca una nota a firma di Ovi, per il Pd. Comportamenti e dichiarazioni che hanno determinato un clima di tensione che non fa certo onore alle tradizioni di civiltà e di tolleranza del Paese e che hanno interessato una istituzione di cui confronto delle idee, rispetto delle opinioni e libertà di pensiero dovrebbero essere elementi caratterizzanti. Manifestiamo al Pontefice la nostra piena e convinta solidarietà".

Giorgia Riccò, invece, è presidente del Gruppo consiliare del Partito di rifondazione comunista, mentre Daniele Ferrari è membro della Segreteria Provinciale del Prc.
"Vorremmo intervenire quali rappresentanti di una forza politica laica e di sinistra come il Prc sulle vicende riguardanti la visita del Papa all`Università La Sapienza.
Siamo letteralmente attoniti per toni e discorsi che la destra italiana e` stata capace di fare una volta avuta la notizia della rinuncia, opportuna, da parte del Papa a parlare all`apertura dell`anno accademico. Sono stati evocati scenari in cui la libertà di parola sarebbe conculcata e in cui una deriva laicista (parola di moda, ma che nessuno ha ancora ben spiegato cosa significhi) starebbe permeando la società italiana. Riteniamo queste affermazione destituite di ogni fondamento e specchio della malafede e del livello di genuflessione di cui è capace la maggior parte della classe politica dall`estrema destra sino a pezzi significativi del Pd. E' bene iniziare col dire che non vi è stata nessuna violazione della libertà di parola, nessuno ha impedito al Papa di recarsi alla Sapienza e di parlare: egli è stato, semplicemente, dichiarato da un gruppo di professori e da diverse organizzazione studentesche, 'persona non gradita'. Non crediamo che questo fatto, di per sé, rappresenti chissà quale delitto, a meno che non si ipotizzi che la semplice critica al pensiero di un capo religioso rappresenti un delitto di lesa maestà, nel qual caso vorremmo capire cosa ci differenzia dall`Iran o dall`Arabia Saudita. In secondo luogo crediamo che parlare, oggi, in Italia, di deriva laicista sia, come minimo, una distorsione della realtà. Noi viviamo in un Paese dove la ricerca è impedita da una legge (la legge 40) ispirata a principi religiosi e dove le migliaia di parrocchie possono, ogni domenica, fare politica condizionando le coscienze di milioni di persone".

Ma ce n'è pure per il 'reggiano' Camillo Ruini.
"Siamo in un Paese dove il cardinale Ruini - prosegue la nota del Prc - ha potuto permettersi di entrare a gamba tesa nel dibattito su un referendum, violando precise disposizioni concordatarie, senza che i liberali dell`ultima ora abbiano battuto ciglio. Viviamo in un Paese che mantiene il clero cattolico per una cifra che si aggira sui 9 miliardi di euro l`anno tra contributi statali, regionali, provinciali e comunali, Ici non pagate e via elargendo. Pensiamo che l`episodio della Sapienza dovrebbe far riflette i cattolici e i loro rappresentanti politici sul livello di fastidio, purtroppo ancora minoritario ma crescente, verso una chiesa che, anziché testimoniare Cristo, cerca di accrescere il proprio potere a discapito della libertà di tutti. Finché la laicità, in questo Paese, sarà bollata come eresia, finché i laici, non devoti, saranno tacciati di essere degli anticristo, finché una donna che vuole abortire sarà accusata di essere un`assassina, ci sarà bisogno di qualcuno che metta un punto, che alzi un argine come hanno tentato di fare alla Sapienza".

E il casinese Fabio Filippi, presidente del Gruppo delle libertà in Regione?
"La Sapienza è diventata Insipienza e Intolleranza. Il fatto che il Papa sia costretto a rinunciare alla sua lezione nell’Università romana, disonora la capitale e il Paese e getta un’ombra pesante sul mondo accademico e la cultura italiana. Chiama in causa le responsabilità del centro-sinistra, visto che molti cattivi maestri sono annidati là dentro, e in particolare le responsabilità dei cattolici alla Castagnetti che esprimono la condanna di rito solo quando la frittata è fatta. La contestazione contro Benedetto XVI - un Papa che parla chiaro ed ha una straordinaria profondità di pensiero - è certamente frutto dell’atteggiamento di una minoranza di professori e di gruppuscoli di studenti che farebbero meglio a sgobbare sui libri. Quanto accaduto è sintomatico del clima in cui è precipitata l’Italia: un clima di intolleranza crescente contro la Chiesa e il mondo cattolico, considerati buoni solo se si occupano di poveri e risolvono i problemi per conto delle amministrazioni di sinistra, ma fastidiosi e da imbavagliare quando parlano del messaggio di Cristo, di valori da difendere, di diritto alla vita, di difesa dell’uomo e dell’embrione umano... A questa Chiesa e a questi cattolici si vorrebbe togliere la parola: ed è esattamente quello che è accaduto a Papa Ratzinger. Il problema vero non è una pattuglia di docenti un po’ ignoranti e di studenti sfaccendati: oggi in Italia si mette il bavaglio al mondo cattolico e al suo Pastore, mentre ci si sbraccia (giustamente) per ricevere con tutti gli onori il Dalai Lama e un imam può predicare tranquillamente sulla tv di Stato come docente dell’Università Telematica Nettuno. È l’Italia del multiculturalismo che spalanca le porte ai fondamentalisti islamici, e per questo odia il Papa cattolico della lezione di Ratisbona. Si è aperto un varco nel sistema dei valori cristiani alla base dell’Europa e della nostra identità. Un varco che dal punto di vista culturale e politico passa dentro l’Unione, grazie agli alleati radicali di Prodi e al cattocomunismo di cui è intrisa la base ideologica del Pd. Ma se questo varco è sempre più largo, la responsabilità è soprattutto dei cattolici che cercano il quieto vivere, che non sanno e non vogliono contrastare il relativismo e il nichilismo, e non sanno neppure scendere in piazza per difendere il diritto del Papa a parlare all’Università di Roma".

Ma Filippi chiama in causa anche i sacerdoti.
"La responsabilità è anche dei preti e dei vescovi che tacciono per non turbare la pace politica del centro-sinistra. È soprattutto dei politici cattolici che per difendere poltrone e potere continuano a scendere a compromessi con gli estremisti di sinistra, e in questo modo portano il Paese alla rovina. È l’ora che i cattolici alzino la testa, nella cultura e nella politica, e chiudano la stagione della tresca con le forze che li vogliono emarginati e ridotti al silenzio".

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Pezzi correlati:
- Lettera / "Indignato per la mancata visita del Papa alla Sapienza" (17 gennaio 2008)

14 COMMENTS

  1. Solidarietà del “piffero”
    Che il PD, al governo ed installato su tutte le massime poltrone istituzionali, esprima tardiva quanto inutile solidarietà all’atto “illiberale” consumatosi fa francamente sorridere. Siamo al punto che vengono accolti ed acclamati terroristi, ex brigatisti ed assassini piuttosto che il Pontefice! Il brodo culturale da cui è nato questo atteggiamento FASCISTA è riconducibile senz’altro nell’area che aggrega gli attuali piagnoni, alleati dei comunisti. Ricordo poi ai comunisti di ieri, di oggi e anche di domani che (fortunatamente) la nostra civiltà (e loro stessi) è comodamente adagiata e gode, mi auguro stabilmente, dei valori storicamente portati dalla “cristianità”. Anche il più laico di noi ne è culturamente impregnato, e spero che ciò possa permanere e venga trasmesso alle culture immigranti. Nelle ultime settimane le nostre più alte cariche dello Stato, con atteggiamento “mummificato”, di fronte a questi fatti (compresa la “mundezza” di Napoli) altro non sanno fare altro che dichiararsi preoccupati, allarmati, amareggiati… Che straordinario esempio di concretezza, azione e personalità! Che contributo alla civiltà! Che straordinario esempio di intolleranza! In 10 giorni, con Napoli e La Sapienza, abbiamo dato al mondo l’immagine del peggio di noi.

    (F.D.)

  2. Vorrei risposte più pertinenti
    Credo sia importante analizzare la vicenda nella sua complessità, prima di ‘tagliare del gnocco’.
    1) Il Papa non è stato cacciato ma ha declinato un invito.
    2) Il Papa non si può considerare un individuo ridotto al silenzio, al quale sia stata tolta la libertà di parola (vittima di una violenza fascista, per intenderci) perchè parla a chi lo vuole ascoltare almeno ogni domenica all’angelus (e poi attraverso i suoi libri, ogni giorno al telegiornale, e via dicendo.. ).
    3) Stiamo parlando dell’inaugurazione dell’anno accademico in una università pubblica, evento cioè con una carica simbolica ben diversa da un qualunque seminario sul rapporto tra fede e ragione.
    4) Il fronte dei contrari, per quanto minoritario, non può certo definirsi violento; al limite, se proprio vogliamo, irriverente e laicista.
    5) Amato ha garantito che non ci sarebbe stato alcun pericolo per l’incolumità del Pontefice qualora avesse scelto di tenere il suo intervento (e forse non c’era bisogno della sua parola d’onore: dei professori emeriti o degli studenti armati di pistole e pugnali per difendere la libertà della ricerca, sarebbero perlomeno un paradosso).
    Detto questo, mi sento di ritenere che le domande ‘giuste’ da porre siano: perchè mai il rettore della Sapienza ha fatto una scelta del genere? e ancora, perchè mai il Papa non si è recato alla Sapienza, quando l’unico rischio che avrebbe corso sarebbe stato quello di un dissenso intellettuale? E infine: perchè tutto ‘sto delirio quando nessuno ha detto nulla sul trattamento riservato poco tempo fa al Dalai Lama? Su questo vorrei sentire risposte. Risposte autentiche intendo, non ideologiche.
    Perchè in gioco c’è qualcosa che mi preme molto di più della ‘bestemmia’.

    (Elisa Predieri)

  3. Il peggio non ha limite…
    Concordo su quanto sopra commentato. All’estero, comunque, non abbiamo avuto in passato una grande reputazione; per una quindicina di anni mi ci sono recato e mi guardavo bene dal far capire che ero italiano, parlando inglese soltanto. Maccheroni, pizza, scioperi e mandolino facevano folclore e cattiva reputazione. Purtroppo hanno visibilità le “empty cans” e non tutti gli italiani meritevoli e capaci. Se ho letto bene, di 450 docenti solo 50/60 sono stati contrari alla visita del papa. Gli altri hanno dato una dimostrazione di tolleranza “encomiabilmente democratica”.

    (c.a.)

  4. Libertà di contestazione… eccessiva
    Credo che la situazione evidenziata dall’episodio dell’Università La Sapienza, anche se ciò è sfuggito a molti, non sia figlia (o per lo meno non solo) dell’intolleranza laica all’intromissione di concetti religiosi in ambienti istituzionali. Secondo me è figlia di un clima che in Italia regna da ormai diversi anni, e che è possibile percepire chiaramente anche su qualunque mezzo di informazione. Ormai tutti si sentono in diritto di contestare liberamente qualsiasi posizione espressa da figure di rilevanza pubblica (i politici tra di loro per primi, senza distinzione di appartenenza), con toni forti e spesso eccessivi. Questo vale per qualsiasi parte politica, ma anche per quelle personalità che si dichiarano “apolitiche” (o, traslando in campo religioso, atee). E’ difficile pensare che da questo clima possa salvarsi anche chi è deputato a parlare di temi che sembrerebbero inattaccabili, perchè legati alla fede, al modo di vivere la propria vita, ai propri valori ed alle proprie scelte, e quindi in definitiva alla sfera personale di ogni individuo. Ormai questo diritto di contestazione è sentito da una ampia percentuale delle persone (soprattutto i più giovani che sono cresciuti in questo clima) come applicabile a chiunque. Credo che il fatto che ultimamente la Chiesa Cattolica si sia impegnata direttamente su tematiche che sono, oltre che di innegabile competenza della stessa, anche profondamente politiche, l’abbia portata ad essere trascinata in questo clima. C’è poi da dire che, mentre Giovanni Paolo II, pur con interventi per nulla lassisti in tema di morale ma anche di politica internazionale, sia sempre stato visto prima di tutto come una grande figura religiosa (forse per la sua straordinaria umanità e capacità di essere vicino alle persone), Benedetto XVI sembra essere percepito più come una figura politicizzata, non so se a causa dei tempi diversi che viviamo o a causa della sua personalità. L’unica soluzione, valida verso il Papa ma che dovrebbe essere allargata ad ogni sfera della vita pubblica, dovrebbe essere un ritorno a modi più educati e rispettosi. Perchè la libertà di parola e di opinione è, ne sono convinto, la libertà di dire ciò che si vuole, ma i toni in cui si dice e le modalità in cui ci si esprime non sono affatto secondari rispetto ai contenuti.

    (Commento firmato)

  5. Quale limite per la libertà di parola?
    Quest’ultimo commento mi fa venire in mente due ‘aneddoti’.
    a) I greci che facevano della libertà di parola (@Cisegoria#C) uno dei pilastri della loro democrazia avevano escogitato anche modalità per evitare ‘degenerazioni’: si trattava dell’etica della @Cparrhesia#C (sia da parte degli ascoltatori che degli oratori in assemblea ci si attendeva sempre franchezza, spirito critico e responsabilità) e del correlato coercitivo della @Cgraphè paranomon#C (chi si faceva promotore di proposte contrarie al @Cnomos#C, alla legge, poteva essere condannato a morte).
    b) Qualche tempo fa un mio coinquilino, lamentandosi del fatto che gli scioperi dei trasporti fossero sempre organizzati il venerdì, quando lui doveva rientrare a casa, se n’è uscito con questa genialiata: “Secondo me lo Stato dovrebbe regolare gli scioperi”.
    Tutto questo per chiedere: come porre un limite alla libertà di parola e di dissenso che non tradisca questa stessa libertà?

    (Elisa Predieri)

  6. La posizione del Partito Comunista dei Lavoratori
    L’annullamento della visita del Papa all’università di Roma è un successo dell’iniziativa studentesca. Nonostante la clamorosa latitanza di tutte le sinistre di governo, una mobilitazione dal basso, determinata e radicale, ha imposto una battuta d’arresto all’invadenza clericale e al papismo veltroniano. Era ora. Adesso è necessario allargare la mobilitazione.
    Il Partito Comunista del Lavoratori propone a tutte le sinistre e a tutte le forze dell’associazionismo laico lo sviluppo di un’iniziativa unitaria di lotta anticlericale su scala nazionale che, partendo dalla difesa della legge 194sull’interruzione volontaria della gravidanza, persegua tre obiettivi di fondo:
    1) la soppressione dei finanziamenti pubblici di scuole e università private e confessionali;
    2) la fine della scandalosa esenzione fiscale dei beni ecclesiastici riproposta nella finanziaria 2008 con l’appoggio del centrosinistra e del centrodestra;
    3) l’esproprio senza indennizzo delle grandi proprietà della chiesa per una loro destinazione ad uso sociale.
    Sono rivendicazioni giuste, popolari, potenzialmente maggioritarie nella società italiana. Richiedono semplicemente una sinistra vera che abbia il coraggio di impugnarle, rompendo con il Partito Democratico di Prodi, Veltroni e Binetti.

    (Il Comitato della sezione di Reggio Emilia del Partito Comunista dei Lavoratori)

  7. Sensibilità
    Cara Elisa, sono l’autore del commento “libertà di contestazione eccessiva”. Ti ringrazio per le tue osservazioni, assolutamente condivisibili. Provo a dare una risposta al tuo quesito conclusivo: è impossibile affidare il desiderio di un dialogo più corretto e responsabile ad agenti “esterni”. Sta tutto nella sensibilità di chi in questo dialogo è protagonista, sapendo che avrà una cassa di risonanza che porterà a tutti le sue parole. Questo vale in particolare per coloro che hanno ruoli pubblici, ma oggi, lo vedi anche attraverso queste pagine, vale (almeno un po’) per tutti, dato che ci sono possibilità e libertà di espressione fortemente favorite anche dai mezzi tecnologici. Per quanto riguarda le personalità con incarichi pubblici, almeno abbiamo l’opportunità di sostenere e portare avanti quelle che dimostrano di avere in misura maggiore questa sensibilità. E’ un aspetto da non sottovalutare.

    (Commento firmato)

  8. A proposito del partito comunista dei lavoratori. Aboliamo il comunismo
    Se chi si definisca, ancora, nel 2008, comunista si riconosce nelle parole di questo fantomatico partito comunista dei lavoratori (lasciatemi usare le minuscole), io dico che di questi comunisti ho davvero paura perchè sento messa in discussione la libertà di alcuni a favore di altri. E chiedo, come avvenuto per il fascismo e il nazismo, che per ideologie e partiti che nel mondo sono stati causa di morti e dittature (come il comunismo, appunto) ci sia un’abolizione per legge.

    (Commento firmato)

  9. Alcune risposte più pertinenti
    Mi scuso in anticipo per la lunghezza dell’intervento.
    1) Vero, il Papa non è stato cacciato, non si può cacciare uno che non si è neanche fatto arrivare!
    2) Vero anche che il Papa non si possa considerare un individuo ridotto al silenzio, però lo possiamo considerare come uno a cui non è stato consentito di parlare nell’ateneo statale (teoricamente) più prestigioso d’Italia.
    3) L’inaugurazione dell’anno accademico è un momento solenne per l’Università, dove il Rettore può invitare qualsiasi accademico (e il Papa sappiamo bene che lo è) ad intervenire su un tema che decide il Rettore stesso. Educazione vuole che si ascolti il relatore e poi magari lo si critichi!
    4) Non mi risulta che l’occupazione di un’aula del Senato Accademico delle Università Italiane sia un’eccezione tra i reati del nostro ordinamento! Se poi il Rettore non li ha denunciati per evitare ulteriori problemi è stato un atto di lungimiranza, non certo di legalità. Poi mi pare che stamattina le cariche alla polizia per entrare in università (da parte di chi non era munito di tesserino!!! e probabilmente vive a nostre spese nei centri sociali protetti dalla sinistra) non sia solo un atteggiamento “irriverente e laicista”.
    5) Il Papa non è venuto non per paura della propria incolumità (è andato in Turchia, pensiamo se ha paura di girare per Roma), ma per evitare che a causa della sua presenza si verificassero degli scontri o manifestazioni fuori luogo, che, ahinoi, data “l’intelligenza” di questi “signori” si sono verificati comunque!
    Sulle successive domande… ribadisco che il Rettore può invitare chi vuole e non capisco perchè, a priori, il Papa non può essere una di queste persone da invitare! Ti suggerisco di leggere integralmente il discorso che il Pontefice ha preparato per oggi. Potresti rimanere stupita! Se leggi qualche giornale (o sito internet) noterai come il dissenso non sia stato solo intellettuale. E comunque, che tristezza il dissenso senza neanche ascoltare. Infine, non credo il Papa sia stato contento di non ricevere il Dalai Lama, però credo che tu non abbia presente quale sia la reale situazione della Chiesa in Cina. Dove gli unici Vescovi che non vengono perseguitati sono quelli che riconoscono prima l’autorità dello Stato che del Pontefice… in materia religiosa, non civica! Purtroppo anche il Papa è costretto, per la tutela del proprio popolo, a dover prendere decisioni anche dolorose, e in più a non poterle giustificare pubblicamente!
    Ultima cosa: non crederai mica che la presenza del Papa potesse influenzare le ricerche dei nostri 67 fisici? Il Papa una minaccia alla libertà di ricerca? E con quale mezzo???
    Grazie.

    (Pietro Aspesi)


  10. Ringrazio per la pertinenza. E mi dispiaccio di non essere stata abbastanza chiara, di aver dato spazio a fastidiose ambiguità circa la mia posizione. Non mi piace il fanatismo, di qualunque genere (ma si badi bene: non vorrei veder scomparire tutti i fanantici del mondo… ).
    Solo che ho paura: ho paura se è sensato associare la cacciata del Papa alla situazione di Napoli, per poi concludere che il governo fa schifo; ho paura se si parla dell’università solo per la laurea di Valentino Rossi, e si conclude che le università fanno schifo; ho paura se si decide che solo un certo dissenso va bene, perchè ‘è giusto così’; ho paura se si delinea un’immagine del Pontefice analoga a quella di un rifugiato politico, mentre di quelli che davvero sono ridotti al silenzio si parla un giorno no e l’altro nemmeno; ho paura se il Papa non può parlare con il Dalai Lama perchè in Cina i cattolici vengono perseguitati, e nessuno si indigna; ho paura se intellettuali di un certo calibro sentono minacciata la loro libertà di ricerca…
    Tutto qui: non un presunto e pregiudiziale anticlericalismo, all’origine delle mie domande; ma la volontà di trovare il bandolo di una complessità davvero disarmante (che mi sembra di cogliere almeno un po’, anche se Paolo non è molto d’accordo… ).

    (la smetto, lo prometto, Elisa Predieri)

    —–

    @CNon schermirti, Elisa, come vedi trovi spazio e sei gradita.

    (red)#C

  11. Abbbiamo dimenticato il Dalai Lama fuori dal Vaticano?
    Ci siamo tutti dimenticati del rifiuto della Santa Sede di accogliere un premio Nobel per la pace e capo religioso come il Dalai Lama? Dal mio punto di vista questa vergona incredibile basterebbe ad azzerare le contestazioni vaticane. Anche se va detto che la politica stessa che contesta ha rinnegato la presenza del Dalai Lama in Italia.

    (Commento firmato)