Energie rinnovabili per gli edifici pubblici del Comune di Villa Minozzo. E’ l’obiettivo che si persegue con uno studio di fattibilità deciso dall’ente locale per realizzare un impianto di riscaldamento a biomasse legnose provenienti dal taglio dei boschi. La notizia viene riportata sul primo numero del nuovo giornalino dell’Amministrazione, Bun dì.
Si legge: “Lo studio vuole dare una prima indicazione delle potenzialità del mercato attivabile per la legna da ardere e delle componenti economiche in gioco, nella convinzione che la valorizzazione di uno dei prodotti più poveri dell’attività agricola montana, come il frutto diretto del bosco ceduo, gli scarti delle lavorazioni agricole (come ramaglie, cimali, potature, pulizie e diradamenti, ecc.), gli scarti di falegnameria, rappresentano un importante stimolo di attivazione e sostegno dell’intera filiera del legno e la possibilità, economicamente sostenibile, di un duraturo recupero ambientale dei boschi”.
Il progetto del Comune di Villa si incrocia con esigenze e sensibilità ambientali sempre più avvertite dal cittadino medio. Per questo, si annota, “non si può prescindere dal recupero e dalla cura delle zone boschive, che nel comune occupano almeno il 50% del territorio”; ed è quindi fondamentale, si afferma ancora, prendere conoscenza delle possibilità di utilizzo dei diversi prodotti del bosco per la migliore valorizzazione del legno nella sua completezza.
Un bosco ben tenuto, sfruttato nella giusta misura, curato, coltivato per produzioni costanti nel tempo e della migliore qualità possibile, “può costituire un’importante risorsa economica come fonte di materie prime, di energia rinnovabile e pulita nonchè contribuire alla stabilizzazione dei versanti montani".
Un’idea, come si vede, che cerca di coniugare al meglio economia e ambiente.
Si legge ancora nell'organo municipale: “Una moderna coltivazione, per essere sostenibile, deve puntare da un lato alla produzione di materiale di pregio, ove possibile, e dall’altra all’utilizzazione di tutto quanto il bosco produce: il legname da lavoro, legna da ardere, sia in forma tradizionale che nella nuova forma di ‘cippato’, cioè legno tritato”. Il cippato: le moderne tecnologie consentono di produrne notevoli quantità a costi concorrenziali, specie se prodotto sul posto, rispetto a combustibili tradizionali come il gasolio, il gpl o il metano, ma con il vantaggio che il legno ha bassissime emissioni inquinanti (specie di zolfo) rispetto ai combustibili fossili.
L'IMPIANTO PREVISTO
“L’impianto oggetto dello studio prevede la realizzazione di una rete di teleriscaldamento che collega nove edifici di proprietà comunale posti nel capoluogo: scuole medie ed elementari, Croce verde, magazzino-mensa, piscina, palestra, biblioteca, museo del Maggio, municipio e nuovo auditorium (che sarà prossimamente inaugurato, ndr)”.
Vicino alla centrale termica, che sarà ubicata nella zona sportiva, si prevede anche la realizzazione di un piccolo edificio con annesso il silos per il cippato.
Qualche dato tecnico. La potenza necessaria per riscaldare gli edifici in questione è di circa 645 KW (con un consumo di 10.250 kg di gasolio e 142.455 mc di metano). Nello studio di fattibilità l’impianto è stato dimensionato per una potenza di 650 KW ed il consumo previsto è risultato pari a 396 tonnellate/anno di cippato. Dai costi di esercizio attuale, che si aggirano sui 90mila euro, si passerebbe a meno della metà, circa 40mila euro.
Conclude la nota che compare sul periodico del Comune di Villa Minozzo: “Il risparmio annuo prevedibile sulle spese di esercizio ammonta perciò circa a 50mila euro, considerando che a breve la Regione Emilia-Romagna farà uscire un bando per l’assegnazione di contributi pari al 70% della spesa sostenuta per la realizzazione di interventi come quelli da noi progettati e di finanziare il restante 30% con l’accensione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti della durata ventennale. I tempi di ritorno dell’investimento risultano dell’ordine di tre anni, con un costo unitario di riduzione del calore di 0,047 €/KW”.
E noi che si fa? Si dorme!
E prendere esempio pure noi? E’ una strada delle tante percorribili (ma sembra che qui si faccia nulla!?). Mi aggiornate su un eventuale interesse del nostro Comune (@CCastelnovo ne’ Monti, ndr#C) indebitato per 12 milioni di euro? Per dire: sarebbe utile e pure economico e votato al risparmio intelligente.
(Commento firmato)
Da noi biogas
A Castelnovo credo sarebbe molto utile un impianto di biogas (@Lhttp://it.wikipedia.org/wiki/Biogas@=vedi#L). Approfittiamo dei finanziamenti; non perdiamo, come sempre, il treno…
(Commento firmato)
Ottima iniziativa!
Apprezzo l’iniziativa, volta a valorizzare la “coltivazione del bosco”, attività che, se fatta con i crismi del buon senso che certamente avevano anche i nostri vecchi, non solo non distrugge ma arricchisce la qualità del bosco anche in fruizione turistica. Abbiamo ottimi esempi nella confinante Garfagnana, e ho avuto modo di verificare come questa attività possa dare eccellenti risultati anche nei boschi di conifere del nord Europa. Un bel “bravo” per questa iniziativa a Luigi Fiocchi, che sul territorio del suo comune di bosco ne ha proprio tanto!
(F.D.)
Darsi una mossa
Sembra un sogno ma potrebbe essere così, abbracciando una politica sui bio carburanti e sulle fonti di energia rinnovabili. In Germania alcuni comuni sono da anni autosufficienti usando aree con impianti fotovoltaici o ad energia eolica, mentre in Italia non c’è ancora nessun piano ambientale concreto. In questi 10 anni siamo rimasti troppo indietro rispetto agli altri paesi europei, è ora di darsi una mossa, in primis i cittadini che dovrebbero informarsi ed essere sostenuti dagli enti locali. Migliorare è possibile!! Il petrolio tra 5 anni arriverà a 200 $ al barile, bisogna muoversi e in fretta !!
(m.r.)
Delucidazioni
Scusate la mia ignoranza, della materia so veramente poco, ma 396 tonnellate di cippato all’anno non sono una quantità esorbitante? Io per il camino di casa uso circa 20 quintali di legna ad inverno e vi assicuro che sono un volume considerevole… fatico a visualizzare mentalmente la quantità di legna necessaria per fare quasi 400 tonnellate…
(Commento firmato)
Veramente un’ottima iniziativa
Concordo pienamente con quanto ha scritto F.D. Potrebbe veramente essere un’ottima soluzione se fatta come un tempo per risparmiare, inquinare meno, aumentare i posti di lavoro in montagna, preservare e tutelare il nostro territorio e un patrimonio boschivo che ormai è abbandonato da tutti.
(Elio Bellocchi)
Qualcuno dà i numeri?
Anch’io sono colpita dalle dimensioni del progetto: 396 tonnellate di cippato… cioè, se ho capito bene, 396 tonnellate di ramaglie, potature, lavorazioni di falegnameria… e legna da ardere, certo: in quali proporzioni? Attualmente qual è nel comune di Villa la produzione di ramaglie e scarti? E quale quella di legna da ardere? Forse 396 tonnellate sono un bel volume per le nostre case di 100 mq e una piccola cosa per il comune quarto in Italia per superficie, o forse… una volta che si è camminato sui carboni ardenti tutte le proporzioni cambiano?! Ma rimane sempre chi si ostina a chieder conto all’immaginazione anche quando è al potere! Allora… buon 2008, con simpatia e amicizia.
(Commento firmato)
Davvero una bella idea!
Sogno o illusione? Da sempre, il limite tra l’uno e l’altra è, a volte, davvero impercettibile… Ma rimane una certezza: “L’UNICO SISTEMA INFALLIBILE PER REALIZZARE I PROPRI SOGNI… E’… S V E G L I A R S I!”. Neppure io so dirvi quanto sia alta un’ipotetica catasta di legna di 400 tonnellate… ma so che OGNI idea riguardante l’uso di energia alternativa rispetto a quelle tradizionali legate all’ORO NERO (oggi a 100 dollari/barile!) è da me vista con estremo rispetto, attenzione e favore!
(Umberto Gianferrari, presidente Circolo della Libertà di Castelnovo ne’ Monti)
Fossero anche cifre calcolate male, irreperibili e si facesse anche solo la metà, sarebbe sempre un’alternativa e una buona partenza. Qui si attende ancora la parola di qualche amministratore locale che accenni se la cosa li vede interessati..
(Commento firmato)
Bellissima idea… se si troverà la materia prima
Tanti apprezzamenti, per carità giusti; ma nessuno che dica: io ho un bosco, gestitelo e sfruttatelo per produrre il legname necessario. Non sarà poi come per i rifiuti, che tutti vogliono stoccare a casa degli altri? E anche qui tutti vogliono questo impianto da far funzionare con il prodotto del bosco di altri??? Andreotti ha fatto da maestro: pensare male…
Se si ipotizza un progetto di tale portata senz’altro i conti li avranno fatti e già si saprà dove reperire la materia prima, almeno per qualche decennio.
(c.a.)
Il cippato questo sconosciuto
La notizia che l’Amministrazione comunale di Villa sta progredento sulla progettazione di reti di teleriscaldamento alimentate a biomasse non può che trovarmi completamente d’accordo.
Per tanti motivi, fra i quali vale la pena ricordare: 1) l’energia pulita derivante da scarti di lavorazione del legno, truciolati, segatura, ramaglie e tronchi; 2) la ricaduta economica per la produzione di biomasse rimarrebbe interamente sul territorio; non come ora con gas e petrolio; 3) si aprirebbe un capitolo nuovo sulla “cultura del bosco”; e qui mi piace aprire un capitolo, proponendo al presidente del Parco nazionale Giovanelli di farsi partner in questa proposta, magari allargandola ad altri comuni del crinale.
Ho avuto modo di visitare alcuni siti (quando ancora ero vicesindaco del Comune di Villa) e avevo le deleghe per questo tipo di progetti. Ebbene, ho avuto modo di constatare direttamente l’applicazione di questo tipo di “energie alternative”, dall’albergo isolato alla grande officina con autosalone, al centro commerciale. BRUNICO è alimentata e servita da una rete di teleriscaldamento alimentato a biomasse.
Per il Comune di Villa mettere in rete tutti gli edifici pubblici del capoluogo (scuole elementari e medie, materne, centro culturale, centro civico, edificio comunale, sede della Croce verde, piscina e palazzetto dello sport) vuol dire utilizzare con previsione di taglio venticinquennale (TEMPO NECESSARIO PERCHE IL BOSCO RICRESCA E SIA PRONTO PER UN NUOVO TAGLIO) circa 300 ha di bosco. FACCIO NOTARE CHE SOLO DI PROPRIETA’ DEGLI USI CIVICI IL COMUNE DI VILLA HA A DISPOSIZIONE CIRCA 5.000 HA DI BOSCO. Questo solo considerando di utilizzare legna proveniente da tagli. Proviamo a immaginare quanto legname da imballaggi e di scarto viene giornalmente prodotto.
(Massimo Bonini)
Per commento firmato: quando ci si imbarca in un progetto non è ammesso che le cifre siano “calcolate male”…
L’iniziativa è certamente lodevole ma era lodevole anche l’iniziativa di quel comune siciliano (se non erro) che decise di sostituire il parco macchine comunale con vetture elettriche e a tal scopo acquistò le vetture, costruì gli impianti per l’erogazione dell’energia e alla fine si accorse che le vetture acquistate non andavano in salita perchè oltre una certa portata proprio non ce la facevano; spesa: 30 milioni di euro (se non ricordo male) e ora quegli impianti e quelle vetture giacciono inutilizzate…
Anche con i progetti più belli e più lodevoli bisogna sempre andare con i piedi di piombo.
(Commento firmato)
Hai ragione
Hai ragione. Il mio era un modo di dire “svegliamoci”, perché, per come stiamo operando, ora non andiamo da nessuna parte, e a perdersi in chiacchiere non concretizziamo mai nulla; era sottinteso che poi le cifre vadano eseguite correttamente, perché, credo, si vuole andare verso il risparmio e verso energie più pulite e adeguate delle attuali (cosa di per sè poco difficile, basta volerla… ).
(Commento firmato)