Una scelta indovinata, quella del Vescovo mons. Adriano Caprioli, che ha deciso di concludere, lo scorso 20 dicembre, la visita pastorale in montagna recandosi dagli ospiti dell’RSA e poi all’ospedale S. Anna di Castelnovo ne’ Monti, dove ha incontrato gli ammalati, gli operatori sanitari, professionisti e non, del nostro nosocomio. Si è trattato di un evento pastorale ma con risvolti sia sul piano civile che sociale e l’intrinseco messaggio umanitario di questa visita, al di là delle parole pronunciate, è a tutti parso subito evidente.
Soddisfazione ha suscitato negli astanti il riconoscimento da parte del presule del ruolo fondamentale e peculiare che da sempre svolge il nostro ospedale nel rispondere ai bisogni sanitari della popolazione montana. Fin dalle prime parole pronunciate nell’androne dell’ingresso principale – dove ad accoglierlo erano in tanti tra medici, infermiere, volontari dell’Avo, responsabili sanitari e della cosa pubblica – il Vescovo ha infatti posto l’accento, oltre alla pur necessaria professionalità, sulla particolare qualità dei rapporti umani che si respira nell’ambiente ospedaliero della montagna, che a differenza di altri, già di per sé è terapeutico per il clima di rispetto nei confronti del malato, accolto come persona e non come numero o caso clinico.
L’elogio delle virtù montanare è proseguito con la considerazione che in montagna la familiarità è di casa, ci si conosce, ci si saluta; non così in città dove ognuno se ne va incurante degli altri: lui stesso ci ha confidato che quando percorre le vie del centro volutamente saluta le persone che incontra per strada e non vuole perdere questa abitudine nonostante la palese sorpresa nei volti di chi risponde al saluto.
In grande forma nonostante le ultime fatiche pastorali, il suo discorso è stato particolarmente gioviale e con battute che hanno suscitato l’ilarità generale rendendo il clima davvero familiare.
Ha ricordato ai presenti che la scelta dell’effettuare la visita in inverno è stata dettata dal personale desiderio d’ incontrare la gente di montagna nell’ordinario e nelle quotidiane difficoltà anche climatiche e perchè: “In questo periodo la caccia ai caprioli è sospesa!”. Ha poi soggiunto che: “Quando mi reco in montagna, poi, succede che spesso nevica, ed è per questo che tra i più interessati alla visita vi sono gli operatori turistici del mondo dello sci!”.
Il Vescovo ha poi ricordato e additato ad esempio le figure di testimoni del prof. Pasquale Marconi e di don Mario Prandi, cui si devono rispettivamente la fondazione dell’ospedale di Castelnovo ne’ Monti e delle Case della Carità: uomini della montagna che tanto hanno dato al mondo della sanità e della carità verso i più poveri (cfr. Atti del Convegno Ecclesiale della Montagna, giugno 2002-giugno 2003, pag. 423).
Dopo un breve rinfresco nella hall, la visita pastorale è proseguita nell’incontro, particolarmente toccante e commovente e cuore della visita stessa, con gli ammalati dei reparti della lungodegenza e della medicina.
L’attenzione del presule per il mondo della sofferenza e della malattia è l’attenzione, da sempre, della Chiesa universale: “Nel servizio alla sofferenza la Chiesa, in duemila anni di vita, ha scritto le pagine più alte della sua storia, più profonde della sua dottrina, più esemplari della sua prassi... I Vangeli parlano chiaro, Gesù nel suo approccio all’uomo singolo e alle folle privilegiava gli infermi, anzi considerava la guarigione dei malati nello spirito e nel corpo come parte essenziale del suo annuncio evangelico, affidando ai discepoli la missione di fare altrettanto. Mai come oggi l’ospedale, il luogo di sofferenza, di ricovero e di cura, è la più vasta ecclesìa, nella quale ci troviamo a testimoniare la nostra fede e a rendere ragione della nostra speranza”. (cfr. Card. Fiorenzo Angelini, “Ero infermo”, Ed. Dehoniane, Roma, 1996).
Anche la nostra Diocesi ha dimostrato, conviene ricordarlo, il suo particolare interesse al mondo della salute proprio il 29 settembre di quest’anno organizzando il “1° Convegno Diocesano Pastorale della Salute” tenutosi all’oratorio cittadino Don Bosco di via Adua a Reggio.
Nell’omelia proferita nella cappella dell’ospedale S. Anna nel corso della celebrazione dei Vespri, a conclusione della visita non solo al nosocomio montano ma all’intero vicariato di Bismantova, il Vescovo ha ringraziato don Pierino Leuratti, cappellano al S. Anna, e don Evangelista Margini, vicario foraneo della montagna, per l’invito a visitare l’ospedale.
A don Pierino ha poi detto, dopo aver chiesto l’orario della Messa in cappella e saputo essere alle 7,00 (!) di mattina: “Beh, alle 7,00 è forse un po’ presto ma chissà che alle 9,00 di una domenica mattina io non ti faccia una sorpresa e vedendoti un po’ stanco non dica la Messa al posto tuo!”. Con subitanea istintiva risposta da parte del sorpreso cappellano, che ha destato il riso dei presenti: “Magari!”.
Anche don Geli ha preso la parola ringraziando il Vescovo in modo particolare per la grande disponibilità ed abnegazione dimostrate e dicendosi particolarmente colpito dall’instancabilità palesemente evidenziata pur nella fatica che una visita pastorale comporta.
Il Vescovo ha poi ringraziando tutti per la cordialità con cui è stato accolto e sono accolti i malati visitati. Ha poi citato, facendo sua, una frase di papa Giovanni XXIII, oggi beato, pronunciata nel corso di una visita ad un ospedale romano: “Io ho messo i miei occhi nei vostri, il mio cuore nel vostro”.
Dopo l’omelia la cerimonia è proseguita con la suggestiva accensione all’altare della lampada della visita pastorale, richiamo evidente, in questo tempo di Natalizio, a Gesù “luce del mondo” (Gv 8, 12) ed alle parole del vecchio Simeone nel Tempio di Gerusalemme, Lc 2,30-32: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”.
Ha fatto seguito, prima del canto del Magnificat, la recita della bella dell’antifona, sintesi di pagine significative della scrittura: “O Chiave di Davide, scettro della casa d’Israele, che apri, e nessuno può chiudere; chiudi, e nessuno può aprire: vieni, libera l’uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte”.
Diverse le preghiere pronunciate dagli operatori della salute, tra le tante ricordiamo le le più significative:
“Per questo Ospedale che oggi ha ricevuto la visita del pastore della diocesi, perché per l’intercessione di S. Anna, il Signore protegga sempre nel loro compito i medici, il personale e i volontari, e doni conforto e sollievo agli ammalati, preghiamo”.
Non è mancata un’intenzione perché “il Signore accolga nel suo regno coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede, per il Prof. Pasquale Marconi, e quanti hanno contribuito al bene comune della nostra montagna”, né per chi, restando ancora quaggiù, ha bisogno di “camminare lieto nella speranza anche nelle prove della vita”.
Ultima ma non meno importante quella “per tutti gli operatori della sanità, perché sappiano seguire con competenza, accompagnare con una presenza assidua e sollecita e condividere i momenti difficili di chi è nella malattia e nel dolore”.
S.E. ha infine concluso la cerimonia con la sua benedizione ai partecipanti e l’augurio, indicando la lampada accesa di essere luce, richiamo evidente a Matteo 5, 14-16: “Voi siete la luce del mondo; non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.
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Pezzi correlati:
- Il vescovo Caprioli in visita all'ospedale di Castelnovo ne' Monti (19 dicembre 2007)
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