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Satanismo e disagio giovanile

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L’analisi è stilata da Andrea Menegotto, Ricercatore e Coordinatore per la Lombardia del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) e membro della SIPR (Società Italiana di Psicologia della Religione).

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1. IL QUADRO: SATANISMO E SATANISTI
Il satanismo è un fenomeno che desta attenzione e preoccupazione in numerosi ambienti. Nella letteratura giornalistica è spesso confuso con fenomeni diversi come la magia cerimoniale, la neo-stregoneria, il neo-paganesimo, la corrente «thelemita» che trae origine dal controverso magista anglosassone Aleister Crowley (pseudonimo di Edward Alexander, 1875-1947), da cui va invece rigorosamente distinto. Nella letteratura giornalistica qualsiasi ritrovamento di residui rituali (candele rosse o nere, pupazzi, calici...) è spesso immediatamente riferito al satanismo, mentre potrebbe trattarsi appunto di altre forme di magia o religiosità.
Il satanismo in senso stretto è un movimento che si interessa al personaggio chiamato Diavolo o Satana nella Bibbia, e ne fa il punto di riferimento principale della sua ritualità. Satana può essere considerato in due maniere:
1. come uno stato di coscienza superiore dell’uomo, come nel satanismo «razionalista», che talora tende verso l’ateismo militante;
2. come un personaggio preternaturale; è il caso del satanismo «occultista».

Occorre peraltro rilevare che la centralità di Satana nel discorso e nel rituale (diversa da qualche semplice riferimento metaforico di carattere anticristiano, che si ritrova in numerosi gruppi) è essenziale perché si possa parlare di satanismo.
Da questo punto di vista, possiamo chiamare «para-satanismo» una serie di fenomeni che hanno elementi in comune con il satanismo, ma a rigore non ne fanno parte. In particolare:
_ il folklore della malavita organizzata e della prostituzione, dove spesso il Demonio è assunto a simbolo della violazione e della sfida alla legge. Talora la malavita e le prostitute si associano a maghi a pagamento a loro volta non estranei a una subcultura ai margini della legge in cerimonie dove si invoca il Diavolo per assicurare il successo di imprese criminose, dove è difficile dire quanto vi sia di puramente simbolico e quanto di reale riferimento al Demonio. A prescindere da altre implicazioni ancora sub iudice  in particolare la cosiddetta terza indagine sui delitti del «mostro», dove si ipotizza la partecipazione diretta o indiretta di «insospettabili» con interessi di tipo magico , le prime due indagini sul caso del cosiddetto «mostro di Firenze» hanno mostrato come i «compagni di merende» che la giustizia ha ritenuto responsabili dei delitti del «mostro» si associassero a prostitute, maghi a pagamento e malavitosi in rituali di questo genere;
_ in secondo luogo, un riferimento «satanico» è talora presente nelle attività di pervertiti sessuali, lecite oppure illecite dal punto di vista del diritto penale, che ritengono di trarre un qualche elemento di eccitazione in più dall’uso di una simbologia satanica, certamente simbolo di trasgressione. D’altro canto, in casi che rientrano certamente nella criminalità, alcuni pervertiti che cercano di adescare minorenni sanno perfettamente che invitarle in un club di adulti per esperienze sessuali difficilmente darà risultati, mentre un certo tipo di minorenne sarà più facilmente adescata dall’invito a partecipare a un «rito satanico» da parte di qualcuno che si farà magari chiamare «reverendo», ma i cui effettivi collegamenti con il satanismo saranno spesso inesistenti. Il riferimento al satanismo è qui semplicemente in funzione di un’operazione criminale.

2. IL SATANISMO CONTEMPORANEO
Il satanismo contemporaneo nasce con un regista underground di Hollywood, Kenneth Anger (pseudonimo di Kenneth William Anglemyer, [1927-]), e con il suo amico Anton Szandor LaVey (pseudonimo di Howard Stanton Levey, 1930-1997), fondatori nel 1961 di un’organizzazione chiamata Magic Circle e nel 1966 della Chiesa di Satana.
I primi anni della Chiesa di Satana di LaVey sono quelli del maggiore successo giornalistico, grazie all’adesione di personalità di Hollywood, che permette di raccogliere qualche migliaio di aderenti in diversi paesi del mondo. La Chiesa di Satana è peraltro piagata, sin dalle sue origini, da problemi interni ed esterni.
All’interno si sviluppa una tensione tra il satanismo «razionalista» di LaVey, che – pure con qualche concessione alla magia e all’occulto – interpreta sostanzialmente Satana come l’«indulgenza in luogo dell’astinenza», il simbolo di una rivolta razionalista e atea contro la religione e la morale, e un’ala «occultista», il cui leader è il luogotenente stesso di LaVey, Michael Aquino (all’epoca colonnello dell’esercito americano, specializzato in guerra psicologica e disinformazione).
Queste tensioni porteranno nel 1975 allo scisma di Aquino, che fonderà il Tempio di Set, che costituisce oggi la maggiore espressione del satanismo organizzato su scala internazionale, mentre la Chiesa di Satana, sopravvissuta con difficoltà alla morte di LaVey nel 1997 e alle successive dispute anche giudiziarie sulla sua eredità, recluta aderenti soprattutto per corrispondenza.
Sempre negli anni sessanta Robert de Grimston Moore fonda a Londra The Process, un’organizzazione (oggi scomparsa) costruita intorno a una teologia «luciferiana» particolarmente sofisticata.
Sul piano esterno, gli omicidi commessi da aderenti alla comunità raccolta attorno a Charles Manson, La Famiglia, nel 1969, e il successivo clamoroso processo del 1972 procurano inizialmente un’ampia pubblicità al satanismo, ma ultimamente determinano una forte reazione sociale. Gli specialisti del caso Manson concordano oggi sul fatto che gli elementi «satanici» della sua comunità sono stati introdotti in gran parte da un Manson intento a reinventarsi come personaggio più importante di quanto non fosse in realtà mentre si trovava in carcere, dopo gli omicidi, e prontamente utilizzati dal rappresentante della pubblica accusa, il procuratore Vincent Bugliosi, per costruirsi a sua volta una importante fama politica (e più tardi letteraria).
Il caso Manson tuttavia convince l’opinione pubblica americana che i satanisti non sono degli eccentrici innocui, ma possono essere collegati alla violenza e all’omicidio.
Ne nasce la maggiore ondata di anti-satanismo della storia moderna, che va dal 1980 al 1990. In questa ondata si inseriscono psichiatri e psicologi, i quali credono alla realtà fattuale dei racconti dei loro pazienti (chiamati survivors, «sopravvissuti») che, sotto ipnosi, ricordano di avere subito violenze sataniche (in genere a sfondo sessuale). Agli stessi racconti, che lascerebbero intendere l’esistenza di un vasto network di abusi rituali satanici, perpetrati soprattutto su bambini, da organizzazioni di satanisti clandestini e insospettabili, prestano fede anche ambienti protestanti fondamentalisti e – particolarmente in Inghilterra – organizzazioni di assistenti sociali.
Come spesso avviene in occasione delle ondate di anti-satanismo, i resoconti relativi all’esistenza di «abusi rituali satanici»  i quali provengono da «memorie ritrovate» sul lettino dello psicoterapeuta dopo molti anni, o da incerte testimonianze di bambini più o meno «istruiti» da assistenti sociali  sono accolti con crescente scetticismo. Nel 1994 due rapporti ufficiali (uno inglese, commissionato dal governo alla sociologa Jean La Fontaine, e uno statunitense del National Center of Child Abuse and Neglect) danno un colpo fatale alla credibilità della tesi relativa all’esistenza di «abusi rituali satanici». Secondo il rapporto americano, su dodicimila denunce di presunti abusi rituali satanici «neppure un solo caso ha potuto essere sostenuto da prove», anche se in un piccolo numero di casi si è potuto stabilire che «singoli pedofili isolati o coppie (ma non organizzazioni) dichiarano di avere rapporti con Satana o usano questa pretesa per spaventare le vittime».
L’ondata di anti-satanismo dei primi anni 1990 sembra essere cessata verso la fine del decennio. Come sempre, per l’effetto «pendolare», si è resa così possibile la nascita di nuovi gruppi satanisti.
In ritardo rispetto all’ondata verificatasi nei paesi dell’area anglosassone, un caso di presunti «abusi rituali satanici» si è avuto anche in Italia e ha tragicamente coinvolto un sacerdote cattolico della diocesi di Modena-Nonantola: don Giorgio Govoni (1941-2000), accusato da alcuni bambini – ma in realtà da psicologhe e assistenti sociali dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Mirandola (in provincia di Modena), le quali affermano di interpretare i racconti dei bambini – di organizzare riti satanici in cui si abusa sessualmente dei piccoli Il sacerdote, processato nel 2000, muore letteralmente di crepacuore poche ore dopo l’arringa del pubblico ministero che lo riteneva colpevole. Dopo che i giudici di primo grado avevano mostrato di credere alla realtà dei riti satanici condannando altri imputati, sia i giudici di appello nel 2001 sia la Corte Suprema di Cassazione, nel 2002, hanno demolito la ricostruzione dei presunti riti satanici proposta dall’equipe della ASL di Mirandola, riabilitando il sacerdote che da parte loro il vescovo e la diocesi avevano sempre difeso.

3. IL SATANISMO ORGANIZZATO (O DEGLI ADULTI)
Il satanismo organizzato (o degli adulti) si articola in gruppi che hanno una continuità dottrinale e rituale, capi identificabili, sedi, talora anche pubblicazioni, magari un testo di riferimento e talvolta tessere di appartenenza, composti da adulti in genere benestanti, dediti a rituali discutibili e ripugnanti, ma che in genere non violano le leggi vigenti. Il fatto che i capi siano adulti, o giovani adulti, non esclude che alle attività o ai riti possono partecipare anche giovani e giovanissimi.
Le statistiche sul satanismo degli adulti possono essere ricostruite in modo piuttosto preciso: è impossibile, nonostante miti giornalistici diffusi in materia, che un gruppo organizzato di una certa consistenza capace di perdurare nel tempo sfugga completamente al rilevamento da parte, se non degli specialisti, degli organismi di Polizia.
Nel mondo gli adepti dei gruppi organizzati del satanismo degli adulti sono circa cinquemila. Si tratta, quindi, di piccole minoranze. Le organizzazioni più importanti si trovano negli Stati Uniti (Chiesa di Satana, First Satanic Church, Tempio di Set, Tempio di Nepthys, Chiesa mondiale della liberazione satanica), Spagna, Scandinavia, Grecia, Russia, Australia e Nuova Zelanda, con qualche presenza anche in Germania e in Francia. Occorre qui guardarsi, in particolare, dal prendere per buone le statistiche fornite da alcune delle organizzazioni sataniste più «pubbliche», come la Chiesa di Satana californiana, che fanno riferimento a indirizzari dove vengono registrati anche i semplici curiosi, i quali si sono magari limitati ad inviare una lettera di richiesta di informazioni al movimento, e non a veri e propri «membri».
Il satanismo organizzato (o degli adulti) si articola in gruppi che hanno una continuità dottrinale e rituale, capi identificabili, sedi, talora anche pubblicazioni, magari un testo di riferimento e talvolta tessere di appartenenza, composti da adulti in genere benestanti, dediti a rituali discutibili e ripugnanti, ma che in genere non violano le leggi vigenti. Il fatto che i capi siano adulti, o giovani adulti, non esclude che alle attività o ai riti possono partecipare anche giovani e giovanissimi.
Il satanismo degli adulti, e cioè quello dei movimenti satanici organizzati, presenta una sua identità dottrinale precisa, che permette  come già accennato  di distinguere fra due correnti chiamate in genere l’una «razionalista» e l’altra «occultista»:
1) il satanismo «razionalista» (il cui esempio più tipico è la Chiesa di Satana californiana) venera Satana come simbolo o archetipo della trasgressione e della possibilità per l’uomo di trascendere i propri limiti rimuovendo qualunque scrupolo di tipo convenzionale o morale. Lascia in sospeso  o talora risponde in modo negativo  al quesito se Satana esista veramente come persona;
2) il satanismo «occultista» (la cui principale organizzazione è il Tempio di Set, nato, come abbiamo già accennato, da uno scisma della Chiesa di Satana che si è consumato nel 1975 proprio intorno alla questione dell’esistenza reale e personale del Diavolo) crede invece che Satana esista veramente come persona, che può essere evocata e con cui si può entrare in un rapporto diretto. I satanisti “razionalisti” criticano i satanisti “occultisti” applicando loro l’etichetta derisoria di «satanisti cattolici», in quanto condividerebbero con i cattolici l’idea che il Demonio esista veramente e fisicamente come persona.

Entrambi i gruppi hanno come rituale centrale la «Messa nera», un rituale ispirato alla Messa cattolica dove le formule vengono «invertite» (Satana viene lodato e Dio bestemmiato), la sessualità viene celebrata in diversi modi (attraverso la nudità della donna che funge da «altare» e dei partecipanti, e spesso veri e propri atti sessuali), e simboli del culto cattolico (un crocifisso e, dove è disponibile, anche l’ostia consacrata) vengono distrutti o profanati. Per i satanisti «razionalisti» la Messa nera è tuttavia uno psicodramma che deve aiutare chi vi partecipa a liberarsi dalle “superstizioni” cristiane e dalla abitudine a rispettare la morale. Per i satanisti «occultisti» si tratta invece veramente di un modo per compiacere il Demonio e sollecitare la sua personale presenza. L’elemento sessuale gioca certamente un ruolo importante nei rituali dei gruppi satanisti organizzati, ma sarebbe riduttivo ritenere che il satanismo sia un semplice pretesto per il piacere sessuale o per perversioni di tipo orgiastico. Nella società contemporanea, infatti, attività sessuali di tipo anche perverso sono largamente disponibili al di fuori di un contesto satanico.
Nei gruppi degli adulti il sacrificio di animali è quasi ignoto, e la Polizia non ha mai rinvenuto elementi che lascino sospettare sacrifici umani. È capitato tuttavia che adepte, specie giovani, affermando di non sapere esattamente di quale tipo fossero le cerimonie a cui venivano invitate a partecipare, abbiano sporto denuncia per violenza carnale. In Italia la Polizia ha raccolto anche in questi gruppi elementi relativi ad episodi di necrofilia. Ma in realtà i gruppi più grandi e più capaci di perdurare nel tempo  a differenza di alcuni che sono stati promossi negli ultimi anni da giovani adulti (come i Bambini di Satana in Italia)  sanno di essere sorvegliati dalle autorità di Polizia e hanno imparato a convivere con questa sorveglianza, tenendosi lontani dai reati gravi, tenendo i loro rituali di carattere sessuale in luoghi non aperti al pubblico ed evitando accuratamente di coinvolgere minorenni.
Rimane la circostanza  inquietante, anche se di controversa qualificazione giuridica  dell’uso di ostie consacrate per la celebrazione delle Messe nere, uso che si verifica quasi in tutti i gruppi degli adulti. Talora queste ostie vengono sottratte nelle chiese cattoliche. Più spesso ci si rivolge a vagantes, personaggi che vantano (a torto o a ragione) un’ordinazione sacerdotale e qualche volta anche una consacrazione episcopale lungo una linea «indipendente» e «autonoma» (che spesso risale ad avventurieri dell’Ottocento): è il mondo bizzarro e poco conosciuto delle «piccole Chiese», minuscole denominazioni scismatiche che in ogni caso non vanno confuse con la Chiesa cattolica di Roma. Se molti di questi vescovi e sacerdoti «paralleli» non hanno nulla a che fare con il satanismo, anzi ne sono lontanissimi, in alcuni casi è comprovato che, spesso dietro compenso in denaro, alcuni di loro sono stati disponibili a procurare ostie da loro consacrate a gruppi satanisti.

4. IL SATANISMO ORGANIZZATO IN ITALIA
Le statistiche sul satanismo organizzato possono essere ricostruite in modo piuttosto preciso, poiché è praticamente impossibile che un gruppo organizzato sfugga completamente al rilevamento da parte degli specialisti o degli organi di polizia. Una stima degli aderenti ai gruppi organizzati di satanismo in Italia (riferita al 2007), giunge a contare meno di 200 membri, suddivisi complessivamente in alcune organizzazioni: le due Chiese di Satana di Torino (l’una di orientamento occultista e l’altra razionalista), i Bambini di Satana e alcuni gruppi minori (Eletti di Satana, Loggia Nera, 666 Realtà Satanica). Altri gruppi – dopo un periodo di notorietà alle cronache – paiono invece avere cessato l’attività. È questo il caso del Tempio di Pan (chiamato dapprima Impero Satanico La Luce degli Inferi, poi Chiesa del Grande Ordine di Satana), un gruppo «luciferiano» (per cui, cioè, Satana è in realtà una personificazione del Bene e della conoscenza) il cui fondatore, che si faceva chiamare Maestro Loitan e operava nell’Italia centrale, ha deciso nel 1998 di sciogliere il movimento e di convertirsi al cattolicesimo. Anche la CEDG (Confraternita di Efrem del Gatto), detta talora anche Chiesa Nera Luciferina o Luciferiana, attiva a Roma fin dal 1980, sembra avere cessato l’attività dopo la morte nel 1996 del suo fondatore Efrem Del Gatto (pseudonimo di Sergio Gatti, 1945-1996), e aveva del resto sempre tenuto a presentarsi come gruppo «luciferiano» e non «satanista», nel senso che considerava Satana un simbolo del bene e non del male. La rivista Black Star dietro a cui agiva – o dichiarava di agire – un gruppo Satanael - Universale Fratellanza della Luce Nera a Santeramo in Colle (Bari) sembrerebbe pure avere cessato le pubblicazioni.

5. IL SATANISMO GIOVANILE O SELVAGGIO
All’inizio dell’estate del 2004 il Varesotto è stato scosso dal ritrovamento dei corpi dei giovanissimi Chiara Marino (1979-1998) e Fabio Tollis (1982-1998), alla cui vicenda si accompagna anche quella dell’efferata uccisione di Mariangela Pezzotta (1977-2004). Altre piste d’indagine si sono in seguito aperte, volte ad accertare possibili connessioni fra i citati delitti ed altri casi di scomparse e morti misteriose di giovani verificatisi nella laboriosa e verde area fra il Varesotto e l’Alto Milanese, zona e territorio di caccia del gruppuscolo denominatosi “Bestie di Satana”. Le cronache giornalistiche hanno a lungo parlato di un «terzo livello», ovvero di un singolo personaggio o di un gruppo di insospettabili che avrebbero rappresentato la mente dell’organizzazione, di cui gli accusati dei delitti a sfondo satanico rappresenterebbero quindi solamente il braccio operativo, tuttavia non si può mancare di notare come la retorica  si passi l’espressione  del «grande vecchio» accomuni la vicenda delle «Bestie di Satana» con quelle del cosiddetto «mostro di Firenze», dove parimenti si ipotizza la peraltro, almeno fino ad ora, mai dimostrata partecipazione ai delitti dei soliti insospettabili con interessi di tipo magico. V’è da notare in ogni caso che le tragiche vicende legate al gruppuscolo delle «Bestie di Satana»  la cui roboante sigla non deve quindi trarre in inganno facendo pensare a un gruppo con un certo grado di strutture formali, con collegamenti ufficiali a organizzazioni internazionali, sedi, recapiti e quant’altro  trovano da sé, e al di là di qualunque congettura, un’agevole chiave di lettura in un modello che gli studiosi di fenomeni magici e del satanismo contemporaneo hanno sviluppato ormai da anni. Il clamore della cronaca  in questo e in altri casi  non dovrebbe perciò far perdere di vista alcuni importanti punti fermi per comprendere un fenomeno certamente preoccupante e drammatico, ma che richiede di essere inquadrato nella sua realtà vera e non presunta, poiché solamente comprendendo chi realmente sono i satanisti la società potrà sviluppare risposte e soluzioni adeguate.
Un’osservazione e uno studio serio del fenomeno porta innanzitutto a distinguere fra due ambiti: da un lato i gruppi organizzati di cui abbiamo detto, dall’altro il satanismo giovanile o «selvaggio» (detto pure «satanismo acido», per la sua associazione pressoché onnipresente con la droga), composto da gruppuscoli di minorenni, adolescenti e giovani  molto raramente con la presenza di qualche adulto , privi di una continuità organizzativa e rituale e di contatti con i gruppi del satanismo “storico” e organizzato. I satanisti «selvaggi» mettono in scena rituali satanici caserecci ispirandosi a film, trasmissioni televisive, fumetti, frequentando particolari siti Internet, alcuni locali pubblici e una certa subcultura musicale (inneggiante Satana, la morte, la violenza).
Proprio per le caratteristiche sociologiche dello stesso fenomeno, le statistiche sul satanismo giovanile sono ipotetiche e, in effetti, molti gruppi possono essere rilevati soltanto in occasione di un reato compiuto, la cui scoperta finisce per distruggerli. Le indagini realizzate negli Stati Uniti e in Inghilterra cercano di fornire stime su scala mondiale, che tuttavia sono molto lacunose per quanto riguarda l’Europa dell’Est (dove fenomeni di questo genere sono stati rilevati di recente, per esempio, in Romania, in Polonia e anche nei paesi baltici) e l’Africa, dove è difficile distinguere fra un vero e proprio satanismo di importazione occidentale e fenomeni locali di stregoneria (che sono, evidentemente, diversi). Un qualche ausilio può venire da indagini di tipo sociologico e da questionari sottoposti ad alunni delle scuole medie superiori in una serie di paesi (in Germania, Stati Uniti, Italia). Limitandosi all’Europa occidentale (con esclusione dunque dell’Europa orientale, dove non esistono neppure stime attendibili), all’America del Nord e all’Australia e Nuova Zelanda, alcuni criminologi ritengono che una qualche forma di partecipazione a gruppi di satanismo giovanile o “selvaggio” possa oggi interessare da diecimila a oltre ventimila giovani e giovanissimi. Oltre gli Stati Uniti i paesi più coinvolti sono l’Inghilterra, la Germania, la Scandinavia, la Russia. Per quanto riguarda il nostro paese, dai dati di Polizia che riguardano diverse regioni (Piemonte, Lombardia, Lazio) si può ipotizzare che in Italia siano coinvolti circa un migliaio di giovani, mentre una cerchia più ampia (duemila o tremila persone, secondo altre fonti cinquemila) adotta stili della subcultura satanica (abbigliamento, simboli, gesti...) senza però partecipare alle vere e proprie attività dei gruppi del satanismo giovanile.
Questi gruppuscoli giovanili non sono in contatto con tradizioni e rituali, sono insieme disprezzati e tenuti a distanza dai gruppi degli adulti; tuttavia il satanismo organizzato svolge almeno il ruolo di «cattivo maestro» nei confronti dei giovani che  attraverso percorsi dai risvolti sociali problematici  approdano al «satanismo selvaggio», attratti spesso dalla tanto mitica quanto immaginaria figura del satanista inteso come un potente signore delle tenebre. Come accennato, quasi tutti gli episodi criminosi gravi attribuiti al satanismo possono essere ricollegati ai gruppi giovanili; in effetti è proprio il satanismo giovanile che si rivela spesso veramente pericoloso ed è in tale ambiente che sono maturati negli ultimi anni crimini di vario genere e gravità. In questo contesto il rituale tipico non è, normalmente, la Messa nera. Si tratterà di maltrattamento, torture e uccisione di animali, di atti sessuali accompagnati dalla rottura di un crocefisso o di un altro simbolo cristiano, vandalismo e profanazione di chiese e  più spesso  cimiteri (in Francia ha destato scandalo la profanazione di cimiteri, in particolare ebraici, dal momento che alcuni gruppi giovanili associano satanismo e nazismo, ricollegata peraltro a gruppuscoli di meno di dieci aderenti). Nei gruppi giovanili è più facile che venga completamente perso il senso del limite fra metafora e realtà, e che quindi  spesso sotto l’influsso della droga  si trascenda in atti di violenza carnale, in omicidi e sacrifici umani, come quelli perpetrati dalle «Bestie di Satana» e l’uccisione di suor Maria Laura Mainetti (1939-2000) il 6 giugno del 2000 a Chiavenna (in provincia di Sondrio) ad opera di tre giovanissime, che fra slogan satanisti e anticattolici desunti da una certa musica e da Internet sembravano, più che fare già parte di un «gruppo», coltivare il vago desiderio di fondarne uno.
Le vite delle vittime e dei carnefici delle «Bestie di Satana», così come quelle delle giovanissime assassine di Chiavenna  in linea generale , parlano della frequentazione di ambienti border-line, di droga, teppismo, piccola criminalità, sessualità vissuta all’eccesso e in maniera ossessiva, «male di vivere», noia, adolescenze e gioventù inquiete, grande fascino per tematiche «estreme» quali la morte, il sesso, la disperazione, temi oggetto di interminabili corrispondenze e diari e sono unite da un’inquietante «colonna sonora» di genere hard, black o death rock e particolarmente dalle canzoni del controverso cantante rock statunitense Marilyn Manson (per quanto gli appartenenti alle «Bestie di Satana» frequentassero anche ambienti legati direttamente alla produzione di musica di ispirazione satanica diffusa nei circuiti extra-commerciali).
Alla luce di ciò, è senz’altro opportuno inquadrare il satanismo giovanile in maniera peculiare  e come realmente è  fondamentalmente come un fenomeno di disagio, che non richiede perciò in prima battuta di essere analizzato con le categorie della sociologia dei movimenti religiosi. Il fenomeno del satanismo giovanile, in realtà, appartiene più alla sociologia della devianza che alla vera e propria sociologia. Gruppi di giovani sbandati possono esprimere la loro devianza, in modo alternativo o complementare, attraverso la droga, il semplice vandalismo o riti satanici rudimentali e «selvaggi». Una delle migliori opere sul satanismo giovanile  di cui è autrice una donna ministro di culto presbiteriano, Joyce Mercer  interpreta giustamente il satanismo giovanile come una «maschera» del disagio o della devianza. Il modo di esprimere il disagio deviante può essere diverso: dai riti satanici al lancio di pietre sulle automobili che transitano sulle autostrade dai cavalcavia (una «moda», quest’ultima, nata del resto presso bande giovanili americane che si dicevano nello stesso tempo sataniste), ma le radici del fenomeno sono, sostanzialmente, le stesse.
D’altronde, come scriveva Massimo Introvigne già nel 1994, per alcuni giovani «[...] in un mondo dove il sesso e il turpiloquio non creano più veramente scandalo [...] forse soltanto Satana rimane veramente provocatorio».

6. QUALI SOLUZIONI?
Considerazioni e statistiche non sono di alcuna consolazione per le famiglie delle vittime e nulla tolgono al dramma e all’orrore, tuttavia aiutano a comprendere la realtà e la portata del fenomeno in questione e a calibrare le risposte: se il satanismo criminale nasce da specifiche e ridotte aree di devianza giovanile, gli interventi possono essere mirati e colpire gli ambiti (alcuni locali pubblici e discoteche, siti Internet, fanzine) dove l’apologia del crimine è all’ordine del giorno. Tuttavia, la soluzione da esigere non passa solo attraverso le azioni di polizia: essendo il satanismo giovanile la punta di un iceberg che indica l’esistenza di una forte crisi a livello culturale ed educativo, la risposta deve necessariamente essere pedagogica e di ampio respiro sociale.
D’altra parte, affermando il satanista il proprio diritto di prevaricare sul più debole, di ridurlo a un oggetto per la sua brama di potenza, di ricchezza e di piacere sessuale, ci ricorda quello che molti pensano e che varie ideologie del Novecento hanno nascosto dietro alcuni pretesti. Il satanista  da questo punto di vista  toglie la maschera a una certa modernità e la rivela nuda e cruda per quella che è.
In conclusione, al di là della versione caricaturale offerta talora dai mass media, lo studio accurato del satanismo porta a ritenere che i satanisti in realtà sono pochi e che le loro attività veramente criminali sono piuttosto infrequenti. In tale contesto, la soluzione al problema del satanismo  e, in particolare, del satanismo giovanile  passa attraverso un’accorta e veritiera opera di informazione sui suoi reali (e non immaginari) pericoli, che si accompagni con una puntigliosa azione di demitizzazione. I mass media occupano dunque, in tale ambito, un ruolo di grande responsabilità: da un lato non possono ignorare il satanismo soprattutto quando si verificano episodi gravi, dall’altro però non dovrebbero enfatizzare il fenomeno, attribuendogli una rilevanza statistica che non ha e dare spazio a sedicenti «esperti» che, gonfiando le cifre, pur magari in buona fede, pensando di combattere i satanisti, ma si rivelano invece loro alleati. Il successo del satanismo, soprattutto fra i giovani, è infatti dovuto all’alone mitologico che lo circonda.
Solo un’opera che vada in tale direzione riuscirà ad evitare ulteriori drammi e a considerare i satanisti non come potenti e in qualche modo affascinanti signori delle tenebre, ma piuttosto come dei veri e propri «poveri diavoli».

(Fonte: Risky-Re: Network Informativo sui Comportamenti a Rischio)