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Ultime ore di vita per il faggio di Ligonchio

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E’ giunto il momento della dipartita. E a Ligonchio si abbatte uno dei tre emblemi del paese. Chi tra campanile, busto del dottor Manenti e faggio secolare prospicente la chiesa? L’unico vivente, cioè il prezioso esemplare che con la sua chioma è nel cuore di tutti i ligonchiesi, perché nel centro del paese.

Lo comunica una nota del Municio che prende atto che ormai “La secolare pianta di faggio nel centro dell’abitato di Ligonchio di fianco al campanile è da tempo malata ed è necessario abbatterla”.

Il fortissimo vento dei giorni scorsi ha aumentato della pericolosità della pianta che minaccia di cadere determinando danni alle strutture vicine. L’esame è stato fatto da tecnici forestali della Comunità Montana. Inequivocabile la sentenza: non c’è più spazio per eventuali suture o aggiustamenti tendenti ad eliminare le parti ammalorate, bisogna abbatterla.

“In giornata – spiegano dal Municipio - verrà emessa l’ordinanza e lunedì prossimo, il 17 dicembre, una ditta specializzata provvederà alla triste operazione di ‘smontare’ pezzo pezzo la pianta senza arrecare danno al vicino campanile ed in particolare alla sottostante Chiesa”.

Il terreno e quindi la pianta è di proprietà della Parrocchia di Ligonchio ed i titolari, i due Parroci Don Daniele e Don Filippo, pur con rammarico, hanno loro stessi sollecitato l’intervento.

Il faggio, oltre ad essere una caratteristica di Ligonchio e dei boschi dintorno, è nell’immaginario anche per coloro che visitano il nostro Capoluogo: significativa l’espressione di quell’affezionato villeggiante che, a digiuno delle qualità botaniche delle piante, l’ha battezzata “piopasa” in dialetto reggiano.

Romantica la conclusione del sindaco Ilio Franchi: “E’ un po’ il segno di un trend demografico della nostra popolazione prevalentemente anziana che in un certo modo è marcato anche da questa bellissima pianta che è cresciuta, che ha visto molteplici generazioni passare e che ora, anche per lei, è arrivato il tempo della dipartita”.

(Studio Arlotti Comunicazione)

1 COMMENT

  1. Carissimo sindaco
    Mi permetto di esprimere il mio modesto parere da cittadino della montagna, e da amante della natura e delle piante. Carissimo sindaco, mi chiedo se con una spesa modesta non sia possibile mettere in sicurezza la bellissima pianta che da centinaia di anni orna IL SUO PAESE. Forse una bella struttura metallica a sostegno della stessa costerebbe quanto il suo abbattimento. Ci pensi e forse sarebbe un bel regalo di Natale ai suoi concittadini.
    La saluto cordialmente.

    (Roberto Malvolti)