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Fausto Giovanelli e il logo del Parco nazionale

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento del presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovanelli, in merito alla questione del logo, per il quale è aperto in questi giorni il bando. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un pezzo al riguardo, commentato da alcuni lettori, ai quali si intende fornire risposta appunto con questo intervento.

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Avrei potuto scegliere un logo del Parco affidandolo “a un amico”: ci sono dei centri che si sono offerti di farlo anche gratis, con uno dei 150 decreti che ho firmato in un anno di presidenza, senza il consiglio direttivo. Non l’ho fatto.

Ho aspettato da un anno l’insediamento e il pronunciamento del consiglio direttivo, perché mi è sembrata – e lo ritengo tuttora – una scelta troppo importante e impegnativa per il futuro per poterla fare personalmente, soggettivamente, a cuor leggero, e fuori dalle procedure più rigorose e qualificate.

Mi pare che la questione del logo del parco sia abbondantemente sottovalutata. Il logo di un parco nazionale non si decide tra quattro amici al bar, né con un concorso tra le scuole medie del posto, così come si decide un manifesto per uno spettacolo. Si tratta del segno, dell’immagine, dell’identità col quale il nostro territorio si presenterà nel mondo come Parco Nazionale Italiano. Dunque come luogo pregiato di un Made in Italy della cultura.

Come soggetto componente - distinto da un proprio volto - all’interno della grande famiglia globale dei parchi nazionali. Cioè enti e territori di qualità presenti in tutti e 5 i continenti, in tutte le nazioni, sotto i più diversi regimi politici, scelti per essere i più interessanti. È un gruppo nel quale non si può stare come tra quattro amici al bar.

Creare e scegliere un logo non è una cosa semplice perché il territorio del nostro parco nazionale non è grande, ma differenziato e complesso, dalla Lunigiana, alla Garfagnana, dalle terre di Matilde a Bismantova, dal crinale alle valli degli antichi borghi e di pascoli.

Il nostro parco nazionale non si raccoglie attorno a una unica e prevalente emergenza. Non c’è un raro animale a rischio di estinzione ( ad esempio l’orso, la tigre, la balena) non c’è una montagna unica e irripetibile (l’Etna, il Monte Bianco o il K2), non c’è un capoluogo naturale. Non c’è un ecosistema unico e irripetibile. C’è piuttosto l’Appennino - nella sua genericità, spesso trascurata - unico o quasi, un’area climatica, naturale, culturale e ristretta di paesaggi e confine tra Europa e Mediterraneo.

Non è facile sintetizzare tutto questo. Non è facile farlo bene, al meglio. E al di là di tutto ciò, c’è un problema di responsabilità che ho sentito molto forte, evidentemente non è altrettanto sentito da tutti.
Il logo (non è semplicemente un marchio) e la sua declinazione saranno probabilmente per anni la nostra immagine nel mondo, in primis per chi non parla la lingua, perché non conosce il territorio, per chi navigando su Internata un certo punto deciderà di farsi un giro nei Parchi e nella natura dell’Italia.

Quella sul logo è una decisione molto impegnativa. Come quella della sede, del direttore, del piano del parco. Anzi forse ancora di più. Con 30mila euro si fa. sì e no. una piazzola panoramica. Si fa un quinto di quanto è stato fatto con opere e delibere di cui nessuno si ricorda e si ricorderà mai.

Il logo del nostro parco vale di più. Se bastasse alzare la base d’asta per alzare la qualità avremmo deliberato 300.000 euro. Purtroppo i soldi non bastano a garantire un risultato che solo la creatività può dare. Ma devono bastare a sollecitare i migliori – in assoluto i migliori - professionisti. Per questo la cifra è giusta.

(Fausto Giovanelli)

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Vedi il bando

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Pezzi correlati:
- Parco alla ricerca del marchio (29 novembre 2007)

13 COMMENTS

  1. 4 amici al bar …
    In effetti non sono più i tempi dei 4 amici al bar, sotto gli occhi di tutti. Oggi gli stessi 4 amici si incontrano altrove, con maggior riservatezza. Dalle nostre “scuole medie” invece, oggi come ieri, passano ancora tutte le migliori intelligenze di domani, inevitabilmente. Il marchio, logo, simbolo, brand (così è chiamato il segno grafico distintivo) può nascere mediocre e con l’uso ripetuto emergere, come nascere artisticamente eccellente e rimanere sconosciuto. Può durare 100 anni o, più verosimilmente, essere cambiato dopo pochi anni alla boa del cambio gestione, come quello del Gigante. La gratuità è sempre un valore apprezzato, peccato che il presidente non l’abbia subito colta, l’avremmo apprezzata come stile manageriale e come attenzione al pubblico bilancio. Non disprezziamo così 30.000 euro, i più impiegano oltre 2 anni di lavoro per guadagnarli.

    (F.D.)


  2. Mio nonno, titolo di studio seconda elementare, quando si toglieva la pipa dalla bocca (esattamente come il grande Pertini) diceva le sue massime che erano profonde verità della vita! Una di queste era: usare e spendere bene i propri soldi è molto difficile, ma spendere bene i soldi degli altri, della collettività, è enormemente più difficile!

    (Elio Bellocchi)

  3. Caro Presidente…
    Caro Presidente, nella sua illustrazione si è anche dato la risposta (creare e scegliere un logo non è una cosa semplice perché il territorio del nostro Parco nazionale non è grande, ma differenziato e complesso, dalla Lunigiana, alla Garfagnana, dalle terre di Matilde a Bismantova, dal crinale alle valli degli antichi borghi e di pascoli).
    Il nostro parco nazionale non si raccoglie attorno a un’unica e prevalente emergenza. Non c’è un raro animale a rischio di estinzione (ad esempio l’orso, la tigre, la balena), non c’è una montagna unica e irripetibile (l’Etna, il monte Bianco o il K2), non c’è un capoluogo naturale. Non c’è un ecosistema unico e irripetibile. C’è piuttosto l’Appennino – nella sua genericità, spesso trascurata – unico o quasi, un’area climatica, naturale, culturale e ristretta di paesaggi e confine tra Europa e Mediterraneo.
    Ribadisco, con i giusti temi, e gli indirizzi, diventava a mio avviso un’opportunità far predisporre il logo dai nostri studenti. Nel comprensorio montano solo nel versante reggiano sono circa 500. Grossa occasione non colta. NON BISOGNA FAR “CRESCERE SOLO UN TERRITORIO, OCCORRE FAR CRESCERE IN TUTTI I SENSI ANCHE CHI IL TERRITORIO LO VIVE”.

    (M.B.)

  4. Quanto spreco….
    Queste sì che sono cose che fanno crescere la nostra montagna… Può darsi che sia molto più bello un logo gratuito o fatto da ragazzi delle medie che un logo costato BEN 30.000,00 euro… Non ci sono parole…

    (Commento firmato)


  5. Non credo che nessuno sottovaluti l’importanza del “logo”. In un mondo fatto di marketing (e in cui noi stessi siamo considerati “consumatori” prima che cittadini”) comprendiamo molto bene l’importanza del simbolo, del marchio.
    Credo quindi sia un’obiezione pretestuosa parlare di possibilità di fare un concorso tra le scuole locali. Ma un concorso in scuole e facoltà di design e architettura era una cosa possibile. E poteva essere fatto con 2-3.000 euro di spesa. Molto per un gruppo di studenti che si affaccia a una professione e che con questo bando avrebbe potuto guadagnare, oltre a qualche soldo, anche esperienza curricolare. Ma poco per l’Ente Parco che avrebbe così potuto concentrare la somma risparmiata su altri interventi.
    E non sono solo i 30.000 euro per il logo che ci lasciano perplessi. Sono i 20.000 stanziati per un mercatino di natale a Cerreto Laghi il prossimo week end (ma il Presidente non ha sempre tenuto a ricordare che il Parco Nazionale non è una Pro Loco? E allora perché organizza mercatini di Natale, appannaggio, ovunque nel mondo, di Pro Loco e associazioni di promozione del turismo?).
    Sono i 70.000 della settimana del lupo a Cervarezza. I 100.000 (centomila!!!) per marcare una presenza al Salone della montagna di Torino. I soldi (probabilmente altri 100.000 euro) spesi per la Fiera campionaria di Milano.
    E intanto la nostra montagna è sempre più sola. I sentieri sono abbandonati, nessun intervento di forestazione è previsto per “pulire” i sentieri, nessun intervento sulla segnaletica degli stessi, che spesso risulta incomprensibile per chi non conosca già il percorso.
    Nessun intervento è previsto per il recupero delle vecchie carraie e le vecchie strade interpoderali che collegano i paesi tra loro e che potrebbero fornire occasione di turismo anche per un pubblico meno allenato alle camminate e in periodi dell’anno più estesi.
    Tutti gli investimenti del Parco che ho citato non sono deprecabili in sé. E’ che sottendono l’idea del rilancio del turismo. Ma che turismo si può fare in una montagna in cui non è possibile “andare in montagna”? Perché un turista dovrebbe visitare il nostro territorio se fare un’escursione risulta pericoloso o a volte impossibile? Dovrebbe venire solo perché abbiamo un bel marchio e abbiamo speso un sacco di soldi nelle fiere specializzate per farci vedere?
    Il discorso sarebbe ancora molto lungo e mi piacerebbe molto sapere cosa pensano il Presidente Giovanelli e i nostri amministratori locali di tutto questo.

    (Commento firmato)

  6. Finalmente
    Finalmente è arrivato il link al bando. Forse un po’ in ritardo rispetto alla quantità di materiale da produrre per l’assegnazione, comunque è già un passo in avanti. Consiglio a tutti di andarselo a leggere per spazzare via le polemiche di questi giorni, così avrete modo di chiarirvi le idee sulle caratteristiche che bisogna avere per partecipare. Il link è a piede della risposta di Giovanelli.

    (m.s.)

  7. …per m.s.
    M.S., il bando l’ho letto ma non comprendo il tuo entusiamo. E’ un bando normale, un po’ burocratese e con la discrezionalità di decisione all’organo di amministrazione del parco. I tempi sono molto stretti, evidentemente si volevano selezionare i concorrenti “rock” (per dirla alla Celentano). Nulla aggiunge e nulla toglie alla discussione in corso.

    (D.F.)

  8. Per D.F.: non ci siamo capiti
    Dunque, innanzi tutto non sono particolarmente entusiasta, ma finalmente il bando è raggiungibile e questo non mi sembra poco. Per quanto riguarda il burocratese, se non altro è preservata una forma comune ai bandi d’asta, spendere molto meno della base d’asta fino al 50% in meno, e quella di coinvolgere strutture professionalmente qualificate, cosa in cui credo fermamente. Certo, la scelta di ammettere a titolo prefenziale società che abbiano come caratteristiche: esperienze specifiche di brand identity e nello specifico addirittura di enti e parchi è un po’ limitativo, ma questo li mette al riparo da strane sorprese. Un’altra cosa, a mio parere il bando chiarisce (mi sembra che altri professionisti si siano espressi in merito in questi giorni): che la richiesta di materiale da produrre con tutte le specifiche indicate non può che essere affidato a dei professionisti. Almeno lo spero. Se poi manca la fiducia sugli intenti questo è un altro discorso.

    (m.s.)


  9. Sono sconcertata dalla cifra messa a disposizione per la costruzione di un logo per il Parco… Si vede che i politici sono abituati a maneggiare con facilità cifre di questo tipo… Senza pensare che sono stati eletti dai cittadini e che questi si aspettano ben altro… 30000 euro per un logo che poteva far volare la fantasia e la creatività dei giovani della nostra montagna e delle nostre scuole… Quale coinvolgimento… quale stimolo alla conoscenza del territorio…!!! Quale strumento per crescere… Ma si accontentino tutte le scuole della montagna… Quante sono? Dei 20000 euro messi a disposizione dal Parco per loro… Abituate come sono le scuole a vivere di poco e niente sembrerà loro una cuccagna!

    (Commento firmato)

  10. Scusate la mia ignoranza sul parco
    La parte reggiana per ora ha espresso il presidente (dopo una lunghissima attesa) e leggo che al Cerreto oggi si festeggia la sede del parco a Sassalbo. Nell’organico del Parco del Gigante ho sempre avuto l’impressione che la nostra montagna fosse poco rappresentata. Vale un po’ quello che una signora disse al presidente: d’accordo i lupi, d’accordo i cinghiali, d’accordo i caprioli e le zecche infette, ma gli abitanti delle zone del parco otterranno “TUTTI” gli stessi benefici economici e in servizi ???? O certe previdenze saranno appannaggio di pochi e gli altri dovranno andarsene???? Il logo sarà appannagio di Sassalbo, della parte toscana, o lo sarà di chi a Reggio ha sempre deciso cosa o come fare del Parco del Gigante??? Che il nuovo parco la mandi buona a tutti i nostri giovani.

    (c.a.)