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Aids, la situazione al 31 dicembre 2006 nella nostra Regione

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La modalità di trasmissione del virus Hiv più frequente è quella sessuale, che raggiunge l’89% dei nuovi casi di sieropositività nel triennio 2004-06 (67% per rapporti eterosessuali e, tra questi, il 20-30% delle sieropositività viene scoperto solo ad uno stadio conclamato della malattia, 22% per rapporti omosessuali).

L’età di infezione si è innalzata ed è ora attorno ai 35-40 anni. Ogni anno si stima che in Emilia-Romagna ci siano 500-600 nuove diagnosi di sieropositività e il numero stimato di persone sieropositive, al dicembre 2006, è di 6-9mila. Nel 2006 ci sono stati 118 nuovi casi di Aids. E’ aumentato il numero di ammalati di Aids fra la popolazione straniera (oltre un quinto del totale dei casi a fronte di un forte incremento di questa popolazione che passa dal 1,1% sul totale degli abitanti nel 1993 al 7,5 nel 2006). La prevenzione rappresenta l’unico mezzo efficace per evitare il contagio e la diagnosi tempestiva di sieropositività permette, se necessario, di intervenire con la terapia farmacologia per contrastare l’evoluzione in Aids.

Da queste premesse, la decisione della Regione di promuovere una campagna di sensibilizzazione con l’obiettivo di aumentare in tutti la percezione del rischio Aids, di sollecitare comportamenti corretti per sé e per gli altri per “rafforzare le difese” (come dice il logo che il 1° dicembre sarà pubblicato nei siti internet della Regione e del Servizio sanitario regionale), veicolando un messaggio unitario – quindi più efficace – sull’intero territorio emiliano-romagnolo.

“In una storia d’amore la tua storia ti accompagna sempre: tieni fuori l’Aids”: questo lo slogan, accompagnato da due raccomandazioni “Usa il preservativo. Se hai avuto rapporti non protetti fai il test Hiv”. La campagna, organizzata in collaborazione con la Commissione regionale Aids e raccordandosi con il patrimonio di esperienze già effettuate a livello locale dalle Aziende sanitarie e dalle associazioni di volontariato, prende il via in occasione del 1° dicembre, giornata mondiale di lotta all’Aids.

In tutti gli strumenti – manifesti, locandine, card, radiocomunicati, opuscoli informativi – sono pubblicizzati due strumenti, attivi da anni, realizzati dal servizio sanitario regionale per facilitare l’accesso ai servizi, prima di tutto ai servizi di prevenzione e ai centri prelievo per il test Hiv: il telefono verde Aids 800 856080 (gestito dall’Ausl di Bologna) che permette la prenotazione, gratuitamente e in anonimato, del test Hiv in tutta l’Emilia-Romagna; il sito internet regionale www.helpaids.it (gestito dalle aziende sanitarie di Modena) che assicura consulenze on line.

Accanto alla campagna di comunicazione, la Regione per potenziare la lotta all’Aids ha previsto la gratuità del test Hiv in anonimato, anche quando richiesto dal medico di famiglia o altro specialista del servizio sanitario (non solo quindi attraverso il telefono verde Aids e Centri prelievo dedicati). Ha previsto inoltre un finanziamento di 2 milioni di euro, destinati alle aziende sanitarie, per iniziative di formazione, prevenzione ed educazione alla salute e, dal 2008, nell’ambito di un accordo definito a livello nazionale tra le Regioni e il Ministero della salute, realizzerà un Osservatorio regionale sulla sieropositività Hiv portando a sistema l’esperienza fin qui maturata dalle Aziende sanitarie e dalla Provincia di Modena che, dal 1985, monitorano l’infezione nel modenese.

“In una storia d’amore la tua storia ti accompagna sempre: Tieni fuori l’AIDS”: le iniziative previste dalla campagna di sensibilizzazione

La campagna prende il via in occasione della Giornata mondiale di lotta all’AIDS con diverse iniziative:
- locandine da affiggere nelle sedi dei Comuni e delle Province dell’Emilia-Romagna per manifestare un omogeneo segno di attenzione da parte delle Istituzioni della regione;
- manifesti 6mx3m nei capoluogo della regione;
- locandine 50x70 da affiggere nelle sedi delle associazioni di volontariato, nelle sedi dei servizi delle Aziende sanitarie, negli studi dei medici di famiglia e pediatri di libera scelta, tutti luoghi dove saranno anche distribuite card con i riferimenti del telefono verde Aids e del sito helpaids, e opuscoli informativi che descrivono in modo approfondito Aids, infezione da Hiv, comportamenti a rischio e precauzioni da adottare; informano inoltre sulle altre malattie a trasmissione sessuale e sulla rete dei servizi di prevenzione e cura che il Servizio sanitario regionale assicura in collaborazione con le associazioni di volontariato;
- distribuzione di cartoline con le immagini e gli slogan della campagna attraverso il circuito Promocard (distributori posti all’interno di bar, cinema, luoghi frequentati da largo pubblico);
- radiocomunicati diffusi il 30 novembre, il 1° dicembre e il 2 dicembre dalle principali emittenti radiofoniche regionali e locali.

La campagna può contare sulla collaborazione delle farmacie del territorio: nella giornata del 1° dicembre, le farmacie aderenti a Federfarma, Assofarm e Ascomfarma mettono a disposizione del pubblico preservativi gratuiti, in monoconfezione e card informative; preservativi, sempre in monoconfezione, saranno poi messi a disposizione degli Spazi giovani e Spazi donne immigrate e loro bambini dei Consultori familiari. Federfarma e Assofarm garantiscono inoltre, per tutto il mese di dicembre, lo sconto del 30% su tutte le confezioni di profilattici.

Anche Cgil, Cisl, Uil Emilia-Romagna partecipano alla campagna: nei luoghi di lavoro e nelle sedi sindacali saranno affisse locandine, e saranno in distribuzione card e opuscoli informativi.

Nei prossimi mesi “per contribuire ad accrescere la capacità dei lavoratori di proteggersi contro l’infezione da Hiv”, Cgil Cisl Uil prevedono di inserire la prevenzione dal rischio Hiv nei programmi aziendali di informazione e formazione sulla salute e sicurezza del lavoro coinvolgendo datori di lavoro e lavoratori, sia dipendenti che con contratti atipici.
In occasione del 1° dicembre, iniziative sono organizzate dalle Aziende sanitarie.

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Hiv e Aids in Emilia-Romagna: il report al 31 dicembre 2006 – Un osservatorio regionale sulla sieropositività previsto per il 2008

In Emilia-Romagna, nel 2006, sono stati 118 i nuovi casi di Aids diagnosticati tra i residenti. Nel confronto nazionale questo dato corrisponde a un tasso di incidenza pari a 3,5 ogni centomila abitanti, che pone la regione al terzo posto in Italia (dopo Liguria e Lombardia).
Il dato è da considerare sottostimato per il cosiddetto “ritardo di notifica”, il tempo che intercorre tra la data di diagnosi e il momento in cui la segnalazione perviene al Centro Operativo Aids (Coa) dell’Istituto superiore di sanità.

In Emilia-Romagna l’incidenza dei casi di Aids è piuttosto stabile da anni, ma sembra di poter registrare un trend in lieve diminuzione.

Complessivamente, dal 1984 (anno di inizio dell’epidemia in Emilia-Romagna) al 2006 le persone malate di Aids residenti sono state 5.578. Le persone sieropositive, al dicembre 2006, sono stimate tra 6mila e 9mila. Le nuove diagnosi di sieropositività sono stimate in 450-500.

I dati sulla sieropositività, monitorati ogni anno dall’Osservatorio epidemiologico sull’infezione da Hiv nella provincia di Modena (curato dalle Aziende sanitarie modenesi e dalla Provincia) consentono di avere un quadro della diffusione attuale del virus Hiv.

Secondo gli ultimi dati forniti dall’Osservatorio, a partire dalla fine degli anni ‘90 si assiste a una stabilizzazione nell’incidenza dei nuovi casi di sieropositività; inoltre l’età mediana delle persone al momento della notifica dell’infezione da Hiv è passata in vent’anni da 23 a 38 anni negli uomini, e da 22 a 36 anni nelle donne. Lo stesso Osservatorio, esaminando poi l’ultimo triennio 2004-2006, evidenzia come la modalità di trasmissione prevalente sia quella sessuale: complessivamente l’89% dei nuovi casi di sieropositività (il 22% è legata a rapporti omosessuali, il 67% a rapporti eterosessuali e, tra questi ultimi, il 20-30% delle sieropositività viene scoperto solo ad uno stadio conclamato della malattia).

Nel confronto geografico all’interno dell’Emilia-Romagna, i tassi di Aids più elevati sono stati riscontrati nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Piacenza (per questo dato è stato preso in considerazione il tasso di incidenza degli ultimi due anni, in modo da avere valori più stabili nonostante il “ritardo di notifica” di cui sopra).

Il rapporto tra i due sessi alla diagnosi di Aids è sempre stato caratterizzato da un maggior numero di maschi, con un dato di circa 3 a 1. Tale rapporto diventa 2 a 1 se si considerano solamente i casi notificati nei cittadini stranieri, dove è più alta l’incidenza della malattia nella popolazione femminile.

Negli ultimi cinque anni (2002-2006) più del 50% dei malati è alla diagnosi di Aids) nella fascia di età tra i 35 e i 49 anni.

L’uso della terapia antiretrovirale prima della diagnosi di Aids conclamato è influenzato in modo importante dalla modalità di trasmissione del virus: nel periodo 1999-2006 il 60% delle persone tossicodipendenti risulta essersi sottoposto a terapia, mentre ne ha usufruito soltanto il 23% tra i non tossicodipendenti.

Nel 2006 risulta 1 nuovo caso di Aids tra i bambini. Nello stesso anno, i nati da madre sieropositiva sono stati 33, di questi 1 è risultato positivo al virus Hiv. La significativa riduzione della trasmissione materno-fetale dell’infezione è frutto dell’applicazione di linee guida per specifici controlli di prevenzione e di pratiche cliniche applicate durante la gravidanza, nella gestione del parto e del neonato.

I casi di Aids nei cittadini stranieri sono, nel biennio 2005-2006, pari a oltre un quinto del totale dei casi, un aumento sul quale ha inciso l’importante crescita del numero di persone straniere residenti in Emilia-Romagna negli ultimi anni: dall’1,1% del 1993 al 7,5% del 2006.

Nell’ambito di un accordo definito a livello nazionale tra le Regioni e il Ministero della salute, anche per rispondere alle raccomandazioni dell’Unione europea, nel 2008 l’Emilia-Romagna realizzerà un Osservatorio regionale sulla sieropositività Hiv, con la collaborazione di tutte le Aziende sanitarie. Questo Osservatorio permetterà di monitorare il fenomeno in tutta regione, portando a sistema l’esperienza fin qui maturata dalle Aziende sanitarie e dalla Provincia di Modena che, dal 1985, monitorano l’infezione nel territorio modenese.