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Nuovo metodo per la tariffazione dell’acqua

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Dal 1° dicembre entrerà in vigore in tutta la regione la nuova tariffa per il servizio idrico. L’Emilia-Romagna sarà dunque la prima regione italiana ad abbandonare l’attuale metodo tariffario nazionale che risale al 1996, per adottare un nuovo sistema di calcolo che si pone come obiettivo di fondo quello di promuovere il risparmio dell’acqua, migliorare la qualità del servizio e ridurre le perdite, responsabilizzando maggiormente i gestori. Con effetti positivi anche sulle tasche dei cittadini e “tariffe agevolate” per le famiglie in condizioni economicamente disagiate. Le nuove regole scatteranno nei diversi territori provinciali mano a mano che verranno rinnovati i contratti di servizio tra le Ato (Agenzie territoriali d’ambito) e i principali gestori, e avranno una durata iniziale di 5 anni. Tra dicembre e giugno è previsto in particolare il rinnovo contrattuale di Piacenza, Parma, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Modena.

ECCO LE PRINCIPALI NOVITÀ DELLA TARIFFA REGIONALE

E’ previsto un elemento di incentivazione e disincentivazione legato al rispetto, o meno, degli standard di qualità del servizio da parte dei gestori: dalla leggibilità della bolletta, alla molteplicità delle forme di pagamento, ai tempi di ripristino delle interruzioni di servizio, alla riduzione delle perdite. Se il servizio erogato non sarà adeguato, sarà lo stesso Ato a prevedere per l’anno successivo una riduzione della tariffa applicata al cittadino che può arrivare fino a un massimo dell’1%. In caso invece di servizio eccellente e superiore agli standard previsti, il “premio” tariffario per il gestore potrà arrivare fino a un massimo dell’0,5% di aumento.

La seconda novità mira a rendere ininfluente per il gestore l’erogazione di una maggiore o minore quantità di acqua, così da coinvolgerlo più efficacemente nelle politiche di risparmio. Oggi invece il gestore più acqua eroga più guadagna. Per raggiungere questo obiettivo è stato introdotto un meccanismo di conguaglio anno per anno degli eventuali incassi aggiuntivi, qualora ci sia una differenza superiore al 3% tra l’acqua effettivamente erogata e quella programmata dall’Ato. In pratica, quello che un anno viene incassato di più dal gestore va a conguaglio gli anni successivi, abbassando proporzionalmente la tariffa e recuperando i costi fissi impropriamente incassati.

La “tariffazione sociale” è un’altra delle novità. Sarà a favore di famiglie e persone in condizioni disagiate e verrà concessa in base al calcolo dell’Isee. Nuove regole tariffarie anche per gli scarichi delle attività produttive. Quelle attuali infatti risalgono al 1977 e non riflettono più gli attuali costi dei processi di depurazione. Tanto più che attualmente si verificano anche meccanismi iniqui per cui non sempre le aziende che inquinano di più pagano anche di più. Sempre per riaffermare con forza il principio “chi inquina paga”, il nuovo metodo tariffario prevede anche la possibilità di “sganciare” dal costo complessivo della tariffa idrica i costi specifici della depurazione e fognatura.