Il funzionamento del parco naturale non può essere una somma di iniziative promozionali per turismo, affari, controlli, spettacoli e cose varie.
Finisce per diventare un parco pasticcio che prende ogni bandiera dall'ambiente alla natura e forse incassa un favore di breve durata.
Le bestie si stufano per prime perchè non sanno come difendersi da questa presenza invadente e indaffarata.
Lo spiega saggiamente Mario Rigoni Stern parlandoci degli orsi.
E.B.
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Torturati anche dai curiosi
Tre orsi rinvenuti morti nel Parco Nazionale d’Abruzzo mi fanno tristezza. Perché sono morti? Quale la causa? Ho guardato sulla carta d’Italia dove si trova Gioia dei Marsi, dove li hanno rinvenuti su quelle montagne sopra il Fucino, quasi un angolo del grande Parco. Sono luoghi selvaggi e quasi disabitati, da orsi appunto. Ma perché sono morti? Le notizie dicono per avvelenamento causato dagli uomini, ma per essere certi bisogna aspettare l’autopsia. Se così fosse, non ci sarebbero aggettivi per qualificare l’atto. Forse idiozia, cioè opera di qualcuno che non avrebbe altra scusa che gretta ignoranza. Se questi orsi avessero portato danno ai pastori, l’Amministrazione del Parco li avrebbe risarciti per intero come altre volte verificato. Quindi escludiamo i pastori che non avrebbero ragione o motivo; escludiamo anche i cacciatori, anche perché non risultano colpiti da armi da fuoco, e poi li avrebbero raccolti per mangiarseli in buone cene; non è nemmeno il tempo che sono buoni per la pelliccia. Allora chi può averli uccisi con il veleno o con altri artifizi, quali bocconi di carne non fresca con vetri o punte sottili di acciaio? E perché non hanno recuperato poi i corpi? Solo per il gusto di uccidere lo fanno i matti. Può darsi. Se invece fossero morti per malattia? Questi tre potrebbero essere il segnale di una epizoozia. Tutti gli esseri viventi possono esserne soggetti; e nel caso fosse sarebbe maggiore la preoccupazione e difficile la cura per loro. Meglio un deficiente che una malattia che li sterminerebbe. Intanto mi pare puerile e ridicolo dare agli orsi nomi di persona, seguirli con il radiocollare (abbiamo visto: a cosa serve?) e trattarli come esseri da far visitare. È un Parco Naturale o no quello d’Abruzzo? Sorveglianza certo, assidua attenta e discretissima ma via i turisti, i visitatori, le scolaresche, le coppie in viaggio di nozze, la moda dei «naturalisti».
Lasciamoli in pace gli orsi, nella tranquillità e selvatichezza. Da orsi. Franco Zunino, esperto di orsi, una ventina d’anni fa aveva scritto: «Il turismo ricreativo è la causa prima dello sbandamento subito da questa popolazione di orsi, come ho già dimostrato con un lavoro specifico. Solo la designazione di vaste aree di silenzio dove limitare l’escursionismo o vietarlo del tutto potrà garantire la sopravvivenza di questa specie nel Parco Nazionale d’Abruzzo...». L’orso è animale sensibile, solitario e discreto; per questo è bello, per questo è importante e caro saperlo vivo per le montagne d’Abruzzo e del Trentino.
Mario Rigoni Stern
La Stampa, 3 Ottobre 2007