L'assessore provinciale all'ambiente e alle attività venatorie, Alfredo Gennari, ha incontrato questo pomeriggio i vertici dell’Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria dell'Ausl e dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Reggio per un nuovo aggiornamento sul Piano provinciale di monitoraggio sanitario dei caprioli attivato ai primi di settembre al fine di preservare la specie e valutare - in seguito ai casi di animali debilitati segnalati in questi ultimi giorni - l'eventuale pericolo di malattie trasmissibili ad altri animali e/o all'uomo.
Il 30 settembre scorso - in concomitanza con la chiusura della caccia al capriolo - è infatti terminato anche il prelievo di campioni da analizzare. L'obiettivo del monitoraggio predisposto dalla Provincia (150 campioni) è stato ampiamente raggiunto tanto che, già al 28 settembre scorso, erano pervenuti all'Istituto zooprofilattico sperimentale di Reggio 159 campioni (139 abbattuti e 20 trovati morti o agonizzanti), provenienti da tutte le zone comprese tra la pedecollina e la montagna. Di questi 159 caprioli, 16 (5 abbattuti e 11 trovati morti o agonizzanti) erano affetti da diarrea.
Tutte le analisi effettuate per individuare possibili infezioni trasmissibili ad altri animali - in particolare agli allevamenti agricoli - ed eventualmente anche all'uomo hanno dato esito negativo. In particolare non è stata accertata la presenza, in nessun campione, di paratubercolosi, pestivirus, brucellosi o eschierichia.
Pertanto, i responsabili sanitari hanno ribadito l'assenza di qualsiasi forma di epidemia in atto tra i caprioli confermando che non vi è alcuna emergenza sanitaria. Non vi è infatti alcun pericolo di trasmissione di malattie infettive dai caprioli ad altri animali e-o all'uomo ed alcun rischio per la salute pubblica, tantomeno derivante dal consumo di carni di capriolo.
Si è ora in attesa dei risultati degli ulteriori accertamenti eseguiti - meno urgenti in quanto relativi a malattie non trasmissibili ad altri animali e-o all'uomo - che possano aiutare a comprendere le ragioni delle morti di caprioli registrate in queste ultime settimane. Dovrà essere in particolare verificata la presenza nei campioni di eventuali, normali batteri enteropatogeni tipici della specie che potrebbero - soprattutto per gli esemplari indeboliti da condizioni meteo-climatiche ed ambientali sfavorevoli - rappresentare una concausa di morte. In ogni caso si ribadisce che, l'eventuale presenza nei campioni di questi batteri enteropatogeni tipici della specie non comporterebbe alcun pericolo per altri animali e-o per l'uomo.