Un grave incidente di caccia è avvenuto stamane nel ramisetano in una zona tra Cecciola e Miscoso.
Durante una battuta di caccia al cinghiale un cacciatore 58enne originario della zona ma residente a Cavriago, Gino Torri, è stato colpito da una fucilata ed ha perso la vita.
Doveva essere una battuta di caccia al cinghiale come tante in questo periodo, ma qualcosa è andato storto.
Le regole della battuta di caccia al cinghiale impongono ai cacciatori di indossare pettorine fluorescenti e di rimanere fermi al posto assegnato, proprio per evitare incidenti che, con armi in dotazione con una portata di diverse centinaia di metri, possono essere letali.
Pare però che Gino Torri si sia spostato dalla sua posizione e che non indossasse la pettorina.
Un altro cacciatore ha individuato un movimento nel bosco ed ha pensato che fosse un cinghiale, ha sparato ed ha colpito il Torri al torace provocandone l'immediato decesso.
Gli agenti della Polizia provinciale hanno dato l'allarme ed è dovuto intervenire l'elicottero del Soccorso Alpino per recuperare il corpo del Torri che era caduto in una scarpata.
Il corpo dell'uomo è stato trasportato all'obitorio di Castelnovo Monti.
I carabinieri di Ramiseto e Castelnovo hanno avviato le indagini: la battuta di caccia è risultata regolare, il cacciatore che ha sparato sarà indagato per omicidio colposo.
Lacrime di coccodrillo
Purtroppo è avvenuto l’inevitabile. Oggi si versano lacrime di coccodrillo. Tutti sanno (prefetto, sindaci, presidente Provincia, ecc… ) che in questa caccia vengono utilizzate armi potenti, equivalenti a quelle da guerra. In Appennino, all’interno del cosiddetto Parco nazionale, lasciano tranquillamente convivere questi eserciti in azione con i turisti, escursionisti, cercatori di funghi ,tutti sullo stesso territorio, senza cautele. E poi leggo che il sindaco di Castelnovo ha chiuso un anno fa il sentiero che porta sulla Pietra perchè pericoloso! Ma per piacere… Siamo di fronte a situazioni che le autorità conoscono e tollerano sperando che non succeda nulla, poi, di fronte alla morte, tutti a piangere, analizzare, “aprire tavoli” e impostare “percorsi”, per assopire. Siamo seri, questa è pura ipocrisia. Quando l’esercito effettuava operazioni in Appennino si premurava di chiudere il territorio. Oggi invece, quando queste squadre entrano in azione, nessuno si preoccupa dell’incolumità personale di chi avesse la sfortuna di passare da lì senza “pettorina fosforescente”. Questa volta è capitato purtroppo ad un cacciatore, la prossima a chi?? Il signor prefetto non sente il bisogno di intervenire? I signori sindaci non hanno nulla da dire? E la presidentessa della Provincia, nativa proprio di Ramiseto? Il signor presidente del Parco nazionale è fuori competenza? Tutti con la coscienza a posto e con i timbri giusti sui documenti? Animo, eccellenti autorità, questa è una situazione da governare!
(Commento firmato)
Precisazioni
Mi piange il cuore prendere atto che anche in questo caso vi sono persone che in modo “non molto corretto” colgono un’occasione così infausta per dire la propria. Una persona non informata che legga il commento può solo pensare di NON ANDARE in MONTAGNA in quanto rischia di trovarsi UN GRUPPO DI SOVVERSIVI in TUTA MIMETICA CHE FANNO LA GUERRA.
No! Questa non è la verità, tutte le squadre organizzate per la battuta al cinghiale sottostanno ad un regolamento ben preciso. Se poi vi sono soggetti che non le rispettano, sono SOLO loro che devono risponderne!!! E’ ora di smetterLa di fare di tutt’UN’ERBA UN FASCIO.
Nel commento si parlava di armi da GUERRA o comunemente “canna rigata”, armi autorizzate per questo tipo di caccia. Inoltre, in caso di ferimento, sono molto meno PERICOLOSE di un calibro 12. Fucile che spara proiettili UNICI di PIOMBO, che in caso di impatto si disintegrano in mille FRAMMENTI. Questo tipo di caccia è praticata in moltissime regioni italiane, utilizzando le stesse regole. Non mi risulta che vi sia un numero così alto di incidenti tali da additare CHI PRATICA QUESTA CACCIA come scritto nel commento. Non vorrei spostare il ragionamento in altro loco, ma non mi sembra di aver letto prese di posizione così marcate su argomenti che toccano la nostra e l’altrui incolumità. Mi va di ricordare che all’ingresso di Castelnovo ne’ Monti, prima della galleria della Croce vi è una curva che forse detiene il maggior numero di incidenti MORTALI della SS63, eppure la curva è ancora lì: esposti, segnalazioni, ma nulla è successo. Tutti percorriamo la strada sapendo il rischio e sperando che nulla accada. Ma non per questo facciamo una strada alternativa, anche se esiste.
Io chiedo a chi è preposto il controllo del rispetto delle regole e pene pesantissime per chi non le rispetta, sapendo che con le ARMI non si scherza. Saluto e colgo l’occasione per porgere le mie sentite condoglianze alla famiglia del sig. Torri.
(Roberto Malvolti)
Se c’ero io?
E se c’ero io a fare i miei su per il bosco e mi avessero sparato come fossi un cinghiale? Un po’ di cognizione, per favore!
(Davide)