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Oratorio di Beleo: gli alpini festeggiano la fine dei lavori di manutenzione straordinaria

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L'Oratorio matildico di Beleo di Casina è da anni un punto di riferimento per gli alpini reggiani che dagli anni sessanta ne curano la manutenzione. L'oratorio è dedicato "agli alpini reggiani che non ritornano" e domenica 30 settembre ci sarà un altro momento di questa dedicazione con la inaugurazione dei lavori di manutenzione straordinaria recentemente conclusi.

Il programma della giornata prevede:

ore 10: alzabandiera - inaugurazione e presentazione lavori;

ore 11: S. Messa;

ore 11,50: saluto delle massime autorità;

ore 13: rancio al castello di Leguigno.

La sezione provinciale dell'Ana vuole ringraziare nell'occasione: il gruppo alpini e amici degli alpini di Beleo con il loro capogruppo Luigi Grossi, coordinati dall'architetto Paolo Soragni dello studio Arteas progetti; le istituzioni pubbliche e private, i benefattori, gli offerenti e tutti i volontari che hanno contribuito alla realizzazione delle opere di manutenzione straordinaria. In particolare desidera esprimere profonda gratitudine alla Fondazione “Pietro Manodori” ed alla Comunità montana dell'Appennino reggiano.

Per informazioni sulla giornata: [email protected], 3355353118

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L'oratorio oggi

Nel 1944 l'oratorio venne pesantemente danneggiato da un'incursione area e ridotto in condizioni a dir poco preoccupanti per lo stato di conservazione con forte degrado e deperimento sia della copertura che della muratura in pietra arenaria oltre ad un evidentissimo problema di staticità delle fondazioni derivato dal forte dilavamento dell'area cortiliva. Un primo intervento di rifacimento della copertura fu operato già nel 1953 con l'inserimento di nuove capriate, travi, travetti e relativo assito. Un secondo intervento di consolidamento delle fondazioni con iniezioni cementizie è stato operato negli anni '60. Solo di recente, peraltro ad opera dell'Associazione nazionale alpini, si è provveduto al restauro. A partire dal 1970 fino ad oggi infatti con l'apporto operativo del Gruppo alpini e amici degli Alpini di Reggio Emilia, si è provveduto ad intervenire nella sistemazione e manutenzione dell'oratorio e delle relative pertinenze.
Si sono individuati gli elementi che presentavano elementi di rischio e degrado e si sono suddivise le opere di ripristino in diverse fasi lavorative.

Nel 1995 si è poi formato un gruppo locale di volontariato presieduto dal parroco Don Pietro Gallerini, coordinato dall'architetto Paolo Soragni e dal geometra Fabrizio Palladini, composto da alcuni abitanti di Beleo e da alpini. Tale gruppo ha provveduto a realizzare, dal 1995 ad oggi, diversi lavori. Eccoli. Copertura: interventi sull'assito e sul manto di copertura con l'inserimento di elementi anti intrusione per ghiri e scoiattoli;  murature esterne: pulizia accurata di tutte le pietre in arenaria e trattamenti con prodotti specifici sia all'esterno che all'interno dell'oratorio; pavimentazione interna: rimossa la vecchia stuccatura, pulita tutta la pavimentazione e ristuccata; illuminazione interna ed esterna: sistemazione dell'illuminazione interna con nuove lampade ed esterna con ripristino della vecchia; inginocchiatoi: totale rifacimento dei medesimi; area cortiliva e percorsi: rifacimento e sistemazione globale con l'inserimento di pavimentazione in pietra e muri di sostegno con parapetti e protezioni lignee.

Tutti questi interventi hanno consentito, e soprattutto consentono, di salvaguardare e di mantenere funzionale l'oratorio romanico e l'area circostante.

Cenni storici sull'oratorio

Non si conosce l'anno esatto di fondazione dell'oratorio, esso appare citato a partire dal 980 in un diploma imperiale in cui Ottone II conferma i beni della chiesa di Reggio Emilia. L'attuale costruzione, invece, pare sia stata eretta nel secolo XI sotto l'autorità di Matilde di Canossa. Nel 1070 la cappella figura tra i beni appartenenti a Bonifacio di Canossa. Nel 1302 la chiesa, citata come parrocchia, è sottoposta alla Pieve di Campiliola. Nel 1575 la chiesa viene declassata al grado di cappella e aggregata alla vicina parrocchia di Gombio; da allora inizia il suo lento degrado che culmina nel 1751 con il parziale crollo del tetto. Nel 1944 un'incursione aerea causa notevoli danni che rendono necessari interventi di restauro e ripristino, poco dopo realizzati. Ma l’incuria del tempo e degli uomini provocò altri danni, tanto da far ripiombare questo meraviglioso gioiello di architettura romanica nell’abbandono più totale. Ma fortunatamente nel 1969 iniziano i lavori di totale recupero e restauro grazie all'intervento dell'Associazione nazionale alpini, sezione di Reggio Emilia, che ottiene dal vescovo Socche la concessione di dedicare e consacrare la chiesetta di Beleo in perpetuo come "Oratorio degli Alpini". Il tempio romanico viene quindi dedicato al tutti gli alpini che sono andati avanti ed a tutti coloro che, partiti per i vari fronti di guerra, non hanno rivisto la patria. La vetustà dell’edificio ha comportato peraltro una continua opera di consolidamento terminata nel 2002 in occasione della 49^ adunata sezionale di Casina. Oltre il complesso abbaziale anche il terreno attorno è stato dissodato, abbellito e reso fruibile con tanto di parcheggio attrezzato per le autovetture. A tutto ciò vanno aggiunti gli ultimi interventi di manutenzione straordinaria resisi irrimandabili dato lo stato del manufatto.

Cenni architettonici

La costruzione, realizzata in pietra squadrata, presenta pianta ad aula orientata liturgicamente. La facciata è a capanna con monofora superiore e portale archivoltato a lunetta. La copertura è in coppi posizionati su due falde. A filo della facciata, dalla parte destra, si innalza il campanile a vela costituito da due pilastri collegati da un arco. Sul fianco meridionale si apre una bifora finemente ornata di una e sormontata da una serie di rombi. Un concio reca scolpita la data "MCCCCIII XXXX". Sull'abside, l'unica parte ancora originale della costruzione, di fine eleganza, si aprono tre monofore. Sotto la cornice che segna la linea di gronda è disposta una serie di conci a dente di sega formante una fascia sovrapposta alla teoria degli archetti monolitici nascenti dalle due lesene laterali. I piccoli capitelli di imposta sono scolpiti a raffigurazioni antropomorfe e geometriche diverse. L'interno, pavimentato a lastroni di arenaria, conserva una ricostruzione ideale dell'antico altare, opera dello scultore Lanfranco Scorticati.