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Dimissioni bianche e lavoro nero

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L'aula del Senato ha approvato martedì 25 settembre, in via definitiva, il disegno di legge sulle modalità per la risoluzione del contratto di lavoro per dimissioni volontarie. L'obiettivo del disegno di legge è di eliminare la pratica molto diffusa delle false dimissioni, cioè delle dimissioni in bianco, fatte sottoscrivere al lavoratore o alla lavoratrice nel momento dell'assunzione, quando il rapporto di forza tra i contraenti è a favore del datore di lavoro.

“Si tratta di una grande vittoria”, spiega la senatrice Leana Pignedoli, “di un passo importante per cancellare la vergognosa pratica delle dimissioni in bianco. Un fenomeno che colpisce soprattutto le donne costrette a firmare le loro dimissioni per sgravare l’azienda dai costi di una futura gravidanza. Ma anche, e questo riguarda sia lavoratrici sia lavoratori, per sgravare l’impresa da costi in caso di infortuni, malattie o semplici imprevisti”.

“Quello delle dimissioni in bianco – continua la senatrice reggiana - è un fenomeno ancora troppo diffuso nel nostro Paese, con dati allarmanti che provengono soprattutto dal sud. Una pratica difficilmente verificabile, in quanto parte del lavoro sommerso o in nero. Inoltre, l'onere probatorio in questi casi è a carico del lavoratore e poche volte si traduce in una prova scritta o testimoniale in grado di rendere nullo l'atto di cessazione del rapporto”.

"Questa legge - conclude la Pignedoli - realizza un meccanismo molto semplice, non oneroso, ma estremamente efficace: essa prevede l'obbligo, in caso di dimissioni volontarie, a pena di nullità, di procedere utilizzando dei moduli che presentano una numerazione alfanumerica progressiva, con una ridotta validità, per evitare contraffazioni e vincolare le dimissioni volontarie a meccanismi trasparenti. Con questo disegno di legge il Governo compie un altro passo sulla strada della lotta al lavoro nero verso la legalità”.

2 COMMENTS


  1. Speriamo facciano qualcosa, di serio, anche per il precariato o il cosiddetto “lavoro nero legalizzato”: i contratti a progetto, dove si percepisce una miseria, senza ferie nè malattie nè contributi decenti (ecc) e si viene spesso sfruttati molto più che il personale regolarmente assunto, poiché almeno quello gode di maggiori diritti.

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  2. Sono il commentatore precedente: vi invito ad approfondire con questa simpatica lettera del prof. Mauro Gallegati, pubblicata sul blog di Grillo: @Lhttp://www.beppegrillo.it/2007/09/la_legge_maroni.html#bestcomments@=www.beppegrillo.it/2007/09/la_legge_maroni.html#bestcomments#L.

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