Pubblichiamo di seguito una lettera inviata dalla minoranza consiliare alla presidente della Comunità montana dell'Appennino reggiano.
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Nella nostra nota del 30 luglio u.s., dove ci siamo occupati del disegno di legge governativo cosiddetto antispechi, che potrebbe ridisegnare anche la nostra Comunità Montana dandole una nuova e diversa configurazione, e dove abbiamo altresì accennato in parallelo ai costi della politica - proponevamo alla S.V. di rendere pubblici alcuni dati contabili riguardanti appunto il nostro Ente comunitario (dando alla stampa un prospetto riassuntivo):
• misura della indennità di presidente e assessore;
• ammontare del gettone di presenza dei consiglieri;
• spesa sostenuta annualmente sia per il funzionamento della Giunta che per quello del Consiglio.
Inoltre, come consiglieri (di opposizione) firmatari di quelle righe, davamo fin d'allora il nostro consenso perché venissero analogamente esposti “gli emolumenti che ci sono stati annualmente corrisposti in ordine all’esercizio di tale funzione, insieme al numero delle sedute cui abbiamo preso parte sul totale delle convocazioni”, così da mettere a disposizione un ulteriore elemento a chi fosse interessato a conoscere più nel dettaglio i costi gestionali dell’Ente.
In un odierno articolo di stampa troviamo riportate alcune di dette voci, tra cui l’entità del gettone di presenza dei consiglieri, ma si ha l’impressione che quei dati non siano stati forniti dalla Comunità Montana, come da noi allora proposto, e se così effettivamente fosse ne saremmo oltremodo dispiaciuti perché l’iniziativa ci pareva, e tuttora ci sembra, parecchio opportuna (e l’articolo di stampa ce ne sta dando conferma).
Stiamo infatti attraversando una fase molto delicata, in cui si parla sempre più spesso di sfiducia nelle istituzioni e non si placano le rimostranze verso la classe politica, accusata di essere troppo distante e autoreferenziale ed eccessivamente costosa, oltreché incapace di rivedere i propri emolumenti e di rigenerarsi; mentre a tali critiche si oppone la voce di chi esorta a non cedere al qualunquismo e alla facile e strumentale demagogia dei detrattori della politica.
La politica ha indubbiamente le proprie ragioni da spendere al riguardo, ma sbaglierebbe se non si interrogasse e se volesse sottovalutare o ignorare i segnali di malessere e di insofferenza che la società esprime. Dovrebbe innanzitutto lasciarsi sempre “radiografare”, e oggigiorno, in un momento di forti preoccupazioni economiche, questo significa far conoscere, anche senza esserne richiesti, quali sono le spese di funzionamento degli organismi elettivi di diverso ordine e grado, e delle loro emanazioni (essendo questo uno dei principali argomenti attualmente in discussione).
Ci sembra un’operazione del tutto naturale, per non dire scontata, che se fosse condotta “a tappeto” potrebbe semmai far ricredere qualcuno tra le fila dei contestatori e fornirebbe comunque loro dati utili per indirizzare in maniera più precisa e mirata l’azione di protesta. Nasceva giusto da questa logica quella nostra proposta di fine luglio, che qui ci sentiamo di dover rinnovare (pur se giunge tardiva perché una parte dei dati è già stata pubblicata) anche per rispondere al principio di autoiniziativa cui abbiamo appena sopra accennato. Ora potrebbe aggiungersi qualche altro dato, vedi il quantificare i rimborsi annuali di missione o trasferta per Giunta e Consiglio (e nel nostro caso anche come singoli consiglieri all’interno dell’importo che ci viene annualmente liquidato).
Come consiglieri di Comunità Montana crediamo di essere generatori di una spesa molto modesta e i dati di cui dicevamo in premessa servirebbero a dimostrarlo, una volta che fossero resi pubblici; il che dovrebbe anche indurre il legislatore a rivedere il meccanismo con cui si vuole decurtare di due terzi il numero dei consiglieri comunitari, portandoli ad uno per Comune al posto degli attuali tre, con esclusione di fatto delle forze di minoranza. Un'ipotesi che respingiamo perché verrebbe meno l’opera di contrappeso e di stimolo svolta dall’opposizione; e perché a nostro avviso l’attività in discorso si traduce in una esperienza formativa piuttosto importante, specie per quei giovani che intendono occuparsi di cosa pubblica.
Ma al di là delle nostre personali convinzioni può esservi chi è invece di tutt’altro avviso e ritiene che nell’ottica di un risparmio a tutto campo vi sia la necessità di sfoltire anche la mappa degli enti territoriali, e dunque i consiglieri della Comunità Montana non possono sottrarsi al confronto, ma è sicuramente preferibile farlo con cifre alla mano per avere un quadro d’insieme più oggettivo e completo.
Volendo pensare agli eventuali rimedi, di fronte appunto all’infittirsi delle proteste, va a nostro parere evitato di agire sotto le spinte contingenti ed emozionali; ma se da un lato un eventuale e complessivo ridisegno dell’architettura istituzionale non è da considerarsi realisticamente imminente e dietro l’angolo, non può d’altro canto essere che la politica reagisca nel frattempo con indifferenza e immobilismo, e secondo noi una prima risposta potrebbe essere data fin da subito, ancorché in modo indiretto, nell’attesa che il predetto ridisegno vada a compimento (lo avevamo già detto nelle nostre citate righe del 30 luglio e qui lo ribadiamo).
Se si accelerasse il processo di riduzione delle aliquote e dunque della pressione fiscale, naturalmente senza un aumento della tassazione in ambito locale - come le forze politiche che noi rappresentiamo sostengono da tempo, e come ormai da numerose parti si va insistentemente domandando - oltre ai benefici che ciascuna famiglia e ogni persona fisica ne ricaverebbe, otterremmo anche un altro e non piccolo risultato: come contribuenti sentiremmo quantomeno alleggerita in qualche misura quella quota delle nostre rispettive risorse che, sotto forma di imposte fiscali, va a finanziare il sistema degli organismi elettivi (in particolare quelli che sono comunemente avvertiti come troppo onerosi rispetto alla funzione svolta) e più in generale dell’apparato pubblico.
Già questo potrebbe essere motivo di non poca soddisfazione, senza che si debba gridare al qualunquismo e all’antipolitica, ma viene da fare anche una seconda considerazione, a nostro giudizio tutt’altro che secondaria in tema di bilanci e di spesa pubblica.
Autorevoli analisti ed economisti teorizzano non da oggi che la riduzione del carico fiscale porterebbe ad un incremento delle entrate tributarie per le casse dello Stato, ma anche qualora ciò non dovesse succedere in tempi rapidi, e dovessero nel contempo aumentare i cosiddetti motori di spesa, chi ha il compito di destinare le risorse si troverebbe a dover tener conto delle priorità, eliminando giocoforza gli sprechi e le uscite superflue, e intervenendo su quelle non essenziali.
C’è da credere che una siffatta opera di selezione e razionalizzazione della spesa costringerebbe il sistema ad autoregolarsi, nel senso di correggere i suoi squilibri e metter mano a quei privilegi impropri che gli vengono rimproverati, talché non mancherebbero anche in questa circostanza gli effetti positivi. Per parte nostra confidiamo pertanto che si arrivi presto a veder abbassate le aliquote e quindi il prelievo fiscale.
Un altro argomento che torna periodicamente alla ribalta è quello del cumulo delle cariche, e non a caso l’anzidetto articolo di stampa ne fa uno spaccato riguardante la nostra montagna. Ma ci risulta che la tematica degli incarichi plurimi sia stata portata all’attenzione di consigli comunali di altre zone.
Sembrandoci che la materia rientri a pieno titolo nella sfera che attiene ai costi e all’etica della politica, e sia parimenti di indubbia attualità, riterremmo opportuno che potesse essere oggetto di esame e riflessione anche nell’ambito del Consiglio comunitario.
(I consiglieri di opposizione Riccardo Bigoi, Paolo Bolognesi, Marino Friggeri, Giuseppe Moncignoli, Davide Morani)