Matrimonio con chi vuoi, ma funerali con i tuoi. Non è un (parafrasato) modo di dire ma ciò che sta accadendo realmente, mano a mano e in modo sempre più sensibile, nel capoluogo montano, ma anche nei comuni vicini, in particolare per il rientro di salme di montanari emigrati. Per questo aspetto qui in Appennino ci si va avvicinando, Castelnovo in testa, agli usi che, da tempo ormai, invalgono negli agglomerati di maggiori dimensioni.
RISPETTO AL TRAPASSATO? DEFUNTO
Se una volta (e non si parla dei tempi di Carlo Cotga, cioè antichi, ma di non più di due-tre decenni fa) il lutto di una famiglia era un po’ il lutto di tutto il paese, ora è cambiato molto, se non tutto. Una volta al passaggio del corteo funebre tutti i negozi, in segno di rispetto e partecipazione, anche se non vi era conoscenza diretta del trapassato, abbassavano le serrande. E il funerale era, anche, occasione per rinsaldare affetti e amicizie con i cari del fu. Cos’è rimasto di tutto questo? Niente. Anzi, ora prima si “libera il campo” e si evitano intralci ai vivi meglio è. Di più: col traffico che c’è il carro funebre è meglio che non rallenti i veicoli in transito. E, non di rado, se manca il codazzo dei parenti, capita di notare carri funebri e furgoni col morto che sfrecciano. Caro estinto da rimpiangere? Macchè: piuttosto, car-estinto da far circolare alla svelta.
CASI SCONCERTANTI
Accadono, poi, cose che dovrebbero scandalizzare. Come, ad esempio, che una persona in casa sua debba sopportare il frastuono e la confusione provenienti da un bar vicino, da cui si leva musica a volume indecente. Nulla di vergognoso se i gestori non fossero ancora stati resi edotti del fatto che lì una vita si stava spegnendo; ma il fatto è che invece erano stati pregati telefonicamente dai familiari e poi da un medico che chiedevano rispetto e comprensione. Ma non vi era stato alcun riscontro. Era giunta anzi una risposta strafottente ed infastidita, del tipo: “Potrebbe andare da un’altra parte, ha altre case… “. [Per la cronaca, l’uomo è morto proprio quella notte]. Un caso limite, questo, certamente. Ma anche la chiara indicazione dei tempi che corrono. Business is business! Gli affari sono affari! Show must go on! Lo spettacolo deve andare avanti! Sarebbe ora di piantarla con queste sciocchezze, che coprono solo insensibilità ed egoismo. Sarebbe tempo, piuttosto, di riscoprire una più umana scala di valori.
“SE NE DA’ NOTIZIA AD ESEQUIE AVVENUTE… “
Diamo un occhio agli avvisi funebri. Sempre più spesso, comunque in misura certamente molto superiore rispetto a tempo fa, troviamo, a proposito delle esequie, l’espressione: “Se ne dà notizia a funerali avvenuti… ”. Come inquadrare il fenomeno? I paesi (Castelnovo in particolare) crescono, certo. E questo può in parte spiegare il diminuito senso di rete comunitaria. Ma è solo questo? E’ questa la domanda che poniamo. Ai lettori e a noi stessi. E’ inevitabile che crescendo, numericamente ma non solo numericamente, sia ineluttabile l’indebolirsi o lo sfilacciarsi delle relazioni sociali? Cioè, in fondo, l’abbassarsi della qualità della vita? Ci ripetiamo spesso che viviamo ancora in bei paesi o paesoni di montagna, dall’aria buona, dallo spiccato senso di ospitalità. Dovremo rivedere qualcosa nella percezione di noi stessi? Può darsi.