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Ligonchio chiama, Chicago risponde

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Chicago, Illinois, Stati Uniti d'America. Primo giugno 1906. Un gruppo di ligonchiesi si ritrova e... fonda la Società di Mutuo Soccorso. Compito principe della società, il reciproco aiuto e il mantenere i rapporti sociali in una terra così lontana. Nell'anno in cui Dorando Pietri corre la sua ultima maratona e nel quale in Italia si fonda l'Alfa Romeo (il Titanic sarebbe affondato due anni più tardi), c'è un gruppo di ligonchiesi emigrati oltre oceano che fa tesoro del patrimonio montanaro più grande: la famiglia e il suo senso di appartenenza.

Ieri l'altro, sabato 1 settembre, l'Amministrazione comunale di Ligonchio ha presentato alla cittadinanza, nella sala consiliare municipale, l'ultimo libro del maestro Mario Borghi, 87 anni, cittadino onorario ligonchiese.

Egli ha scritto la sua quarta opera su Ligonchio: "Storia di una fotografia: la società di mutuo soccorso San Rocco di Ligonchio Emilia" (gli altri erano stati: "Pellegrini fra Pradarena ed Ospedalaccio diretti a Bismantova"; "Gabriele Francesco Sacchini, fabbro della loggia del Casalino di Ligonchio"; "Immagini sacre e maestà nel comune di Ligonchio: invocazioni nei boschi").

Queste righe narrano proprio, in senso letterale, la storia di una fotografia, che ritrae un gruppo di 80 uomini che avevano fondato la "società del mutuo soccorso". Tale fotografia era stata scattata a Ligonchio, nei pressi della centrale, nel 1918. Ma la società del mutuo soccorso S. Rocco fu fondata il 1° giugno 1910 a Chicago, Illinois, Stati Uniti, da cittadini ligonchiesi, che erano emigrati oltreoceano nei primi del novecento, per aiutarsi nei momenti di difficoltà.

Della società (si legge nell’articolo sei) avrebbero potuto far parte solo i cittadini ligonchiesi o i loro figli.

“Crediamo siano in pochi a poter raccontare la storia dei nostri nonni – scrive l’assessore Wanda Scaruffi - come trascorrevano la vita a Ligonchio un secolo fa e quanto hanno sofferto per civilizzare questo territorio montano. Questo scritto è il frutto della ricerca di chi non vive quotidianamente con noi, ma che in passato quassù ha vissuto per svolgere l’attività di maestro di scuola e sembra quasi raccontare una favola". “E’ la verità di ‘vecchi’ che hanno sofferto e lottato per sopravvivere e per mantenere vivo l’amore verso il suolo natio. Non hanno avuto paura di emigrare per cercare di non precipitare nell’anonimato di vita senza avvenire. La storia di questa società di mutuo soccorso è stata ben evidenziata e descritta in questo libro: siamo certi che coloro che troveranno il nome di un loro familiare nell’elenco degli aderenti alla Società, ne saranno orgogliosi e lo ricorderanno come una persona speciale”.

(g.a.)