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Benidorm specchio del mondo

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Tutto il mondo a Benidorm.
Tutto il mondo nello stesso mare, sulla stessa spiaggia.
Tutto il mondo a casa sua.

Si parla molto di intercultura, in questi nostri tempi globalizzati; si predica intercultura, si agogna intercultura, ci si copre gli occhi di intercultura.

Sotto questo velo, l’intercultura non c’è, rimane ancora piuttosto lontana.

Dell’attuale situazione, Benidorm ne è allegoria.
Situato in posizione climaticamente privilegiata, sulla costa tra Valencia e Alicante, negli ultimi anni da villaggio di pescatori si è mutato nella Rio de Janeiro europea, centro internazionale di vacanze al mare e movida.

A suo modo romantico, sprigiona fascino e bizzarria, con quei grattacieli altissimi sul mare, alberghi arrampicati sugli scogli, ristoranti e pub ovunque, i parchi acquatici come contorno.
Tutto è tremendamente artificiale, a Benidorm, e tutto funziona tremendamente bene.
Ci si diverte, a Benidorm, ci si diverte e ci si rilassa.
È posto per famiglie, per giovani che vivono la notte, per anziani bisognosi di mare; generazioni diverse che riescono a convivere, interagendo e confrontandosi. Nessuno è escluso, a Benidorm.

Vi ho trascorso una settimana, lo scorso agosto.
Mi sono divertito. Ho osservato molto.
Ho osservato i comportamenti della gente.
Ne sono rimasto piuttosto sconcertato.

La spiaggia, uguale per tutti. Il mare, anche.
Ma la notte tutto cambia.
Tutti gli italiani a mangiare pizza e spaghetti nei ristoranti italiani; gli inglesi a seguire le amichevoli del Chelsea nei pub in British style; i tedeschi a rosicchiare salsicce sopra tavoli stile bavarese. A ciascuno il suo. Ora dopo ora, spagnoli a ballare musica spagnola in locali di soli spagnoli; inglesi a bere birra inglese in un quartiere distante; italiani a dolersi per i loro deficit nelle lingue straniere, o a celebrare i campioni del mondo.

Non ho trovato contaminazione, non ho trovato la voglia di calarsi negli stili di vita del posto in cui ci si trova. Non ho trovato desideri meticci. Soltanto tedeschi, inglesi, italiani che cercano e trovano in terra spagnola uno spaccato di Germania, Inghilterra, Italia, secondo una sorta di segregazione ludica.

A Benidorm, tutto questo si sa. Ed il turismo porta soldi a palate.

Nel mondo in cui non ogni cosa può essere ludica, tutto questo si finge di non sapere.

E l’intercultura è lontana.