Incredibile ma vero: c’è chi soffre perché non soffre. In Pakistan una serie di famiglie, imparentate tra loro, sembrano tramandarsi di padre in figlio una strana malattia: si fanno sempre male, perché non provano dolore.
I membri più giovani (tra i 4 e i 14 anni) delle famiglie, presi in esame da alcuni scienziati intenti ad approfondire il caso, mostrano segni evidenti di contusioni, abrasioni, ferite, morsi sulla lingua e sulle labbra e addirittura fratture agli arti non curate. Il loro corpo, infatti, subisce continuamente dei danni, ma loro non possono accorgersene perché quando si fanno male non provano nulla. E di conseguenza non si mettono a riposo se si slogano una caviglia o non fanno attenzione a non sbattere la testa, per esempio sui mobiletti della cucina.
I ricercatori analizzando il Dna dei giovani "incoscienti" - uno di questi faceva il fachiro, correndo sui carboni ardenti e ficcandosi i coltelli nelle mani - hanno individuato il problema nella mutazione di un gene (SCN9), che gioca un ruolo molto importante nella stimolazione della cellule nervose. Poiché controlla il rilascio del sodio al loro interno. Il sodio è una delle componenti che permette di inviare il segnale nervoso del dolore al cervello. Se viene a mancare, probabilmente il cervello non si allarma e il corpo è portato a superare i suoi limiti, proprio come avviene ai giovani pakistani.
Un’altra versione del SCN9, invece, potrebbe provocare una maggiore sensibilità al dolore, di cui soffrono alcune persone. Lo studio delle mutazioni di questo gene, secondo alcuni scienziati, potrebbe essere utile per trovare un farmaco capace di curare il dolore cronico e acuto.