Si ha paura di parlare di etica! Sembra di mettere delle catene alla libertà personale, di tarpare le ali a chi vuole slanciarsu, al di là delle regole, nell’avventura del vivere. Etica o morale, come la si voglia chiamare, sono capitoli di libri scritti da antichi saggi quali Aristotele e Platone, rimane sempre uno dei campi di battaglia delle religioni e di chi si professa “laico”. Certamente non possiamo cancellare l’etica senza provocare danni al nostro vivere civile, alle persone, ai giovani, che non rifiutano le regole quando sono ragionevoli e li aiutano ad essere liberi per amare. L’etica è l’arte del saggio, che sa distinguere il bene dal male, nella quale dobbiamo istruirci per le scelte essenziali del nostro vivere.
Di fronte al mondo, che enfatizza la libertà individuale, che invidia chi si arricchisce e disprezza i poveri, che corre ad armarsi, che critica il sovraffollamento dei popoli terzomondiali e privilegia la regressione demografica di quelli ricchi, che parla di legami liberi più che di famiglia, ci vuole più etica.
Così di fronte a mille episodi di abbandono e sfruttamento dei bimbi, alla fuga dall’educare, all’avanzare quasi inarrestabile delle nuove dipendenze, alle varie forme di violenze fisiche o sessuali, si sente il bisogno di ritornare urgentemente all’etica, di “aggrapparsi ad essa come a una zattera durante la tempesta”. L’etica appare “una nuova arca di Noè”, quella invocata da Jean Guitton, nel libro “Della saggezza e delle virtù ritrovate”. E’ la saggezza dei nostri antichi, sono i grandi orientamenti della religione da ritrovare nella scuola, in famiglia, là dove si amministrano beni e giustizia, nel mondo del lavoro, in quello della sanità, in città dove corruzione e indifferenza hanno creato periferie invivibili.
L’etica e la morale… Ma quale etica? Dettata da chi? E poi perché essa deve essere dettata da qualcuno o qualcosa?
Ho sentore che l’etica, qui menzionata, sia da tempi immemori scivolata nel calderone dei valori strumentalizzati. Una volta odiavo la politica, ma è dappertutto…(!) Ma parlo di una politica (negativa) intesa nello strumentalizzare le persone, i fatti, le ideologie ed i valori: un abuso di tutto, solo per raggiungere fini propri e ben diversi da quelli promulgati o, ancor peggio, promossi dai valori “rubati”..
(A.G.)