Lo chiede la minoranza, dopo articoli (anche di Redacon e Tuttomontagna), con commenti di lettori, nuovi cablaggi e incontri sul Partito democratico per parlare delle strategia del Parco, compreso il progetto internet
Impazza e infiamma le cronache la questione internet veloce per la montagna. Il servizio della banda larga di cui già usufruiscono i capoluoghi di Castelnovo, Canossa, Carpineti e (grazie a un privato) alcuni cittadini di Vetto, è finalmente al centro del dibattito politico. Della questione diventano oggetto di discussione anche articoli apparsi su Redacon e sul mensile Tuttomontagna.
Di recente, in particolare, il gruppo consiliare di minoranza in Comunità Montana, a firma di Riccardo Bigoi, Paolo Bolognesi, Marino Friggeri, Giuseppe Moncignoli, Davide Morani, avevano notato un’incongruenza rilevata tra interviste rilasciate alla nota rivista di informazione dell’Appennino.
LA PRIMA INTERPELLANZA
Sull’ultimo numero del mensile diretto da Giuseppe Delfini, da un lato la presidente della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano dichiarava “Adsl in montagna: spero che entro l’anno si possa partire. C’è l’impegno da parte di tutti”. Ma in un articolo a fianco, in merito all’intervista al privato che ha portato l’internet veloce a sue spese a Vetto, spicca una nota di Enia che dice “Realizzazione dell’internet veloce: non abbiamo nulla da dire in merito, in quanto non abbiamo firmato alcun protocollo di intesa”.
Oltre a rilevare questa incongruenza, la minoranza in una prima interpellanza, pubblicata anche dal nostro sito, disse: "Viene spontaneo domandarsi perché mai gli enti pubblici sono fermi ancora ai preliminari, o quasi, mentre un soggetto privato ha già individuato la risposta al problema, e vi ha dato attuazione, con costi che si prefigurano molto più contenuti rispetto a quelli suo tempo stimati o intravisti”.
E ancora “la spesa per l’infrastrutturazione telematica del nostro comprensorio è tuttora quantificata nell’ordine delle precedenti stime (1.400.000 euro, a fronte del modesto investimento operato dal privato, ndr)? il servizio che verrà erogato all’utente, dopo che la parte pubblica avrà portato a conclusione il suo intervento in questo campo, si differenzierà da quello già in funzione a Vetto? le imprese private che hanno già installato il sistema wireless sul nostro territorio, rendendolo usufruibile per l’utenza, potranno beneficiare in qualche misura (ovvero proporzionalmente) dei fondi pubblici contemplati in materia dall’Accordo Quadro (e di eventuali altri che vi confluissero)?”.
IL COMMENTO DI UN LETTORE
“Intanto alla nostra interpellanza apparsa su Redacon – dice oggi la minoranza – un lettore suggerisce di convocare la ditta che ha eseguito i lavori a Vetto in modo che possa esporre l’idea (soluzione condivisa da un altro lettore)”.
LIGONCHIO: IL PARCO E IL PARTITO DEMOCRATICO
Nel mentre, recente, è la notizia dell’arrivo dell’Adsl a Ligonchio, ad opera di due compagnie telefoniche. E, ancora, il presidente Fausto Giovanelli, a mezzo stampa informa che, sul tema, il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano avrebbe stanziato 140.000 euro per un progetto da realizzare in tempi stretti. “Alcuni giorni dopo – scrive la minoranza alla Montemerli - Redacon dà notizia che il presidente del Parco intende promuovere un incontro di riflessione, proposta e confronto allo scopo di far partire le scelte strategiche del Parco e per farlo ha inviato una lettera ad amministratori e dirigenti simpatizzanti del nascituro Partito Democratico (…) In coincidenza con l’avvio dell’attività degli organi ordinari, sento l’esigenza di un momento di confronto, allo scopo di far partire le scelte strategiche del Parco, sulla base di ragionamenti politici coerenti con finalità di fondo di governo del territorio da parte del centrosinistra. Non bastano per questo i confronti, peraltro sempre troppo brevi, nelle sedi istituzionali. E’ bene dare qualche sede politica, anche informale, a un confronto sull’avvio del Parco, per tutti coloro che si sentono partecipi della scelta del Partito Democratico".
LE RICHIESTE ALLA COMUNITA’ MONTANA
Ecco la bordata della minoranza: “Non sappiamo a quali confronti nelle sedi istituzionali si riferisca il presidente del Parco, quando li definisce 'sempre troppo brevi', ma il discorso non vale certamente per il Consiglio della Comunità Montana, dal momento che detta assemblea non ha mai avuto la presenza del presidente, col quale confrontarsi in 'scelte strategiche del Parco'”.
Di qui la nuova richiesta alla Comunità Montana: “Ci sembrerebbe opportuno dedicare all’argomento una seduta consiliare, cui dovrebbe partecipare il presidente del Parco e alla quale invitare le ditte/imprese che hanno già realizzato i collegamenti in parola a Vetto e Ligonchio, ovvero in altri zone di cui noi non fossimo al momento venuti a conoscenza”.
ULTIME NEWS E DOMANDA
Nel mentre, aggiungiamo noi, apprendiamo dal Carlino Modena di ieri, 28 agosto, che anche nell’Appennino modenese entro l’anno si dovrebbe operare la cablatura con l’internet veloce.
Una domanda logica: mettendo assieme i ritagli di informazione di cui disponiamo, è davvero l’unica soluzione possibile quella del cablaggio? E, anche se ci sono i finanziamenti, non è opportuno valutare la possibilità di soluzioni più veloci e, pare, cento volte meno costose? Nel qual caso le risorse liberate, potrebbero essere destinate all’abbattimento del grandissimo gap informatico che, ancora, ci divide dalla pianura.