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Tensioni sul taglio dei boschi

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Il Parco nazionale non ha parte alcuna nel determinarsi delle tensioni che emergono sui tagli dei boschi e altre questioni collegate. In realtà abbiamo praticato un principio elementare e solido: le regole di gestione del bosco appenninico non devono essere correlate al perimetro del Parco, ma invece alla natura e alle caratteristiche del bosco stesso. Ciò appare giusto e logico, tanto più che il perimetro attuale del Parco non rispecchia confini della natura e tanto meno della vegetazione. E’ un confine che non segue né curve di livello né sistemi vegetazionali, ma piuttosto il compromesso raggiunto comune per comune tra esigenze di cacciatori e volontà di realizzare il Parco nazionale.

Pertanto non c’è nessuna differenza fra parco e non parco nella libertà e nei vincoli relativi al taglio dei boschi. Le competenze spettano alla Regione e alla Comunità montana. Ad esse il Parco si è adeguato e si adegua.

Aggiungo che serve fare seriamente il punto sulla risorsa bosco, sulle opportunità che offre, sui problemi che emergono per la nuova regolamentazione delle aree S.I.C. (Siti di interesse comunitario), ove una situazione un po’ confusa sta creando comprensibili tensioni in tutto il territorio appenninico.

Non servono polemiche generiche e datate sui generici e imprecisati vincoli. Ancor meno è accettabile che si dica – a partire da Miscoso - che il Parco, che ha animato quest’anno come non mai l’inverno a Succiso e dintorni, non fa nulla per lo sviluppo. Questa è una bugia grande come una casa.

Il turismo cresce, in particolare la presenza straniera e la frequentazione dei rifugi. Inoltre l’ambiente di qualità - di cui il Parco è emblema - è sempre più una molla di tanti insediamenti residenziali, recuperi e ristrutturazioni edilizie in tanti borghi fino a pochi anni fa destinati all’abbattimento e dunque traino di piccole attività produttive.

Circa il nuovo rigore della gestione delle Aree SIC e ZPS (che ripeto non sono nel Parco né del Parco) siamo pronti a promuovere insieme con Regione, Comunità montana e Comuni, un confronto aperto con cittadini e operatori.

L’UE ha legato quest’anno i fondi per lo sviluppo agricolo a una più rigorosa gestione della protezione della natura. Questa è la ragione per cui la Regione sta emanando nuove regole per la valutazione di incidenza ambientale in tali aree. Il Parco Nazionale è anch’esso un imprenditore dello sviluppo territoriale, e con gli imprenditori è pronto al confronto e alla collaborazione, a patto che non si esprimano in stanche giaculatorie e che non scambino lucciole per lanterne.

(Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano)