CERVAREZZA - Tanta gente, ieri sera, soprattutto curiosissimi bambini, in quel di Costa Volpara, in località Sparavalle, sul nostro Appennino (per intenderci, giusto a monte dell’ex “ecomostro”), a 1000 m di altitudine, ove è stato costruito un osservatorio astronomico che presto entrerà in funzione. Si parla del prossimo autunno, quando verrà posto il sigillo finale ad un’opera che, pazientemente, è stata portata avanti per più di un decennio da diversi appassionati che hanno prestato competenze, intelligenze e olio di gomito: la posa di un telescopio di configurazione newtoniana (cioè a specchio) di 65 cm di diametro.
Si tratta di uno strumento di tutto rispetto, col quale, come spiega Stefano Campani, uno dei promotori, “si potrà anche fare un po’ di ricerca, dato che il cielo è grande e gli astronomi professionisti si appoggiano sempre di più sul lavoro dei dilettanti, gli astrofili”.
La cupola è visibile (ma non troppo, per via della colorazione scelta) percorrendo in direzione del passo del Cerreto, lungo la 63, all’altezza del rettifilo in corrispondenza del bivio per Ramiseto. Per raggiungerla bisogna però imboccare la strada che porta alle Fonti di S. Lucia. Il progetto è opera del geometra Daniele Canedoli, che ha spiegato ai presenti, riuniti nella saletta della stazione osservativa, che “si tratta di una struttura unica nel suo genere che per me ha costituito anche un’esperienza progettuale molto interessante. Abbiamo visitato diversi altri siti prima di accingerci al lavoro, per farci un’idea più precisa. Si è dovuto tener conto di vari fattori: strumentali, tecnici, geografici. Come ad esempio l’inquinamento luminoso, che di fatto impedisce ormai agli abitatori di tante zone, soprattutto in pianura, la vista di buona parte del cielo”.
E’ un piccolo gioiellino, in effetti, questa struttura. Tutti i presenti hanno potuto visitare i suoi vari scomparti, fin su, in alto, nella cupola, pregevole opera artigianale in rame e ferro di Nino Galassi. Gli spazi sono naturalmente essenziali ma funzionali.
“Ora si pone la questione della gestione: è la nostra sfida”, ha detto invece Pietro Campani, padre di Stefano, anch’egli tra i fondatori del gruppo di astrofili cervarezzini, denominato Gadar, cioè “Gruppo astrofili dell’Appennino reggiano”. “Dobbiamo ringraziare le autorità, che ci hanno dato una grossa mano, e i tanti singoli che hanno prestato la loro preziosa attività”.
“Si tratta di un posto di eccellenza all’interno del Parco nazionale”, è invece stata la sottolineatura più "politica" del sindaco di Busana, Alessandro Govi, anch’egli partecipe di questo momento di presentazione pubblica.
Mentre all’esterno, dov’erano stati posizionati un paio di telescopi, le condizioni meteo purtroppo non erano delle migliori (ma qualche occhiata di prova a Giove si è riusciti a darla), dentro, nella saletta, Stefano Campani e Gabriele Fontana portavano avanti il botta e risposta dando soddisfazione con competenza e disponibilità alle tante domande poste soprattutto dai più piccoli, molto presi ed affascinati dagli argomenti.
Una bella serata, insomma. Che si spera possa essere di buon auspicio per la riuscita di questo affascinante nuovo viaggio tra le stelle intrapreso nel cuore dell’Appennino reggiano.
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Informazioni: gadarastrofili.it.