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Il mondo della formazione professionale

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Razionalizzazione delle risorse, specializzazione dell'offerta formativa, valorizzazione delle peculiarità e maggiore visibilità del sistema: sono queste le linee guida che, a partire dalla seconda metà del 2004, la Provincia di Reggio si è data per gestire al meglio le rilevanti trasformazioni in atto nel mondo della formazione professionale.

Con l'allargamento a 27 paesi dell'Unione Europea, ed allo scadere della programmazione 2000-2006, infatti, si è prodotta una nuova redistribuzione delle risorse comunitarie, a maggior favore dei Paesi nuovi arrivati e più bisognosi. Nel 2006 è dunque terminato un periodo che, grazie alla disponibilità di risorse soprattutto comunitarie, aveva premiato la capacità di spesa del sistema formativo emiliano-romagnolo.

Il periodo successivo 2007-2013 (già iniziato) vedrà un consistente calo dei finanziamenti europei, che per quanto riguarda la nostra provincia (visti anche gli ottimi risultati occupazionali già raggiunti) è pari ad un - 40% (da circa 11 milioni di euro annui si è passati ad una media che si aggira sui 6.600 euro parzialmente compensata da un incremento delle assegnazioni nazionali).

Ma il cambiamento non ha colto impreparata la nostra Provincia che, fin dal 2004, ha cominciato a "immaginare" il nuovo scenario cogliendone le opportunità di cambiamento per un'opera di sostanziale innovazione del sistema della formazione professionale che è stata illustrata nei giorni scorsi dall'assessore provinciale al Lavoro Gianluca Ferrari e dal consigliere amministrativo Armando Sacchetti, nel corso di una conferenza stampa.

"In questi anni - ha sottolineato l'asssessore Ferrari - il sistema ha saputo migliorarsi in termini di efficacia e di efficienza, configurandosi sempre di più come leva strategica per lo sviluppo delle persone e dei territori. Ciò grazie a politiche pubbliche intenzionali, ed anche grazie ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo che ha sostenuto e incoraggiato i governi locali. Ora che il sistema si è consolidato ha anche il dovere di rendere permanenti le proprie potenzialità senza dipendere unicamente, o principalmente, dal finanziamento pubblico, ma sapendosi proporre come sistema emancipato, al servizio del territorio e dei fabbisogni del mercato del lavoro locale".

"In questo senso la Provincia - ha continuato l'assessore - ha operato e sta operando per garantire una razionalizzazione dell'offerta formativa, invitando e 'accompagnando' ogni ente accreditato a valorizzare le proprie peculiarità, a rafforzare le proprie vocazioni, a specializzarsi e a cogliere potenziali collaborazioni, anche transnazionali, con altri soggetti sia pubblici che privati, a leggere sempre meglio i reali fabbisogni professionali dei territori. L’idea di rete è risposta obbligata sia per risolvere complessità che i singoli non riescono a gestire, che per costruire risorse economiche partecipate in grado di superare le limitatezze dei singoli soggetti. In questo momento stiamo trasformando i punti di crisi della riduzione dei finanziamenti e delle metamorfosi del mondo del lavoro, in vero e proprio piano di rilancio organizzativo e culturale per una nuova formazione professionale, nell’interesse delle persone e dello sviluppo economico culturale e della coesione sociale".

"Il processo non è ancora concluso - ha detto il consigliere Sacchetti - ma già oggi gli Enti di formazione si stanno ristrutturando e, soprattutto, ripensando come parti integranti dei territori". Dietro le quinte di un profondo processo di rinnovamento non ancora visibile all'esterno, nell'ambito del quale la Provincia ha assunto un ruolo di regia e di accompagnamento, vi sono stati numerosi incontri, laboratori di gruppo, focus group, commissioni consiliari.