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Gli stranieri poveri non vanno bene a nessuno

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Gli stranieri poveri non vanno bene a nessuno. Quelli ricchi, sì, anche se arabi! Se sono di Dubai o degli Emirati non ci danno fastidio! Forse perché cresciuto negli anni duri del dopo guerra, non ho mai nutrito antipatia per i poveri, soprattutto non mi hanno mai educato a forme di razzismo, che sono il contrario di quanto dice il Vangelo. Ero orgoglioso di essere italiano, quando, nei viaggi in America Latina, ero accolto proporio per questo titolo di appartenenza: gli italiani non era considerati stranieri, mai taliani, per la presenza di molti volontari.

Ingenuamente ho sempre creduto di appartenere ad un popolo accogliente, senza frontiere, meno nazionalista di tanti altri. Oggi, leggendo i giornali, sentendo alcuni interventi di uomini politici o di gente comune, pare non sia più così.

Oggi gli immigrati ci danno fastidio anche se li occupiamo in lavori poco pagati, sfruttati (proprio lavoro nero!), li utilizziamo spesso senza dare garanzie, ce la pigliamo con la Caritas che li fa venire e li difende, si fanno raccolte di firme per rimandarli indietro: “Dobbiamo pensare prima ai nostri, e poi a questa gente che viene da lontano, rubando i posti di lavoro ai nostri figli!”, i quali figli non li vogliono assolutamente occupare perché si sentono umiliati a fare gli sguatteri, lavori di pulizia, di stalla o di macellazioni…

Una volta questo trattamento lo si aveva con i “meridionali” che venivano al Nord! Dio mio, siamo veramente scarsi quanto a fantasia! Eppure, leggendo la storia, siamo tutti più o meno figli di immigrati!
Nel Seicento dall’alto lago di Como scendevano in Sicilia in cerca di lavoro! Nel Novecento dalla bassa Regione Emiliana, una delle più ricche in Europa, andavano emigranti in Argentina! Sono solo due esempi di nostri connazionali che hanno provato la stessa fatica degli immigrati d’oggi: cambio di paese, di costume, di tradizioni, distacco dalla famiglia, dai propri cari.

Ci sono anche molti cristiani che arrivano da noi dal Ghana, dai Grandi Laghi, dal Rwanda, dal Sudan… Rimangono delusi dalla scarsa accoglienza di noi cristiani, di alcune comunità che non possono dirsi di Gesù Cristo perché razziste! E non sono quelle povere, sono del nostro Nord, mentre al Sud c’è stata una vera gara di solidarietà per accogliere chi sbarcava da barconi, dove hanno rischiato la vita per seguire un sogno, forse un’illusione, di trovare casa e accoglienza in un paese “cristiano!”.

Si veda tutta l’opera delle Caritas e degli episcopati del Sud per capire come il Vangelo si è incarnato in paesi che consideriamo poveri ma quanto ad accoglienza sono davvero “biblici”.

Per i paesi del G8 accogliere questi immigrati potrebbe essere l’occasione per saldare il debito di tanti “furti” di persone e cose, che negli anni della colonizzazione, abbiamo contratto con loro!