Parcheggi gratuiti nei fine settimana. Nell’ultimo Consiglio comunale castelnovese, svoltosi giovedì sera, la proposta di eliminare nei fine settimana le soste a pagamento nel capoluogo per favorire turisti e acquirenti è stata ritirata dagli stessi proponenti, i consiglieri della Lista civica, dopo che il capogruppo Umberto Casoli, prima di illustrare l’interpellanza, aveva chiesto di allargare il discorso per trovare soluzioni magari più ampie ai fini di un auspicato maggiore “giro” e vivacità. Paolo Ruffini, assessore alla promozione del territorio, ha accolto con disponibilità la richiesta della minoranza. Il sindaco Gian Luca Marconi, intervenuto subito dopo, ha però tenuto a sottolineare come l’attuale assetto dei parcheggi, deciso due anni e mezzo fa, fosse stato predisposto proprio sulla scorta di sollecitazioni tipo quelle poste questa sera: “Comunque a settembre possiamo ritrovarci per analizzare la situazione e, se del caso, rivederla”.
Albergo Centro Coni. Robertino Ugolotti ha chiesto formalmente spiegazioni dei ritardi in cui versano i lavori di completamento dell’albergo sito presso il Centro Coni e il futuro centro benessere. Il vicesindaco Fabio Bezzi ha detto di “credere ancora nella validità del progetto”. “Ma certo – ha ammesso – ci sono state difficoltà nel reperimento di un operatore, a livello locale e provinciale, che avesse voglia di cimentarsi”. Presto sarà proposta una nuova convenzione, ha riferito ancora Bezzi. Aggiungendo che sono in corso contatti con la Provincia e col Motti sull’eventualità del trasferimento in quell’edificio della scuola alberghiera. Ugolotti ha dichiarato di “non ritenere la risposta soddisfacente: non è possibile proseguire con questa scia di nuove convenzioni: la nuova, quella cui il vicesindaco ha riferimento, sarebbe la terza in sei anni… ”.
Variante al Psc. Su questo punto c’è stata un po’ di discussione. E’ intervenuto anche l’autore del piano, l’arch. Caiti, chiamato dall’Amministrazione, che ha illustrato la variante proposta dalla maggioranza e risposto ad alcune richieste di chiarimenti provenienti da Casoli e da Luigi Bizzarri, del gruppo di Rifondazione. Casoli ha chiesto se la variante sul comparto denominato TR3 prevedesse o meno per un allevatore l’eventualità di ingrandirsi: “Se consideriamo che la produzione qui in montagna è basata sul latte e non sul grano o la vivaistica, un’eventuale chiusura in questo senso non saprei se leggerla come miopia oppure se invece sia una precisa scelta politica… “. Caiti ha spiegato che la norma tende a favorire le trasformazioni più che gli ampliamenti, dato che si ha a che fare piuttosto col problema contrario, cioè con cessazioni di attività delle stalle e conseguenti dismissioni di volumi. Bezzi ha aggiunto che di richieste in questo senso non ne sono quasi giunte: “Ma se c’è qualcuno che ha intenzione di ampliare la propria attività saluteremo la cosa con soddisfazione e cercheremo nel possibile di dare risposte, magari con una variante cartografica, poste naturalmente la condizioni di fattibilità”.
Sempre a proposito di variazioni al Psc, e facendo l’esempio degli interventi previsti in zona Bocciodromo, Casoli si è anche detto stupefatto dell’esagerata percentuale di “gioco”, il 25, decisa dalla maggioranza circa le modifiche delle superfici destinate ad interventi pubblici: “Ma vi rendete conto di cosa significa? Fate un po’ di conti e vedete come si incide su aree di 700 o 1000 mq… Fosse stato un 2% avrei capito. Si tratta invece in questo caso di un’elasticità che reputo inaccettabile… “. E’ intervenuto a ruota Bizzarri, che ha rinforzato i concetti espressi dal collega di minoranza: “Ritengo grave questo atteggiamento dell’Amministrazione, che convoca un Consiglio e in quattro e quattr’otto propone questo stravolgimento senza ulteriori confronti coi cittadini”. Lo stesso Vincenzo Ferrari, rappresentante della terza forza di minoranza, ha criticato il provvedimento, usando, nel suo intervento, anche l’espressione “speculazione edilizia”. Al momento del voto – fatto abbastanza inconsueto – tutte le minoranze hanno fatto quadrato ed espresso insieme la loro contrarietà. Ma ovviamente la maggioranza, sia pure questa sera presente a ranghi ridotti, ha avuto buon gioco nel far valere la legge dei numeri e a far passare la misura.
Approvati infine all’unanimità due regolamenti. Uno sulla privacy, adeguato all’ultima norma uscita, la 196 del 2003. L’altro riguardante il cosiddetto question time, richiesto in passato a più riprese dal gruppo di Rifondazione; il capogruppo Bizzarri ha richiesto che ne sia assicurata la massima pubblicizzazione presso i cittadini.