Se non bastano la curiosità, l’interesse per le grandi tradizioni economiche, storiche e culturali, e se non basta neppure il richiamo di un ambiente che riserva grande ospitalità e il contatto con una natura ancora del tutto sorprendente, da oggi c’è una ragione in più per visitare una latteria e passare un po’ di tempo nella montagna reggiana.
Una visita in un caseificio collocato nell’area dell’Appennino reggiano vale infatti il 30% del rimborso delle spese di soggiorno e di pernottamento nel territorio montano, ed è con questa iniziativa che la Comunità Montana compie un nuovo e deciso investimento per la promozione del lavoro delle latterie, configurando queste strutture produttive come uno dei fattori di attrazione turistica e di valorizzazione dell’ambiente, della sua storia, delle sue espressioni culturali e artistiche.
L’edizione 2007 del progetto “Latterie d’Appennino” – avviatosi nell’estate 2006 – parte dunque all’insegna di un accresciuto impegno pubblico per l’incentivazione del turismo in montagna, che passa appunto attraverso un contatto più diretto tra consumatori e strutture produttive che rappresentano uno dei motori dell’economia locale.
“Ma non solo”, sottolinea Leonilde Montemerli, presidente della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano; “le latterie sono infatti presidi fondamentali per mantenere vive le piccole comunità, per alimentare relazioni e coesione sociale, per concorrere alla tutela dell’ambiente, e sono depositarie di un patrimonio di tradizioni, di storia e di cultura che deve essere valorizzato sia per il suo valore intrinseco, sia come veicolo trainante di una nuova attenzione verso un’area straordinariamente ricca di valori che ancora restano in gran parte inesplorati da un turismo in cui si unisce lo svago al contatto con altri elementi di grande fascino”.
“Nel progetto “Latterie d’Appennino” – prosegue Leonilde Montemerli – si associano dunque obiettivi diversi ma complementari, e allo stesso modo si integrano gli impegni del pubblico e quelli richiesti alle latterie per valorizzare le loro specifiche attività e un territorio in cui vogliamo generare nuove opportunità di crescita economica e sociale”.
“Questo progetto – sottolinea il vicepresidente della Provincia, Pierluigi Saccardi – rappresenta un punto di riferimento ma anche l’espressione compiuta di una programmazione dello sviluppo territoriale, ed in particolare di quel turismo che costituisce una delle fonti di reddito primarie per l’area appenninica, che fa convergere impegni, esperienze e risorse diverse su obiettivi importanti e condivisi, mobilitando istituzioni, persone, imprese e comunità senza sovrapposizione di ruoli, ma con una chiara e comune visione di quelli che costituiscono i concreti e quotidiani interessi delle stesse comunità”. “Un tipo di percorso – aggiunge Saccardi – che bene è emerso dalla recente Conferenza Provinciale sul Turismo e sul quale la Provincia investe e continuerà ad investire sia in termini progettuali che sul piano delle risorse finanziarie”.
“Ci si muove – sottolinea Roberta Rivi, assessore provinciale all’Agricoltura –in una logica di sviluppo territoriale e non solo di settore, e questo è uno dei punti di forza più importanti sui quali il mondo agroalimentare può puntare per il suo sviluppo, mettendo in luce una pluralità di funzioni che fanno sì riferimento primario alle attività produttive agricole, ma attraverso di esse narrano storie di eccellenze qualitative da valorizzare, di tenuta complessiva dell’economia montana, di radicamenti forti a luoghi e soprattutto a culture e a tradizioni che sono un patrimonio per tutti e non solo per chi vive e lavora nell’area montana”.
“Le latterie montane – sottolinea Luciano Correggi, presidente del GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano – hanno compiuto investimenti rilevanti in questi anni per ammodernare i punti di vendita, ma con questo progetto si spingono molto di più sul versante delle iniziative promozionali sui prodotti e, soprattutto, si spendono nell’organizzazione di eventi culturali e di iniziative (l’apertura nei giorni festivi, ad esempio, l’organizzazione di visite guidate, la cottura del latte con fuoco di legna, ecc.) che danno vita a nuove forme di accoglienza che aumentano un livello d’attrazione sino ad oggi forse poco valorizzato, e cioè la loro collocazione in aree dalle quali partono percorsi escursionistici che a tutti possono consentire di scoprire o di riscoprire tanta parte della montagna reggiana”.
“Anche in questo modo sottolinea il presidente della sezione provinciale del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Graziano Salsi – le latterie diventano un luogo vivo per tutti, e questo significa che ne viene valorizzata pienamente la funzione economica e sociale, promovendo contemporaneamente quel rapporto diretto con i consumatori che rappresenta uno degli obiettivi strategici sui quali sono impegnate le imprese, il Consorzio di tutela e le centrali cooperative”.
Da luglio a novembre, le 17 latterie montane (erano 15 nel 2006 – n.d.r.) che hanno aderito al progetto – realizzato dalla Comunità Montana insieme alla Provincia, al Gal Antico Frignano e Appennino reggiano, alla Camera di Commercio, al Consorzio del parmigiano-reggiano e a Confcooperative e Legacoop - saranno aperte pressochè tutti i giorni, compresi i festivi, per la vendita di parmigiano-reggiano, burro, ricotta e altri prodotti tipici dell’Appennino; contemporaneamente – secondo un calendario che sarà diffuso nei prossimi giorni in 30.000 copie – proporranno degustazioni, offerte speciali, produzione di formaggio con l’antico metodo della cottura a fuoco e saranno protagoniste di eventi speciali: feste, concerti, manifestazioni sportive, serate a tema dedicate al “re” dei formaggi.
Info: Consorzio Fare Appennino – tel. 0522-717049 – www.fareappennino.it.
LE LATTERIE CHE HANNO ADERITO AL PROGETTO
Al progetto della Comunità Montana hanno aderito le seguenti imprese:
Selvapiana (Canossa), Sordiglio (Casina), Migliara (Casina), “San Giorgio” (Cortogno di Casina), “Cigarello” (Carpineti), Cavola (Toano), Minozzo (Villa Minozzo), Parco (Gazzolo di Ramiseto), Quara (Toano), Madonna della Pietra di Bismantova (Castelnovo né Monti), Garfagnolo (Castelnovo né Monti), Fornacione (Felina di Castelnovo né Monti), Bismantova (Castelnovo né Monti), Cagnola (Castelnovo né Monti), Carnola (Castelnovo né Monti), S. Pietro (Valestra di Carpineti), Azienda Agricola Fiori (Vetto).