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Castelnovo tra caldo e… olezzi!

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Col caldo e nel pieno della stagione turistica. Non è il massimo. Ci riferiamo alle “fragranze” che da qualche giorno, a ondate, si possono apprezzare in vari angoli del centro del capoluogo montano. Qualcuno, oltre ad averlo avvertito, lo ha rilevato, ovviamente non troppo contento. E' tempo di spandimenti di concime nei campi, evidentemente... poi c'è il venticello birbante che si diverte a portare gli olezzi giusto agli organi olfattivi degli abitanti e dei villeggianti...
Fatto sta che col caldo e l'afa che in questi giorni tagliano le gambe, di questa “ciliegina” si faceva oggettivamente a meno. Insomma: non un gran piacere, non un gran biglietto da visita...

7 COMMENTS

  1. Pazienza!
    Comprendo la necessità di “vitalizzare” il sito ma cerchiamo la giusta misura!
    In questo clima rovente ogni occasione per aprire una polemica nuova è buona ma credo che con questa si esageri!
    Se il contadino ha sparso il letame senza un’attenta analisi meteorologica e, per sfortuna, un po’ di sano e naturale odore è arrivato in paese pazienza! In poche ore tutto tornerà come prima.
    Non è inquinamento, non è un brutto biglietto da visita per i delicati nasi e serve poi per mangiare i sani prodotti delle nostre tavole.

    (Commento firmato)

  2. ?
    Già, ma quel concime è lo stesso che fa crescere l’erba che le nostre vacche mangiano, per produrre il latte utilizzato per uno dei formaggi più famosi del mondo… Mi sembra proprio un articolo stupido, dopotutto siamo un paese di montagna… Non Milano… Meglio odor di m… che di smog…

    (s.s.)


  3. A prescindere che il problema non si risolverà in poche ore, poiché persiste già da molti giorni in tutto il centro abitato (come sottolinea giustamente l’articolo), non trovo corretto criticare l’appunto (dal nome della rubrica che lo ospita): sono infatti alcune settimane che siamo oppressi da un pungente odore di letame.
    E’ un dato di fatto come lo è la necessità di spargerlo ed il fatto che dopo 1-2 giorni diviene eccessivo da tollerare; e che di certo ciò non favorisce la già scarsa villeggiatura.
    E’ lecito lamentarsene, e non è colpa del caldo o delle mancate piogge che dovrebbero risolverne il disagio, né tanto meno della voglia di fare polemica.

    (Commento firmato)

  4. Olfatto fino
    Concordo pienamente con gli interventi precedenti (@Ci primi due – ndr#C), anche se l’articolo di per sè non è poi così polemico, almeno spero che chi l’ha scritto non faccia parte di quegli ex agricoltori o figli di agricoltori emigrati in città che quando tornano dalle nostre parti in vacanza iniziano a lamentarsi dei nostri odori… genuini. Troppa abitudine allo smog fa anche questo. W la campagna e w gli odori di fieno, di erba bagnata e, perché no, anche di letame.

    (Laura)

  5. Il Trentino, la storia, la scienza e la pazienza…
    Ancora una volta dobbiamo prendere esempio dai trentini, ohibò. Nella loro terra si paga profumatamente per andare in alberghi a più stelle vicino alle stalle. E dove è normale sostare in baite accanto a un po’ di sano letame.
    Ancora una volta dobbiamo ricordare la nostra storia, la quale racconta che prima ancora di popolosi nuclei abitati in Appennino, arrivarono i caseifici a portare denari e sviluppo in diverse frazioni della montagna. Adesso sono chiamati a sloggiare.
    Ancora una volta ricordiamo la scienza la quale ci dice che agli odori ci assuefà dopo pochi minuti. Ma alla pazienza evidentemente non ci si abitua mai.
    Ancora una volta dobbiamo ringraziare il buon Dio che… ci lascia qui alla mercè degli odori campagnoli, anzichè a quelli dello smog cittadino dove, ognuno, è libero di andare/tornare, anche d’estate.

    (Gabriele Arlotti)

  6. Distinguiamo
    Non è questione di nasi delicati né di intolleranze o bizze personali. Rispondiamo con una citazione. Si leggeva già, cinquant’anni fa, su un fascicoletto pubblicato dal vecchio Ente Provinciale per il Turismo di Reggio Emilia a proposito dei “problemi turistici della montagna reggiana” (titolo): “ …Né si può pretendere che il turista tolleri stalle o concimaie in paese (@Co i cui effluvi in paese arrivano, ndr#C): le stalle e le concimaie sono cose di grandissima importanza per il contadino ma sono soltanto cause di cattivi odori e di mosche per il cittadino: e, se si vuole sviluppare il turismo, è il parere del cittadino quello che conta”. Che è come dire, per un commerciante (e il turismo è, o dovrebbe essere, un’attività economica), che il cliente ha sempre ragione. Tutto qui.
    Chi scrive ama la campagna e l’aria aperta, non disprezzando, quando capitano, gli eventuali portati facenti parte del “circuito”… Cerchiamo di distinguere i piani. L’appunto, di semplice cronaca (e anche di tono molto @Csoft#C, come qualcuno correttamente rilevava), ci sta, a nostro parere, tutto.

    (red)