Riceviamo e pubblichiamo.
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Le demolizioni degli ecomostri non sono tutte uguali. Ad esempio, sulla costiera amalfitana il cemento abusivo rappresenta uno sfregio alla legalità e a quel bene di tutti che è il paesaggio e le demolizioni sono l'atto con cui si ripristina il diritto.
Alla Sparavalle non è stato e non è così. E' stata una frana che ha reso inservibile e inagibile un edificio e un'area legalmente utilizzati venticinque anni fa e ora da anni abbandonati. Nulla di illegale nè prima nè durante nè dopo. Non una scelta dovuta, dunque, ma una scelta in positivo, non "contro" l'ecomostro, ma "per" qualcosa.
La Sparavalle - per molti solo un fastidioso e tortuoso percorso che separa l'alta montagna da Castelnovo ne' Monti - è un'area che può essere meglio apprezzata e messa in valore se se ne comprende la valenza paesisitica e di conseguenza turistica ed economica.
Sparavalle deriva da separa-valli: vuol dire luogo di separazione tra le valli. E proprio qui sta il suo pregio. In un breve spazio si passa dalla vista della valle del Secchia a quella del'Enza a quella dell'alta Val Secchia. E' naturalmente un crinale, un susseguirsi di finestre su paesaggi diversi.
L'ecomostro in demolizione non darà lugo a macerie ma ad un progetto di recupero del paesaggio. Sarà reso ancora più visibile il vecchio fortino, valorizzato il sentiero breve che conduce dal fortino al crinale basso del monte Campestrino, che vede Secchia ed Enza e arriva in 500 metri alla strada delle Fonti. Sarà attrezzata un'area di sosta in luogo dell'edificio cadente.
E l'ingresso di Cervarezza, al bivio con le Fonti, sarà arredato valorizzando anche con effetti luce la bellezza dei castagni. Dopo la settimana del lupo, il Parco nazionale sta elaborando questo progetto. L'ingresso naturalmente solenne e quasi mozzafiato nell'alto Appennino è proprio alla Sparavalle. Si tratta di non trattarlo male e di non lasciarlo in abbandono, di valorizzarlo per chi arriva e per chi possa tornare. L'abbattimento dell'ecomostro è il primo mattone di questo progetto.
(Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano)