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Agricoltura: occorre un piano nazionale per affrontare i problemi

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Stato dell’agricoltura. Un settore che continua ad allarmare. Interviene Claudio Gaspari, responsabile per la zona montana della Confederazione italiana agricoltori (Cia).
“La situazione del settore latte in provincia è sempre più allarmante – spiega Gaspari a Redacon -. Gli allevatori sono oberati da onerosi costi di produzione (rincari energetici e dei cereali tecnici amministrativi), mentre il prezzo alla stalla risulta totalmente inadeguato. I redditi risultano così fortemente erosi. Ci sono poi i problemi delle quote latte che devono essere affrontati e risolti nel rispetto delle regole, mentre sull’intero sistema va fatta massima chiarezza”.
Che fare quindi?
“Come organizzazione auspichiamo la chiusura di accordi soddisfacenti a livello territoriale e sottolinea l’esigenza di una nuova strategia per la costruzione di una moderna e più rispondente filiera. Le difficoltà che attraversa il settore -avverte l’esperto - sono il riflesso anche di un calo della produzione di latte bovino a livello mondiale. Un calo a causa della scarsa remunerazione del prezzo alla stalla. Una situazione che si riscontra in particolare in montagna”.
Prezzo del latte. Non paga?
“E’ necessario – risponde Gaspari - dare prospettive ai produttori che oggi vivono in una grave incertezza e tra grandi difficoltà. I loro redditi devono essere salvaguardati. Bisogna battersi affinché il prezzo del latte, la cui forbice con quello al consumo è sempre più accentuata, raggiunga livelli realmente remunerativi”.
Le quote latte non bastano?
“Per quanto riguarda le quote Ue, stante l’attuale regime comunitario, bisogna rispettare le regole, tutelando e valorizzando gli allevatori che nella legalità in questi ultimi anni hanno investito acquistando quote per aumentare la propria produzione. Il mercato selvaggio e senza regole del prodotto latte ha dimostrato che, oltre che marginalizzare l’elemento fondamentale della produzione agricola, si danneggiano le produzioni di qualità”.
“Occorre, quindi, una nuova politica di svolta, un progetto che collochi la zootecnia, ed in particolare quella del latte, nelle priorità di sviluppo dell’agricoltura. Dunque, un Piano nazionale che affronti i gravi problemi del settore e dia nuove prospettive di sviluppo ai produttori. Un Piano che deve coinvolgere istituzioni, nazionali e territoriali e tutti i vari protagonisti della filiera lattiero-casearia in una strategia condivisa di indirizzi e di interventi, proprio per assicurare alle aziende quelle certezze di crescita che oggi, purtroppo, mancano”.

(Studio Arlotti Notizie)