Home Cronaca E se Istoreco aprisse tutti i suoi archivi?

E se Istoreco aprisse tutti i suoi archivi?

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Fabio Filippi in un recente comunicato, con riferimento a recenti fatti di cronaca (martiri di Cernaieto) e delitto Pelicelli chiede di sospendere con effetto immediato da parte della Regione «ogni contributo, sostegno, finanziamento a patrocinio a Istoreco Reggio Emilia».

“Istoreco Reggio Emilia – si legge nell’interpellanza - è istituto per la storia contemporanea controllato e finanziato dagli enti pubblici, quale suo contributo sul caso del figlio che a Poviglio cerca i resti del padre ha emesso un comunicato teso unicamente a ‘giustificare’ l’efferato assassinio di Ugo Pedicelli. In tale comunicato si legge fra l’altro: 'Se i morti sono tutti eguali, i vivi non lo sono. E Pelicelli da vivo era un fascista repubblicano che non si tirava indietro'. Inoltre: 'Oggi si può fare l’anima bella… Allora la violenza era divenuta pratica quotidiana e il sangue era fatto scorrere senza remore, e questi episodi possono trovare una collocazione e un contesto: vendetta o giustizia dopo quello che era accaduto… '. E via su questi toni”.

“Il compito di un Istituto storico pubblico – prosegue il consigliere regionale Fi di Casina - non è di emettere editti politici per scusare i crimini partigiani, ma di contribuire con le proprie ricerche a ricostruire gli eventi e i contesti mettendo in campo le proprie competenze scientifiche senza paraventi ideologici”.

Di qui la richiesta, non sappiamo quanto provocatoria o quanto realistica.

Noi, invece, avremmo un'altra proposta: che l’archivio Istoreco, che è la più grande opera di documentazione e catalogazione sugli eventi bellici della guerra mondiale nel reggiano, possa diventare un archivio interamente pubblico, senza parti non accessibili al pubblico. Presso Istoreco, infatti, ci sono schede, documenti e annotazioni su tantissimi personaggi della nostra montagna o su persone che operarono proprio sul nostro Appennino.

La possibilità che tutti i documenti siano pubblici (e perché no, on line?) è una richiesta legittima di scoprire nel pieno del suo significato una storia che, nel bene e nel male, è di tutti noi. A distanza di dodici lustri è ora davvero della pace e della sepoltura dei morti, nel segno della libertà germogliata da quei tragici anni.

ISTORECO RISPONDE

In merito a questo articolo ci fa piacere precisare quanto segue:
1. che gli archivi di Istoreco sono GIA' aperti alla libera consultazione, nel rispetto delle vigenti norme di legge;
2. tale apertura risale al 1994 ed è stata resa possibile dal riordinamento delle carte (oltre 100.000) in esso contenute;
3. l'inventario dell'archivio è consultabile on-line dal 2003 all'indirizzo: www.istoreco.re.it;
4. detti archivi sono depositati presso il Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia, via Dante, 11. Orari di apertura: martedì-sabato 8,30-13, martedì e giovedì 14,30-18 (nei mesi di luglio e agosto apertura solo al mattino).

RINGRAZIAMENTO E NOTA DELL’AUTORE

Ringraziamo Istoreco per la puntuale risposta dalla quale prendiamo spunto per un ulteriore chiarimento.
Cosa significa che la consultazione “è libera nel rispetto delle vigenti norme di legge”? Che ci sono parti che non sono accessibili ai sensi di legge? E se sì, perché la legge non consente la consultazione di alcune parti? E’ possibile conoscere quali sono i documenti in possesso di Istoreco cui non è possibile accedere ai sensi della normativa vigente? E se sì, chi ha diritto di visionare tale documentazione?
Fa piacere che l’inventario sia già su web, in futuro sarebbe utile progettare (anche se si tratta di un’opera monumentale) che parte o tutta la documentazione possa essere on-line, così come scritto nell’articolo, proprio per divulgare il più possibile il valore e la memoria storica della Liberazione.

(L’autore)