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IL DIBATTITO / “La difesa della laicità”

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Con la presente rispondo all’articolo (e al successivo commento) pubblicato su Redacon il 10 giugno 2007 dal titolo “La parola della Chiesa come limite naturale alle follie della scienza” redatto da Don Carlo Castellini.

La necessità di intervenire in questo dibattito nasce innanzitutto dall’impossibilità di accettare l’invettiva gratuita che viene rivolta al mondo scientifico (senza fare distinzione alcuna) e, in secondo luogo, dal sospetto che la soluzione proposta a problemi etici molto delicati voglia limitare la possibilità di discussione democratica su questioni fondamentali per tutte le società contemporanee.

Nella convinzione che “non si possa districare il groviglio dell’umano con l’accetta” (Michele Serra) cercherò di affrontare gli aspetti critici dell’articolo sopraccitato e del conseguente dibattito precisando fin da subito che, a differenza di quanto possa pensare Don Castellini, non mi sono mai riconosciuto nella descrizione di “ateo anticristiano”.

Le Ideologie

Dal vocabolario della lingua Italiana di Nicola Zingarelli, alla voce Ideologia, leggiamo:

L’insieme dei principi e delle idee che stanno alla base di un partito, di un movimento politico, religioso e simili: Ideologia marxista; Ideologia cattolica.

Non si comprende perciò tanto astio da parte di Don Castellini nei confronti di questa parola, che nella sua accezione più classica non contiene alcun giudizio di valore sui contenuti dell’ideologia stessa né fornisce descrizione di come vi si possa aderire (se in modo cieco, in modo incerto, dubitandone ecc…)

Nei due articoli pubblicati Don Castellini fa risalire la cultura marxista, la cultura liberale e l’illuminismo al Cattolicesimo, definendole “eresie cristiane” (non è ancora chiaro il perché le tre sopraccitate sarebbero ideologie mentre la comune tradizione che le fonderebbe invece no).

È lecito pensare che ogni cultura erediti elementi delle culture vicine, ciò che però li caratterizza è il modo in cui vengono assimilati e rielaborati.

Il Cristianesimo “ha inglobato, spesso con molta disinvoltura, riti e miti pagani e forme di politeismo che sopravvivono nella religiosità popolare. Non si potrebbe concepire Agostino, massimo tra i pensatori cristiani, senza l’assorbimento del filone platonico. Non è concepibile una tradizione cristiana senza il monoteismo giudaico.” (Umberto Eco)
Gesù stesso era un Ebreo che ha tratto molti suoi insegnamenti dagli Esseni, un gruppo di Ebrei Pitagorici dedito al culto dei misteri orfici.

Infine il concetto filosofico di Logos con il quale Joseph Ratzinger, nella citazione di Don Castellini, vuole dare giustificazione degli indottrinamenti (spesso portati con l’uso della forza) alle popolazioni precolombiane del continente americano, trova le sue origini nella cultura greca.

Potremmo per questo definire il Cristianesimo “eresia giudaica” o “eresia platonica”? Utilizzando una metafora di Norberto Bobbio si potrebbe dire che “sebbene ci sia un oggettiva continuità dall’alba al crepuscolo ciò non diminuisce la distanza (e la differenza) tra il giorno e la notte”.
Questo vale per il Cristianesimo nel rapporto con le sue origini e vale per le altre ideologie nel rapporto con l’ideologia Cattolica.

Il Creazionismo e il Disegno Intelligente

Nel mio primo commento di replica ho parlato genericamente di “quel fondamentalismo religioso che ci vorrebbe addirittura creazionisti”. Don Castellini purtroppo ha pensato che mi riferissi alla Chiesa Cattolica mentre mi sembrava chiaro, da un punto di vista terminologico, che si possa parlare di fondamentalismo religioso soltanto in presenza di una interpretazione letterale delle Sacre Scritture, il che è impossibile almeno per due motivi:

a) Già da qualche secolo la Chiesa Cattolica ha sviluppato un ermeneutica (una metodologia interpretativa).

b) I fedeli Cattolici non corrono il rischio di interpretare in modo letterale alcunché, in quanto sono privi del diritto di interpretare. Tutto è rimesso nelle mani della gerarchia ecclesiastica (ciò non avviene nelle confessioni protestanti, nell’Islam ecc...).

Il fondamentalismo di matrice Cristiana è comunque molto forte ed ha le sue origini nei movimenti protestanti; in questi anni negli Stati Uniti sono tornate all’ordine del giorno la teoria “Creazionista” e la teoria del “Disegno Intelligente” proprio grazie alla grande diffusione di questi movimenti.

I sostenitori di tali “teorie”si battono per sostituire l’insegnamento di materie scientifiche con discipline che scientifiche non sono in quanto non rispettano i criteri minimi per essere considerate tali. Uno su tutti il criterio di Falsificabilità di Karl Popper (il “Disegno Intelligente” per esempio prevede l’adesione ad un principio non verificabile: la “mano invisibile” che guida l’evoluzione).

Queste pretese costituiscono un grave pericolo per le democrazie e non dobbiamo pensare di esserne immuni, riporto qui di seguito un estratto dall’articolo «Dono islamico alle scuole: un libro anti Darwin» di Magdi Allam, apparso sul Corriere della Sera il 5 giugno 2007:

“L'Italia è stata invasa da centinaia, forse migliaia di copie di un volumone di circa 800 pagine patinate a colori di ottima qualità. Un volume dal peso di oltre 6 chili, che su Internet viene venduto a 75,45 euro, ma che è stato regalato a scuole, biblioteche, giornali, istituzioni scientifiche.
Si tratta dell'«Atlante della creazione» di Harun Yahya, lo pseudonimo dello stravagante teologo islamico e scrittore turco Adnan Oktar, in cui si boccia senza appello la teoria darwiniana dell'evoluzionismo e ad essa si attribuisce la paternità di tutti i mali della nostra storia contemporanea: fascismo, nazismo e terrorismo...
... è stato venduto direttamente online dalla casa editrice Al Hikma, di proprietà di Piccardo, al prezzo di 16,50 euro più 5 euro di spedizione.
Il 31 maggio un collega della Gazzetta del Mezzogiorno, nel richiedermi un'intervista, mi informa che in un liceo di Altamura sono state inviate più copie dello stesso «Atlante della creazione».
Faccio una ricerca su Internet e scopro che in realtà l'Italia è già stata preceduta dalla Francia, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Olanda. Centinaia di migliaia di copie del poderoso volume islamico hanno inondato l'Europa.
Si tratta di un investimento impressionante. Sorge spontanea la domanda: chi ha pagato per la stampa e la spedizione di quest’opera di indottrinamento a una versione oscurantista dell'islam? E chi ha interesse a plagiare i nostri figli sottoponendoli a un lavaggio di cervello ideologico? E chi ha fornito nomi e cognomi di decine di migliaia di docenti europei che spesso non sono reperibili in Internet??...
Ma alla fine la poderosa e misteriosa strategia di disinformazione di Oktar ha lasciato il segno: secondo un sondaggio realizzato dall'Accademia delle Scienze in Turchia, oggi il 75% dei liceali turchi non crede alla teoria dell'evoluzione.
A questo punto da noi in Europa si è aperta la gara tra i creazionisti di ispirazione cristiana, che hanno negli Stati Uniti la loro roccaforte, e quelli islamici che ci stanno invadendo con il loro «Atlante della creazione». Forse non sappiamo chi dei due prevarrà, di certo sappiamo che saremo tutti quanti perdenti.”

Perché la Chiesa Cattolica, in virtù pel primato della ragione che Don Castellini rivendica e del disaccordo con tali teorie, non si mobilita per condannarle con la stessa forza con la quale si scaglia quotidianamente contro la “dittatura scientista”?

La Legge Morale Naturale e la difesa della Laicità

Don Carlo Castellini, nell’articolo del 10 giugno, si fa portavoce del pensiero di Ernesto Galli della Loggia non solo riportando i contenuti dell’intervento del famoso intellettuale ma sottoscrivendoli appieno (ciò si deduce anche dal successivo documento inviato in risposta a due brevi commenti).

Dopo una serie di generiche invettive contro la “dittatura scientista”, evocando fantomatiche chimere uomo-bestia e scenari apocalittici dal retrogusto “complottista” (senza peraltro portare alcun fatto a sostegno della sua tesi) Don Castellini riporta queste parole:

”Ernesto Galli della Loggia propone un patto fra Chiesa e cultura liberale, contro il tentativo statalista di stabilire i principi morali sulla base di maggioranze democratiche. Non è il Parlamento italiano, né quello europeo, né l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che deve decidere a maggioranza quanti sono i sessi, o se si possa ibernare un essere umano o se per educare un bambino siano meglio due uomini o due donne rispetto al papà e alla mamma.”

Si evince da queste frasi che:

a) La Chiesa dovrebbe rinunciare a confrontarsi con una parte della società costituendosi in un partito politico ben connotato.

b) Se la democrazia laica non può stabilire i limiti (e non i principi morali stessi come Don Castellini vuol farci credere) entro i quali le diverse etiche (religiose e non) possano coesistere nel rispetto reciproco, è possibile una sola forma di governo: una Dittatura fondata sulla Legge Morale Naturale, cioè una Teocrazia Cattolica.

Gli “inalienabili principi della morale naturale” da “diffondere non solo per il futuro della Chiesa, ma del mondo intero” altro non sono che i concetti e i principi dell’etica Cattolica, vincolata nella sua pretesa di validità universale alla privata ed intima adesione dell’individuo ad (almeno) due “Verità” indimostrabili:

a) L’esistenza di Dio.

b) La convinzione che Dio e la natura umana rispondano alla descrizione esatta fatta da una determinata religione (e da nessun altra), in questo caso il Cattolicesimo.

“In quanto scienza della condotta, l’etica si occupa di stabilire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, pretendendo così di condizionare il comportamento umano. Va da sé che, se la distinzione fra giusto e sbagliato fosse palese, l’etica non avrebbe bisogno di porsi.
A ragion veduta, quindi, l’individuo razionale sa di non poter identificare in nessun modo un’etica assoluta, e men che meno di poter rivendicare per sé la conoscenza di quell’etica e la sua applicazione. Questo non significa necessariamente rinunciare ad un atteggiamento etico, fondato che sia sulla morale individuale o su di un comando divino, ma comporta la consapevolezza della fallibilità e dell’arbitrarietà di quell’atteggiamento – condizione che nel caso di un’etica fondata sul comando divino, assoluto ex definitione, produce irrimediabilmente una contraddizione logica.”(fonte www.sostieneproudhon.net)

Chiunque rivolga queste critiche alla legge morale naturale (credente o non credente che sia) viene accusato di relativismo culturale. Cos’è esattamene il relativismo culturale per la Chiesa Cattolica?

L’opinione, nelle parole dell'allora Cardinale Prefetto della Congregazione della Fede Joseph Ratzinger, è che "[il] relativismo culturale [..] offre evidenti segni di sé nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico che sancisce la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della legge morale naturale. A seguito di questa tendenza non è inusuale, purtroppo, riscontrare in dichiarazioni pubbliche affermazioni in cui si sostiene che tale pluralismo etico è la condizione per la democrazia."

Stando a questa eloquente definizione possiamo dedurre che:

a) Secondo l’equivalenza Cristo = Logos = Ragione non sarebbe possibile utilizzare correttamente quest’ultima senza l’accettazione delle verità indimostrabili sopraccitate.

b) Le etiche atee ed agnostiche e tutte le etiche sorte in altre culture ed altre religioni (esistenti nei fatti, non solo nelle teorizzazzioni) che si differenziano dai principi della legge morale naturale non dovrebbero esistere. Vengono dichiarate “non naturali” (dubito peraltro che possa essere attribuita a Gesù l’intima violenza subita da chi si sente definire “contro natura”).

c) Ogni pretesa ecumenica si riduce ad essere una pura cordialità di facciata.

d) Ogni contatto con la diversità culturale ed etica sarebbe visto esclusivamente in un ottica di conversione ed indottrinamento.

Come confermato da Claudia Mancina, insegnante di Etica dei diritti nella facoltà di Filosofia di Roma - La Sapienza, la Chiesa Cattolica “non ha ancora varcato la soglia dell'accettazione del pluralismo etico, restando ancorata ad una visione che deriva la definizione di ciò che è giusto da una presunta oggettività della natura umana.”

In ultima analisi se la Chiesa Cattolica fosse l’unico ente preposto a decidere ciò che è giusto (come Galli della Loggia sembra proporre) non sarebbe possibile alcuna prospettiva democratica.

Pare inoltre inopportuno il riferimento di Don Castellini alla Repubblica che “non assegna i diritti fondamentali, la dignità e la libertà ad ogni persona, ma semplicemente li riconosce” in quanto rivela la profonda laicità e democrazia della Costituzione Italiana.

“Riconoscere” non significa infatti attribuire a questa o a quella divinità la paternità del genere umano, è una dichiarazione di Agnosticismo, la sospensione del giudizio rispetto ad un fatto non spiegabile che costituisce la premessa necessaria per la libertà religiosa e per il pluralismo etico proprio della democrazia stessa.

Fortunatamente questa visione dogmatica del cattolicesimo (incarnata da Joseph Ratzinger) che spesso nega nei fatti il riconoscimento dell’articolo 7 della Costituzione Italiana (Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani) non è condivisa nemmeno da una buona parte dei Fedeli.

Qui di seguito riporto l’Appello alla Chiesa Italiana diramato il 14 febbraio 2007 da La Rosa Bianca, gruppo di giovani cattolici impegnati nell'associazionismo (Azione cattolica, Fuci, Agesci, Acli, Pax Christi, ecc…) per rivendicare il principio della Laicità delle istituzione e la distinzione “tra la condizione di credente e quella di cittadino” in occasione del dibattito sull’estensione dei diritti civili alle coppie di fatto:
“La chiesa italiana, malgrado sia ricca di tante energie e fermenti, sta subendo un'immeritata involuzione.
L'annunciato intervento della Presidenza della Conferenza Episcopale, che imporrebbe ai parlamentari cattolici di rifiutare il progetto di legge sui "diritti delle convivenze" é di inaudita gravità.
Con un atto di questa natura l'Italia ricadrebbe nella deprecata condizione di conflitto tra la condizione di credente e quella di cittadino. Condizione insorta dopo l'unificazione del Paese e il "non expedit" della S.Sede e superata definitivamente solo con gli accordi concordatari.
Denunciamo con dolore, ma con fermezza, questo rischio e supplichiamo i Pastori di prenderne coscienza e di evitare tanta sciagura, che porterebbe la nostra Chiesa e il nostro Paese fuori dalla storia.
Si può pensare che il progetto di legge in discussione non sia ottimale, ma è anche indispensabile distinguere tra ciò che per i credenti é obbligo, non solo di coscienza ma anche canonico, e quanto deve essere regolato dallo stato laico per tutti i cittadini.
Invitiamo la Conferenza Episcopale a equilibrare le sue prese di posizione e i parlamentari cattolici a restare fedeli al loro obbligo costituzionale di legislatori per tutti.”

Questo non è “fondamentalismo laicista” come Don Castellini sostiene. È un richiamo legittimo e forte alla laicità delle istituzioni come garanzia e fondamento di qualsiasi libertà di espressione.

1 COMMENT

  1. Sottoscrivo
    Complimenti per l’articolo chiaro e deciso! Lo sottoscrivo. Da credente perchè sono lampanti e numerose le contraddizioni all’interno della Chiesa Cristiana, oggi sia un’importante istituzione che uno stato estero, che trasmette l’impressione di voler una Sua tirannia decisionale tra il giusto e lo sbagliato; lo sottoscrivo anche da italiano e cittadino laico perchè ritengo pericolose le continue intromissioni della Chiesa in ambiti che non le dovrebbero competere.

    (Agostino G.)