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Il GAOM vince il “Premio per la Pace Giuseppe Dossetti”

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Mercoledì 6 giugno, a Cavriago, il GAOM ha ritirato il "Premio Regionale per la Pace Giuseppe Dossetti", classificandosi al primo posto a pari merito con l'Associazione "Rocca di Pace" di Sestola (MO).

L'iniziativa prevedeva due sezioni: una dedicata alle scuole, in particolare alle classi seconde medie (quest'anno alla sua seconda edizione) ed una relativa alle realtà del volontariato che concretamente e in vari modi operano per la diffusione della cultura della pace.
La sezione "scuole" ha premiato i ragazzi di Cavriago (al primo posto con un ipertesto sul tema della pace), di Bibbiano (al secondo posto con il "Calendario della Pace")e di Montecchio (al terzo posto).

Per quanto riguarda la sezione dedicata ai gruppi di volontariato, il premio, consegnato dal sindaco di Reggio Emilia Graziano Del Rio e dal vicesindaco di Cavriago Paolo Burani, è stato ritirato dal dottor Riccardo Azzolini, presidente del GAOM.

E' questo già il terzo riconoscimento per il gruppo, che nel marzo 2001 vinse il primo premio nazionale per opere di carità a Certaldo Boccaccio (Firenze) e nel giugno dello stesso anno, si classificò al primo posto nel "Proemio Samaritano" a Dolo di Venezia, altro riconoscimento nazionale per l'impegno che da ormai 22 anni il GAOM porta avanti in terra etiope.

Le ragioni che hanno indotto la giuria ad assegnare il primo premio al gruppo riguardano i lavori svolti in favore delle persone ammalate di lebbra della baraccopoli di Shashemene, posta nella savana della regione degli Arsi, in Etiopia, con le seguenti motivazioni: diffusione della cultura della pace in mezzo al disprezzo verso i lebbrosi, alla rivalità tribale, alla rivalità religiosa.

Per quanto riguarda il disprezzo verso i lebbrosi, in Etiopia, per motivazioni che affondano le radici nella cultura e nella tradizione africana, la lebbra è vissuta come una dannazione. Perciò il lebbroso è sempre stato ripudiato e considerato peggio di una bestia. Nessuno vende o affitta terreni o case a lebbrosi, perché considerati esseri immondi.

Oggi, dopo un lungo cammino di condivisione con le varie realtà di Shashemene, grazie al lavoro dei suoi volontari e all'aiuto dei suoi sostenitori, il GAOM ha progettato e costruito sei villaggi per lebbrosi. Si tratta complessivamente di 108 case in stile africano che ospitano 120 famiglie. Ogni casa è munita di servizi, cucina, camere e possiede luce ed acqua. Qui i lebbrosi vengono accolti, curati, e seguiti dalle suore del De Focauld. Inoltre ogni famiglia possiede un po' di terra coltivabile, può allevare animali da cortile ed i propri figli possono studiare nella scuola costruita appositamente per loro.

Oltre alla realizzazione concreta dei villaggi, ciò di cui il GAOM oggi va più fiero, e che è stato particolarmente apprezzato e riconosciuto dalla giuria del Premio Dossetti, è il fatto che tutti questi lavori sono stati realizzati coinvolgendo in prima persona i lebbrosi stessi, che in questo modo si sono responsabilizzati e per primi hanno preso coscienza di sé stessi e della loro dignità di esseri umani, prima che di ammalati. Questa nuova cultura si sta lentamente diffondendo anche nella popolazione della baraccopoli, che comincia ad avvicinare il lebbroso con occhi nuovi.

Quanto alla diffusione della cultura della pace in mezzo alla rivalità tribale ed alla rivalità religiosa, in un Paese da sempre segnato da sanguinarie lotte tribali, fra i lebbrosi che abitano i villaggi costruiti dal GAOM vivono insieme ed in pace famiglie appartenenti a tre tribù diverse (Oromo, Adia e Cambata) e di religioni diverse, ma che a sera, al suono di una campanella, si ritrovano a pregare insieme, ognuna il proprio dio, ma tutti nella stessa casa.

Sono questi i miracoli della pace.

1 COMMENT

  1. Riconoscimento ultra-meritato!
    Bravo dr. Riccardo! Avanti così che va bene! Un grazie a Lei e a tutti i Suoi collaboratori. Il GAOM è un vanto per Castelnovo; ma, dirò di più, è motivo di vanto per i castelnovesi tutti!

    (u. gianf.)