Riceviamo e pubblichiamo.
Egr. sig. sindaco,
le scriviamo sia per tranquillizzarla che per ripetere quanto andiamo chiedendo da tanti mesi.
Può stare tranquillo, se la gente protesta e manifesta civilmente il proprio dissenso, non ci sono sempre ragioni occulte o politiche ma possono esserci ragioni civili, sociali e morali. Questo è uno di quei casi. Glielo possiamo assicurare, stia tranquillo.
Non siamo interessati alla politica come schieramento tra fazioni quanto alla politica come gestione del bene pubblico e quindi ai diritti dei cittadini, alla salvaguardia dell'ambiente, al futuro della terra in cui abitiamo e in cui abiteranno i nostri figli. Siamo interessati ad una migliore convivenza tra le persone, ad una migliore qualità della relazione tra le persone e tra i giovani, a meno televisione e più dialogo, ad un rapporto con l'ambiente che sia di rispetto e non di consumo, ad una costruzione della memoria e quindi alla valorizzazione del ruolo degli anziani, ad una scuola locale che promuova l'integrazione e non l'assimilazione e la selezione, che sia aperta al territorio, che ne promuova la conoscenza.
Siamo interessati ad esperienze che coniughino sviluppo e partecipazione, turismo e comunità, costruzione della comunità. Ne sentiamo il bisogno perché, come ben sa, di servizi per tutto questo qui non se ne vede traccia e siamo preoccupati.
Che identità avrà questo luogo in futuro e che identità avranno i giovani se crescono senza modelli partecipativi cui ispirarsi, senza il valore del rispetto delle persone e dei luoghi in cui abitano?
Siamo preoccupati che Ca' Bertacchi diventi un posto come tanti altri, "un bel posto" dove far nascere un turismo di consumo che snatura l'ambiente illuminando con luci fatue che non scaldano.
Sul Sole 24 ore - autorevole quotidiano economico - è stato presentato da lei e dall'assessore Bertolani un progetto che annuncia "Terme e wellness" a Regnano per il 2009 (articolo pubblicato mercoledì 6.12.2006) mentre a Ca' Bertacchi si sta avviando un Psc che prevede un enorme impatto sul piano edificatorio e soprattutto umano con un aumento del 100% dell'attuale popolazione. Tutto questo senza che da qualche parte si sia venuti a conoscenza di adeguati servizi alla collettività per reggere l'impatto.
Ribadiamo che al nostra idea di "sviluppo" è altra rispetto a questo.
Ci siamo preoccupati e per questo abbiamo chiesto - dal 2004 - di partecipare alla definizione di ciò che avverrà lì dove abitiamo. Abbiamo posto una serie di domande. Ci ha risposto che eravamo un comitato cittadino e non eravamo regolarmente registrati. Ci siamo costituiti in associazione e abbiamo ripetuto la domanda (regolarmente protocollata) con preghiera di risposta. Sempre regolarmente protocollata c'è la lettera del Difensore civico cui siamo dovuti ricorrere per farla invitare a rispondere in rispetto delle leggi vigenti in materia di diritti del cittadino.
Sig. sindaco, siamo molto delusi, ma cosa deve fare un cittadino per potersi confrontare e partecipare? Questa è l'unica ragione per cui siamo andati e andiamo sui giornali: la mancanza di riconoscimento e incontro. Questa è la ragione per cui abbiamo valutato l'ipotesi di un referendum per cambiare Comune.
Crede che questa non sia una scelta sofferta? Purtroppo non ci è stata data l'opportunità di incontrarci intorno ad un tavolo e conoscerci ma certo può ben credere che dietro a questo vi sia fatica e delusione. Viano è un bellissimo territorio, con una storia cui sono legati sia vecchi che nuovi residenti, chi abita nelle borgate del Comune che ora Lei amministra è legato alla storia di questo Comune. Ipotizzare di andarsene è carico di tristezza, ma che fare di fronte alla storia di questi anni in cui la borgata si è vista promettere senza mantenere?
Però ciò che andiamo qui dicendo Lei lo conosce bene perchè è contenuto nel pogetto che l'associazione Salcaber (Salviamo Ca' Bertacchi - ndr) presentato nel Poc. Tale progetto è stato ritenuto da più parti come un progetto di grande qualità tecnica e motivazione civile, con lo scopo di ridurre e qualificare (non negare) l'impatto edificatorio e di fornire servizi alla collettività in forma autosostenibile e volontaria.
Stiamo ancora aspettando l'incontro che aveva detto di convocare entro fine aprile per comunicarci la valutazione del progetto. Non abbiamo poi ricevuto nessun segnale per considerare insieme al Comune la serie di interventi che intendiamo avviare sul piano sociale e culturale.
Lei ha espresso perplessità sulle nostre capacità materiali per realizzare quanto proponiamo e intendiamo fare ma, sig. sindaco, non rientra forse nei compiti di un'Amministrazione comunale anche quello di aiutare, sostenere, valorizzare i contributi che i cittadini cercano di dare nei diversi settori della vita collettiva?
Tanto più se "senza fini di lucro"? Perchè anche sul terreno del "fare" e del proporre non c'è stato ascolto?
Infine Lei dice che il Comune sta vagliando la proposta di un progetto privato e che nulla è stato deciso. Infatti, come Lei ben sa, l'area privata è sacra e inviolabile dal punto di vista del diritto di proprietà, ma non certo del diritto edificatorio, che invece, in base alle vigenti leggi nazionali in materia di urbanistica, spetta al Comune. E' il Comune che ha il potere/dovere di concedere tale diritto edificatorio ai progetti che ritiene più opportuni sulla base di valutazioni che mirano a conciliare i diritti dei privati con l’interesse pubblico dell’intera collettività. Qual è la scelta politica della sua Amministrazione?
Siamo sempre qui disponibili ad incontrarci ed in attesa di risposte. Intanto continuiamo a sostenere le nostre idee e il nostro progetto.
Augurandole buon lavoro inviamo i nostri cordiali saluti.
(Associazione "Salviamo Ca' Bertacchi")