Domani, 24 maggio, è la giornata europea dei parchi. Non credo ciecamente nelle giornate europee, ma credo molto nei parchi. Con questo “credo molto” esprimo una fede laica. Fede perché i parchi sono poverissimi di risorse. E oggi, tempi di grande finanza trionfante, credere al successo di chi non ha denaro è un atto di fede.
Fede laica, perché ho visto imperi finanziare e imperi veri e propri andare in crisi e a volte crollare. Da oltre un secolo i parchi sono forme istituzionali della politica e delle società che crescono in tutto il mondo.
A Reggio Emilia, il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano è percepito come qualcosa che sta lassù, lontano dalla via Emilia. Però la via Emilia ha sempre di più bisogno di una visione e di un sistema di governance, che faccia riferimento alla cultura dei parchi.
Ci sono parchi urbani che non si sono mai realizzati. Il parco Terrachini, il parco dei Teatri, il parco del Crostolo... sono parole sulla carta. In qualche caso idee e parole tradite dai fatti degli uomini.
C’è un “Parco” consorzio lungo la val Secchia che merita più importanza e attenzione. E anche le fasce fluviali dell’Enza e del Po dovrebbero utilmente essere gestite come parchi.
Luoghi di natura, di loisir, di resort, di cultura, di respiro rispetto una metropoli disordinata che non riesce a tenere sotto controllo la sua crescita.
(Fausto Giovanelli)