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Si lavora per conservare il Fornacione di Felina

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Il “Fornacione”, struttura assolutamente caratteristica e “storica” vicino a Felina, sarà il primo esempio nel territorio montano di recupero di “archeologia industriale”.

L’edificio ha una storia antica e da poco più di un anno è passato da proprietà della famiglia Prampolini, che vi ha legato la propria attività e storia fin dal 1932, a proprietà pubblica.

Spiega il vicesindaco ed assessore all’urbanistica ed edilizia privata Fabio Bezzi: “L’atto di cessione al Comune di Castelnovo è datato 16 novembre 2005, e rientrava nell’ambito di una convenzione stipulata nel mese di settembre dello stesso anno, sulla realizzazione della nuova sede della ditta Prampolini. In questa convenzione rientravano anche alcuni lavori di consolidamento sulla ciminiera della fornace, che la Prampolini doveva eseguire prima della cessione.

Così è stato fatto: è stato posizionato un “cappello” in acciaio che previene crolli sulla parte più alta della ciminiera stessa, con un intervento predisposto dall’ingegner Carlo Dazzi. Dopo che il Comune è entrato in possesso della struttura, la stessa è stata inserita nel piano delle opere pubbliche: la parte storicamente rilevante, che è costituita dal corpo di fabbrica comprendente il basamento in muratura e la ciminiera, è stata messa in sicurezza.

Il pergolato in legno e coppi che circonda la ciminiera è invece un manufatto successivo, di minor pregio ed interesse storico. Dopo l’acquisizione il Comune ha inoltre avuto modo di confrontarsi sui possibili interventi con la Provincia, in particolare l’assessore ai beni architettonici Giuliana Motti, che ha da subito espresso interessamento, ribadito anche in incontri recenti.

Attualmente sulla struttura nel suo complesso è in corso di conferimento un incarico all’architetto Walter Baricchi per un progetto preliminare che riguardi opere di restauro della fornace, su cui potranno essere anche richiesti appositi finanziamenti regionali.

E’ chiaro che si tratta di un intervento che, oltre ad una progettazione seria che è stata dunque avviata, richiederà il reperimento di risorse (già 50 mila euro di spesa sono a bilancio nell’annualità 2007) e modalità di lavoro attente trattandosi di un edificio dalle caratteristiche storiche: del resto la proprietà è stata per più di 70 anni in mano a privati, che hanno utilizzato attivamente la fornace fino al 1972, ed è da poco più di un anno comunale.

E’ stata sicuramente una scelta impegnativa assumerlo a patrimonio pubblico, che avremmo anche potuto non percorrere, emettendo una semplice ordinanza di sistemazione ai proprietari, ma per noi è una struttura significativa e che ha interessanti prospettive di valorizzazione.

Oltre all’intervento conservativo infatti ci sarà anche una parte del progetto a cura di Baricchi riguardante gli usi futuri di questa struttura che valutiamo di pregio.
Le ipotesi sono di realizzare un luogo di studio e presentazione dei mestieri tradizionali, su cui coinvolgere le associazioni imprenditoriali, o anche un luogo che possa legarsi agli aspetti della produzione agricola ed enogastronomica, che si inserisca nei circuiti turistici. Su questa ipotesi c’è già l’interessamento della condotta Slow Food dell’Appennino reggiano, e crediamo che si potrà coinvolgere anche la Latteria del Fornacione, di cui questo edificio è il simbolo e da cui ha tratto il nome.

Il Fornacione è del resto un luogo simbolico perché rappresenta la fusione di due antiche e profonde tradizioni della montagna, ancora molto vive e che ne rappresentano importanti prospettive future: sono appunto gli aspetti di eccellenza agro-alimentari e quelli del saper fare, del lavoro nella sua connotazione legata a conoscenze che per decenni sono state tramandate di generazione in generazione, lontane dalla produzione di massa che rappresenta lo standard attuale, ed in cui ancora una parte determinante avevano l’inventività e le conoscenze degli addetti.

Entro breve termine il progetto sarà definito e lo illustreremo più dettagliatamente, ma tengo a ribadire che la parte di rilievo storico – architettonico della fornace è già messa in sicurezza”.

1 COMMENT

  1. Sicurezza anche per la torretta di monte Castello, please!
    @CTutto bello. Speriamo che uguale attenzione alla “messa in sicurezza” venga riservata alla torretta castelnovese di monte Castello. Perchè anche quella sarebbe un peccato vederla “picchiare giù”…

    (red)#C