Pignedoli, Dazzi, Fornili, Garofani, Govi, Montemerli: confronto tra gli amministratori montani di Margherita e Ds. Il timore più diffuso? La centralizzazione del nuovo partito. E c’è chi dice “Ripassi un’altra volta”
Sta nascendo in Italia il Partito democratico. I congressi di Ds e Margherita hanno deliberato nei giorni scorsi in tal senso. L’anima moderata del socialismo e quella sociale della vecchia Dc decidono un incontro storico. Operazione temeraria? Prima semplificazione nella selva dei partiti? Quali sintesi saranno possibili? Che risposte si intendono dare ai problemi della società? Quali le speranze che si sollevano tra i rispettivi elettorati?... E le domande possono essere tante altre. Redacon ha inteso compiere un piccolo giro d’orizzonte sull’Appennino reggiano, saggiando la voce di alcuni amministratori, per capire a caldo quali sensazioni ha provocato questo evento che per molti versi si può fin d’ora definire storico.
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A tutti gli intervistati sono state poste le stesse domande.
1) Nasce il Pd, lei ne farà parte? Se no, perchè e dove si collocherà?
LEANA PIGNEDOLI – Senatore della Repubblica (Ds) Si, ne farò parte con convinzione.
DAVIDE DAZZI – Sindaco di Ramiseto (Margherita) Penso proprio di farne parte.
CARLO FORNILI – Sindaco di Casina (Margherita) Sì.
SARA GAROFANI – Sindaco di Vetto (Ds) Sì, assolutamente, con grande convinzione.
SANDRO GOVI – Sindaco di Busana (Ds) Sì, parteciperò al progetto del Partito democratico con convinzione.
NILDE MONTEMERLI – Sindaco di Carpineti e presidente della Comunità montana dell’Appennino reggiano (Ds) Sì, ne farò parte.
2) Quali i tre pregi di questa nuova formazione e altrettanti limiti?
PIGNEDOLI - Tra i pregi vedo la possibilità di riformulare un nuovo rapporto tra politica e società, l’occasione di un forte rinnovamento di partiti nati all’inizio del ‘900 e un modo per attrarre giovani, nuove energie, nuovi pensieri. E vedo solamente due limiti: il rischio di far rimanere il dibattito all’interno degli attuali partiti senza coinvolgere le comunità. e il possibile prolungarsi di un dibattito sulla leadership.
DAZZI - Siamo di fronte all'opportunità di realizzare un nuovo partito capace di dare risposte alle esigenze nuove della società di oggi; parte da basi molto solide con alle spalle anni e anni di esperienza; può superare vecchi schematismi e raccogliere nuove adesioni. I limiti, ma soprattutto i rischi sono legati alla non capacità di cogliere le opportunità e restare invischiati nel passato.
FORNILI - Pregi: partito completo, responsabile, solido. Limiti: diffidente, centralizzato, in parte disomogeneo.
GAROFANI - Due su tutti: da due partiti ne nasce uno (auspico che avvenga anche a destra perché c’è un’esuberanza di partiti che non condivido); si mettono assieme due culture importantissime che sono quella cristiano-democratica e la sinistra più moderata. E’ un passaggio storico per la nostra storia politica. Limiti? Come tutti i processi di cambiamento politico è quasi impossibile mantenere le compagini che c’erano prima insieme, perché alcune parti hanno deciso di non aderire. Si perdono alcuni pezzi. Poi non so quante persone non impegnate in politica riescono a cogliere l’importanza di questo passaggio.
GOVI - Pregi: 1) semplifica (unificando e riducendo il numero dei partiti) lo scenario politico nazionale; 2) nasce una grande forza di riferimento nazionale che unifica le esperienze migliori del riformismo di sinistra e dell'apporto dei cattolici democratici in politica. Difetti: 1) è necessaria una grande operazione di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini alla nascita del Partito democratico: un buon esempio da seguire sono state le primarie.
MONTEMERLI - Un partito moderno che si confronta con i nuovi bisogni della società, che nasce dal popolo delle primarie formando una grande forza popolare. Un nuovo soggetto politico che va oltre rispetto alla semplice somma Margherita + Ds; il rischio potrebbe esserci se guarderemo più al passato che al futuro.
3) Secondo lei il Pd ha nei suoi fondamenti i valori della tradizione cattolica o è un partito prettamente laico?
PIGNEDOLI - E’ l’insieme di forze riformiste che proprio da radici cattoliche e laiche (con la stesa determinazione delle forze democratiche della costituente) vogliono dare alla politica un ruolo nuovo nel 21esimo secolo.
DAZZI - La tradizione cattolica si è caratterizzata in Italia, già dalla Democrazia cristiana, per la sua non confessionalità, per cui i valori della tradizione cattolica sono valori laici.
FORNILI - Nascendo anche dalla Margherita assolutamente sì. Non potrebbe essere diversamente. Valori di fondo, ma il partito è cosa laica.
GAROFANI - No, è un partito che unisce le due tradizioni, quella cattolica e laica. Ma è una distinzione che non ha senso di esistere, perché i valori espressi dalla tradizione cristiana sono valori che sono condivisibili anche da chi da sempre è stato a sinistra e, caso mai, è laico. Sono valori alla base del vivere civile. Alla base della civiltà cristiana ci sono valori condivisi da chi è laico.
GOVI - La laicità dello Stato e del Partito democratico mi sembrano valori condivisi da tutti. Non vedo il rischio di un partito "confessionale".
MONTEMERLI - Trova le sue radici nel senso di giustizia e solidarietà del mondo cattolico e in quello di democrazia e libertà del mondo laico.
4) Il Pd in Europa: la sua collocazione lei la vede coi socialisti europei col Ppe o altro?
PIGNEDOLI - Sarà un dialogo stretto certamente con i gruppi del riformismo europeo ma non valutandoli come qualcosa di statico ma uno scenario in evoluzione e il PD italiano come stimolo a un riformismo più avanzato.
DAZZI - Vedo decisamente il Pd in una nuova formazione, che magari rappresenti anche per i partiti degli altri paesi membri una opportunità e una innovazione.
FORNILI - Non credo sia fondamentale dove, ma cosa si fa.
GAROFANI - Non lo so. Non si possono mettere insieme anche in Europa?
GOVI - Sui leader del Pd, tanto a livello nazionale che a livello locale, vedo una necessità: rinnovare la classe politica dirigente del paese.
MONTEMERLI - Oggi vedo la collocazione del Pd nel gruppo dei socialisti europei, auspicando la nascita di un nuovo soggetto capace di accogliere storie diverse da quelle strettamente socialiste.
5) Per lei il nuovo leader naturale del Pd è? Prodi; Veltroni; Fassino; Marini; Rutelli; altro (indicare)
PIGNEDOLI - Questi sono nomi di leader che hanno lavorato e hanno titolo e convinzione per esserne leader, ma per accelerare l’integrazione e il rinnovamento forte forse occorrerebbe pensare a un dirigente nuovo. Perché non un giovane, perché non una donna? Non ho nomi, non deve essere ora una corsa ai nomi. Non voglio cadere nel rischio che dicevo.
DAZZI - Non porrei limiti. Perché non una nuova leadership?
FORNILI - Sarebbe bene lo decidesse un congresso. I piatti già pronti non sempre sono i migliori.
GAROFANI - L’ideale sarebbe un nome nuovo. In questa fase, forse perché è il capo del governo e pur pensando che è una persona che non è capace di trascinare le folle, in questa fase vedrei Prodi.
GOVI - Np.
MONTEMERLI - Se si parla di un nuovo partito occorre individuare un leader “nuovo”.
6) Il Pd in montagna: le cariche di vertice riservate ai Pd saranno ancora distribuite secondo la logica a volte cencelliana 1 ex Margherita 3 ex Ds?
PIGNEDOLI - Aderire al Pd vuol dire fare un salto di coraggio, di forte innovazione quindi non perpetuare schemi precedenti.
DAZZI - E’ una delle prime cose da superare, anche se non sarà facilissimo.
FORNILI - Speriamo di no. Potremmo per una volta sperare che saranno candidate le persone più preparate a ricoprire determinati incarichi?
GAROFANI – Sorride alla domanda n.d.r.- . E’ difficile da stabilirsi. E’ prematuro fare proporzione. Anche perché il Pd prima di dare cariche, dovrà distribuire i voti, speriamo ci si basi sulla competenza. Se si è uniti in un unico partito, dopo non dovrà sussistere questa differenza.
GOVI Np.
MONTEMERLI - Anche in montagna il gruppo dirigente dovrà essere espressione della base del Pd nei modi più partecipativi e rappresentativi possibili.
7) Io penso che il Pd... porterà...
PIGNEDOLI - Il Pd nell’immediato porterà molta fatica, molto lavoro di approfondimento politico indispensabile, forse poca soddisfazione immediata a chi concorre a costruirlo. I frutti a chi verrà poi. È un’azione di saggezza e di generosità verso le generazioni future.
DAZZI - Un'ondata di novità per tutto il sistema politico, perchè anche le altre formazioni politiche saranno costrette a confrontarsi.
FORNILI - Serietà, benessere, onestà, giovani; e tanta voglia di fare del bene agli altri. Lasciatemi sognare.
GAROFANI - Un rinnovamento all’interno del sistema politico italiano, sia a destra che a sinistra, inteso come snellimento; un incentivo alla governabilità e a partiti che si accorpino, perché tutte queste distinzioni partitiche faccio fatica a comprenderle.
GOVI Np.
MONTEMERLI - Penso che il Pd porterà conciliazione tra le posizioni, sintesi di proposte, dibattito di idee e rinnovamento della politica e della società.
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A RUOTA LIBERA
Bizzarri: Avete americanizzato la politica
Abbiamo raccolto anche qualche risposta “sciolta” da altri amministratori locali. Impressioni libere, che vi proponiamo in forma appunto discorsiva.
Luigi Bizzarri (capogruppo Rifondazione comunista-Castelnovo trasparente)
"La formazione del Partito democratico: posso anche capirla alla luce degli avvenimenti che l’hanno preceduta, dei movimenti di questi ultimi mesi, degli orientamenti dei gruppi Ds e Margherita. Ma tutto sommato mi sembra una forzatura per la distanza che esiste su molti temi; vedo il rischio di 'americanizzazione' della politica, di 'snaturamento'. I Ds hanno portano un patrimonio molto caratteristico, di cui sono fieri e 'gelosi'. Credo che la fusione abbia carattere verticistico e che un’eventuale prova elettorale infausta possa mandare tutto a catafascio. Iniziativa che mi pare dal fiato corto… Magari occorrerà del tempo".
Fabio Bezzi (vicesindaco di Castelnovo ne’ Monti)
"Sono soddisfatto. Credo che le due culture, laica e cattolica, si uniranno. Non penso a salti nel vuoto. Sono molto ottimista" (lo ripete, a sottolinearlo meglio).
Walter Davoli (capogruppo di maggioranza a Castelnovo ne’ Monti)
"Sono sostenitore convinto della sua necessità e utilità. Circa i tempi: la strada era già tracciata fin da quando si costituì l’Ulivo. Il rischio che le due culture di provenienza possano faticare a trovare una sintesi. Laicità o non laicità? Certo, è un problema che esiste e che sarà da affrontare con lo spirito giusto. Come quello della collocazione in ambito di schieramenti europei".
Gian Luca Marconi (sindaco di Castelnovo ne’ Monti)
"Sono entusiasta. Oggi (quando lo abbiamo intervistato, in apertura dell’ultima seduta consiliare - ndr) ho aperto la riunione preconsiliare dicendo appunto che ormai siamo un unico gruppo".
Maria Luisa Muzzini (consigliere comunale di maggioranza a Castelnovo ne’ Monti)
"Me lo chiedi un’altra volta, quando ci rivediamo?".
Complimenti
Complimenti ai redattori dell’articolo, spesso si ha bisogno di sapere cosa ne pensano i nostri rappresentanti politici e non è sempre così facile.
Direi un complimentone anche alla Muzzini, sempre disponibile quando si tratta di un dialogo aperto.
(Salvatore Lanzi)