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Acqua e agricoltura

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Le precipitazioni degli ultimi giorni e quelle attese per i prossimi secondo i meteorologi non cambieranno sostanzialmente la situazione di carenza di acqua disponibile nel Nord Italia. Pertanto, a meno di una piovosità normale nell’intero mese di maggio, resta aperto il problema della siccità nei mesi estivi in gran parte del Paese.

Occorre quindi commisurare i fabbisogni di acqua alle effettive disponibilità della risorsa, e di conseguenza ridurre i consumi in tutti i settori, principalmente in agricoltura, settore maggiormente idroesigente, che in Emilia-Romagna richiede 1.405 milioni di metri cubi ogni anno (su 252.000 ettari, pari al 23% della superficie agricola utilizzata) e cioè il 66% del consumo totale (pari a 2.125 milioni di metri cubi), contro il 23% del settore civile e il 11% del settore industriale.

"Di fronte a questa situazione la Regione è pronta a fare la sua parte, ponendosi l’obiettivo di ridurre i consumi di acqua in agricoltura del 10-20% nei prossimi tre anni. Obiettivo che però è legato alle risposte concrete del sistema delle imprese agricole e dei consorzi di bonifica. Per questo è assolutamente necessaria l’unità d’intenti tra tutti i soggetti interessati, così come – in una scala più vasta – è necessario un governo unitario del bacino del Po, per superare le crisi idriche e correggere gli squilibri tuttora esistenti tra regioni nei prelievi (l’Emilia-Romagna preleva per l’agricoltura solo 1 miliardo di metri cubi sui 21 che ogni anno vengono prelevati dal grande fiume)".

D’altro canto, già la siccità del 2003 fu un campanello d’allarme che non è stato sottovalutato, e che ha consentito di avviare diverse iniziative, anche sulla base della collaborazione pluriennale su progetti innovativi di risparmio idrico con il Consorzio di bonifica per il Canale Emiliano Romagnolo. Ciò permette oggi di stilare un “piano d’azione” che la Regione propone in sette punti.

1) Il sistema dei Consorzi di Bonifica dovrà far fronte alle eventuali crisi idriche adeguando l’erogazione dell’acqua a seconda della soglia di allarme, contingentando la risorsa e favorendo una gestione oculata con opportune iniziative (turni irrigui, priorità per le colture maggiormente idroesigenti, ecc.).

2) Ampliamento dell’uso del sistema esperto IRRINET, messo a punto dal Consorzio di bonifica per il Canale Emiliano Romagnolo, a disposizione gratuita per tutti gli agricoltori della Regione collegati direttamente - o tramite le proprie organizzazioni - ad Internet ed, a richiesta, ricevibile anche sul proprio cellulare, tramite messaggi sms. L’uso di IRRINET consente di risparmiare anche il 20% dell’acqua sulle colture senza deprimere le rese, ed essendo già stato impiegato su circa il 23% della superficie irrigua regionale ha determinato un risparmio di circa 50 milioni di metri cubi d’acqua l’anno (pari al consumo annuale d‘acqua potabile di una città di 850.000 abitanti). L’obiettivo è raddoppiare il quantitativo sinora risparmiato.

3) Adeguamento della rete di prelievo e di distribuzione irrigua, con la realizzazione – da parte dei Consorzi di bonifica competenti – dei 18 progetti finanziati dal piano irriguo nazionale in Emilia-Romagna, tra i quali il potenziamento degli impianti di sollevamento di acqua dal Po delle Pilastresi e di Pontelagoscuro (in provincia di Ferrara).

4) Un forte impegno della Regione per cofinanziare impianti irrigui a maggiore efficienza. Sono attualmente disponibili risorse regionali per 1,35 milioni di euro, che saranno assegnate con un apposito bando, propedeutico agli aiuti previsti dal Piano regionale di sviluppo rurale 2007-2013 per realizzare invasi aziendali e interaziendali e per impianti irrigui.

5) Applicazione pilota a 100 aziende agricole del sistema “Solardrip” – messo a punto dal Consorzio di bonifica per il Canale Emiliano Romagnolo (CER), con finanziamento regionale – che coniuga il risparmio idrico con il risparmio energetico attraverso l’alimentazione fotovoltaica.

6) Realizzazione di piccoli invasi per lo stoccaggio di acqua e dotazione di attrezzature ed impianti innovativi per aziende o gruppi di aziende con le risorse del Piano regionale di sviluppo rurale.

7) Uso plurimo dell’acqua, con riutilizzo per l’irrigazione di acque reflue da processi depurativi. In questo campo il CER partecipa come partner al progetto comunitario SAFIR, tramite il quale viene valutata la possibilità di riusare con le massime garanzie acque reflue del depuratore di Mezzolara di Budrio (Bologna) per irrigare pomodoro da industria e patata. L’azione del Cer è cofinanziata al 50 per cento dalla Commissione europea e al 50 per cento dalla Regione Emilia-Romagna, per un importo complessivo di 566 mila euro.