Home Cronaca “La famiglia ‘nucleare’ si privatizza”

“La famiglia ‘nucleare’ si privatizza”

11
0

“La famiglia 'nucleare' si privatizza". Sembra il titolo di apertura di un foglio economico. In realtà è l’inizio dell’intervento di Vanna Iori, docente di pedagogia della famiglia all’Università Cattolica di Piacenza, nel corso della terza tappa del ciclo “GENITORI IN CAMMINO“ dello scorso 17 aprile in un'affollata sala consiliare del Comune di Castelnovo ne’ Monti.

Nell’introdurre i cambiamenti che hanno interessato la morfologia delle famiglie ha evidenziato che dalla famiglia estesa (cioè patriarcale o matriarcale ma comunque a gruppo) si è passati alla famiglia composta da un piccolo nucleo (quindi nucleare) formato da padre, madre con o senza figli, oppure da persone anziane e sole.

Si accelera così un processo di “privatizzazione”, cioè di chiusura nel privato della propria abitazione (di solito l'appartamento) che genera isolamento. Conseguenza di questo mutamento è un senso di rinnovata insicurezza educativa nei genitori che sovente rispondono con la similitudine… riuscita educativa uguale a riuscita prestazionale dei figli a livello scolastico o sportivo.

E’ a questo punto che VANNA IORI sprona i genitori ad aprirsi ad una “DOMICILIARITA'” che recita… "io abito", sono accolto, riconosciuto, coltivo la rete di relazioni, tendo a costruire un territorio “che si prende cura di”; e, citando Hans Jonas, afferma che è il mondo genitoriale della cura l’archetipo di chi esercita la responsabilità privata e pubblica e conferma che la “GENITORIALITA’ DIFFUSA” è la vera risorsa per le famiglie e per il contesto comunitario.

Prendere cura di sè stessi, prendersi cura degli altri mettendo in onda le risorse informali immediatamente spendibili attraverso le semplici pratiche quotidiane di civiltà, prendere in cura un più vasto contesto sociale attraverso una semplice rete di relazioni positive di primo livello, attivando così la SOLIDARIETA’ DIFFUSA, presupposto dell’obiettivo di RI-FARE COMUNITA’.

ETICA DELLA CURA quindi che deve nascere da una scelta precisa sostenuta dall’etica dello “SGUARDO DI SENSO..”, che trae dalla carica di empatia la facilità di accorgersi dell’altra persona attivando così la risposta nella responsabilità di vedere il disagio nella zona grigia.

Stare nel cambiamento, aver cura dei sentimenti propri e delle persone con le quali vogliamo entrare in relazioni ad alta densità emotiva, lavorare e tendere quotidianamente a sviluppare la socialità diffusa preludio della COMMUNITY CARE, la comunità educante che si prende cura.

Dopo un interessante e stimolante dibattito, la serata si è conclusa con il consueto dispiacere di essere arrivati al termine ma con l’impegno di ritrovarsi lunedì 23 aprile per l’incontro sul tema del dialogo interreligioso guidato da RAFFAELLO ZINI.

Saranno molto graditi e di sicuro stimolo al confronto i commenti che vorrete inviare a titolo di semplice pratica di vicinato....!